sabato 31 agosto 2013

Un gran brutto vespaio


Stendiamo un pietoso velo sulle vicende italiane, caratterizzate dal muscolare confronto tra il tizio decrepito e la folta servitù biliosa da una parte e i molluschi del Pd (copyright Gramellini) dall’altra. E non dimentichiamo la corona di capelli più ordinata delle (poche e balzane) idee sottostanti: lo psiconano+barba-Mediaset, non sapendo più come attirare l’attenzione sulla sua dannosa presenza nella politica nazionale, ha deciso di prendersela con i prosciutti e il parmigiano, usati stupidamente come arma contro l’inceneritore di Parma. Un contributo senz’altro prezioso al futuro di questo povero paese agonizzante, attorno al quale non si vede traccia di autentici e ragionevoli seguaci di Ippocrate, mentre si sprecano decerebrati Dottor Morte, gente che si preoccupa solo dei propri interessi, ben lontana dall'idea di prendersi cura seriamente di quelli degli italiani, in particolare dei più giovani.
Veniamo alla questione siriana, che sta mettendo in luce contraddizioni profonde tra le nazioni occidentali e anche nelle singole nazioni, come dimostra il caso del voto del Parlamento inglese.
E’ una questione sulla quale è molto difficile avere una posizione ferma, senza incertezze, è facile, invece, provare molti dubbi; il passare dei giorni, lungi dal fare chiarezza, accentua le perplessità. Questo, almeno, è quel che penso io, per il poco che conta.
Gli articoli in materia si sprecano, sia nei quotidiani italiani sia in quelli stranieri. E anche questo non aiuta a formarsi un’opinione decisa, perché si leggono argomentazioni convincenti sia da parte dei sostenitori dell’intervento occidentale per punire il regime di Assad sia da parte di chi questo intervento giudica inopportuno.
Oggi ho letto due pezzi che ben rappresentano questo complicato stato di cose. Si tratta dell’editoriale di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/editoriali/13_agosto_31/fraglta-potenze_b64a9ffe-11f6-11e3-a57a-42cc40af828f.shtml) e quello, non firmato, del Financial Times di ieri (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/896db8b2-1166-11e3-a14c-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz2dNRd7izT).
Buona stampa, per entrambi.
Non ho davvero certezze, anche se ammetto di propendere per le tesi espresse da Panebianco. Abbiamo davanti agli occhi la realtà di paesi nei quali, lungi dall’esportare la democrazia e la stabilità, abbiamo risvegliato odi tribali e religiosi profondi, abbiamo generato situazioni di caos e di precarietà all’origine di nuove ondate di profughi disperati, abbiamo creato il brodo di cultura di movimenti terroristici favoriti dalla spregiudicata azione di paesi interessati a mantenere o accrescere il proprio ruolo di potenza regionale, senza preoccuparsi delle conseguenze per le popolazioni.
Basta leggere questo articolo di Claudio Gallo, pubblicato da La Stampa qualche giorno fa, che descrive l’agire del capo dei servizi di sicurezza sauditi: http://www.lastampa.it/2013/08/27/esteri/bandar-il-principe-saudita-che-tesse-la-tela-antiassad-rj3gNacKRuxyzCJUG9LEcP/pagina.html.
Buona stampa. Con gente simile all’opera, temo che punire Assad, alla fine, si dimostrerà una scelta controproducente.
Mi sembra necessario chiudere con un raggio di luce che rischiari il buio attorno a noi. E non è difficile ricorrere all’odierno Buongiorno di Gramellini: http://www.lastampa.it/2013/08/31/cultura/opinioni/buongiorno/ritorno-a-casa-SE1UdWEZhDovaOd85gFJsL/pagina.html.
Buona stampa. E, già che ci sono, do spazio alla canzone degli U2 citata nel pezzo. Anche se non è il mio genere, mi pare giusto chiudere con The Unforgettable Fire.


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