domenica 4 agosto 2013

Un quotidiano comunista inglese


Ci sono giorni, oggi è uno di questi, nei quali vorrei svegliarmi in un paese in cui il rispetto per la propria cultura, la propria storia e il proprio futuro non fosse ormai quasi completamente dissolto.
La conferma, da parte della Cassazione, della condanna per frode fiscale inflitta al tizio decrepito ha, prevedibilmente, ma non comprensibilmente, scatenato reazioni a dir poco scomposte, desolante conferma di come la classe politica italiana sia incapace di misurarsi con la realtà dei problemi e si dedichi (e su questi si combatta aspramente) a temi che nulla importano agli italiani e nulla hanno a che vedere con i loro bisogni e le loro aspirazioni.
Che poi, in questo frangente, emergano con particolare gravità le implicazioni della natura del partito del tizio decrepito non stupisce.
E sui giornali si torna a parlare di un “cerchio magico”, alludendo all’entourage del padrone del Pdl, a quel nucleo di personaggi che vivono per compiacerlo. E, non credo di essere il solo, a leggere di questo cerchio magico, torno a pensare al primo di cui si è occupata la stampa e mi verrebbe da mettere le mani nei capelli (ah, se li avessi…) pensando a come si formano questi gruppi di fedeli servitori, selezionati in base non già alle capacità, ma alla totale e cieca devozione, ricompensata con l’indifferenza anche per la disinvoltura morale di molti tra loro.
Nelle note affidate alle agenzie e nelle confidenze ai quotidiani si sprecano le difese del capo, in una sorta di ridicola gara a chi la spara più grossa per attirare l’attenzione su di sé e per conquistare qualche briciola di apprezzamento da parte del tizio decrepito.
A riguardo, ammetto di essere sollevato nel vedere che Bondi, finalmente, ha parlato e l’ha fatto come gli compete, ossia con saggezza, senso critico, prudenza, rispetto per le istituzioni, virtù che gli sono ampiamente riconosciute, non diversamente dall’eccellenza nel poetare e nell’amministrare i beni culturali italiani.
Naturalmente si scherza: Bondi è una figura così patetica nel suo ardore servile da stimolare soltanto umana pietà. Certo, in un paese nel quale la classe politica si forma diversamente da come accade in Italia, per uno come lui non si sarebbero mai aperte le porte del Parlamento e, men che meno, quelle di un ufficio di Ministro. Lasciamo perdere.
Veniamo alla stampa. Quasi tutti i direttori dei principali quotidiani italiani si sono occupati della situazione creata dalla sentenza della Cassazione e dalle reazioni del tizio decrepito e dei suoi valletti. Lo hanno fatto, per citare tre degni di attenzione, De Bortoli sul Corriere (http://www.corriere.it/editoriali/13_agosto_03/prima-di-tutto-paese-de-bortoli_8556ccf8-fbfb-11e2-a7f2-259c2a3938e8.shtml), Calabresi su La Stampa (http://www.lastampa.it/2013/08/04/cultura/opinioni/editoriali/labbaglio-dello-scontro-totale-H9iaDME9cF4Q0bzGMQ1HpM/pagina.html) e Roberto Napoletano sul 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-04/malattia-italiana-massimo-governo-081221.shtml?uuid=AbLHy9JI&fromSearch).
Buona stampa. Anche se la mia preferenza va alla sintesi di Calabresi, che non lascia spazio a qualche nota di ambiguità che traspare negli articoli dei colleghi, forse un po’ preoccupati di apparire schierati.
Il problema è che, anche tra le nostre migliori firme, si è andato diffondendo il virus che sta devastando la nostra classe dirigente, rendendola incapace di assumersi sino in fondo le proprie responsabilità e di guardare la realtà in faccia e di agire senza preoccuparsi, scusate la brutalità, di salvarsi le chiappe.
Anche altrove, ho già avuto modo di sottolinearlo, la classe dirigente si è screditata. Da noi, però, il fenomeno ha superato da tempo il livello di tolleranza. E sta facendo pagare un prezzo insopportabile alla popolazione. Anche in termini di rispetto.
Buona stampa.
E, giusto per tornare alla valutazione della sentenza della Cassazione, andiamo oltre il titolo dell’articolo del Financial Times citato anche da Severgnini. Lo potete leggere qui: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/88151c2a-fb78-11e2-a641-00144feabdc0.html#axzz2awfjCAfu.
Buona stampa. Dove si legge quello che sarebbe stato bello leggere anche nei giornali italiani. Perché non si può fingere di non vedere quel che è successo in questi vent’anni e non si può continuare nel “cerchiobottismo” che contraddistingue anche alcuni dei nostri migliori quotidiani.
I difetti dello schieramento opposto al Pdl, e gli errori dei suoi (sedicenti) leader, non sono un buon motivo per rifiutarsi di valutare la presenza in politica del tizio decrepito come fa il Financial Times.

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