sabato 23 marzo 2013

Un buon vecchio sovversivo


Per qualche giorno, come avete potuto notare, non ho scritto nulla. In realtà, ho scritto, ma ho preferito non pubblicare. Per molte ragioni, che potete intuire da soli, gli argomenti di cui mi sono occupato più spesso mi hanno stancato. Non perché manchino comportamenti e situazioni degne di attenzione e, soprattutto, di critica, ma perché proprio mi sembra così inutile cercare di ragionare con calma e seriamente, naturalmente negli spazi angusti consentiti dalle mie capacità.
Il nostro paese si avvita e si abbarbica attorno ai suoi peggiori difetti e nulla può cambiare se anche il sedicente nuovo ha obiettivi e comportamenti poco diversi dal vecchio. I bei gesti dei neoeletti Presidenti di Senato e Camera restano gocce nel mare di un modo di intendere la politica e il potere immutato. E le aree oscure di connivenze e di ricatti e le dimostrazioni di arroganza, con buona pace dei tanti che hanno avuto fiducia in Grillo, non si riducono, anzi.
Segnalo il pezzo dal Corriere di ieri di Beppe Severgnini soltanto perché seppellisce ogni residua illusione che lo psiconano+barba-Mediaset sia diverso da quelli che accusa di possedere parti anatomiche fungibili. Le sue sono del tutto sostituibili come quelle di Bersani e del tizio decrepito. Se avete voglia, ma sareste giustificati se non ne aveste, potete leggere l’articolo di Severgnini qui: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_22/stellati-educazione-severgnini_be29a214-92bd-11e2-b43d-9018d8e76499.shtml.
Buona stampa. Giudizio che sarebbe immeritato in un paese nel quale la pubblica opinione non fosse ormai nel più profondo torpore e, più grave, i mezzi di comunicazione (come emerge anche nel pezzo di Severgnini) non avessero perso di vista la propria ragione d’essere.
Mi consolo con un ritratto di Noam Chomsky che traggo da The Guardian, consapevole che uno dei miei tre lettori si sentirà autorizzato a sostenere ancora una volta che sono “comunista”.
Chomsky è una figura molto controversa, un uomo sicuramente molto a sinistra (negli Stati Uniti, dove la cosa ha un significato diverso che da noi), uno studioso che ha assunto posizioni spesso esasperate, ma è un intellettuale che non nasconde da che parte sta e che non gioca sporco.
Mi è piaciuto leggere il pezzo che gli ha dedicato The Guardian: http://www.guardian.co.uk/world/2013/mar/22/noam-chomsky-no-individual-changes-anything-alone.
Buona stampa. Nessuno, davvero, può cambiare nulla da solo. E, se posso aggiungere del mio, per cambiare insieme bisogna capire che la strada si traccia insieme e che gli obiettivi di tutti sono, inevitabilmente, meno soddisfacenti per il singolo, ma, per l’appunto, soddisfano abbastanza tutti.
Banalità. Lo dico io per primo, ma da queste parti sembriamo essere in pochi a ricordarlo e, ancora trovo conforto nel pezzo di Severgnini, non riusciamo mai a toglierci di dosso una maglietta a righe di diversi colori.
Buona notte e buona fortuna.

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