martedì 8 marzo 2016

E se poi ci stupisse? Meglio non correre rischi!

Si fatica a trovare un organo d’informazione internazionale che esprima un parere positivo sulla possibilità che Donald Trump sia il candidato dei Repubblicani alla presidenza degli USA. Per quel poco che conta, neppure a me piace l’idea che quel personaggio arrivi anche solo a qualche centinaio di metri dal 1600 di Pennsylvania Avenue.
Un’ottima analisi sulle radici economiche e sociali del seguito ottenuto da Trump l’ho trovata nella rubrica di George Friedman (This Week In Geopolitics) per mauldineconomics.com: http://www.mauldineconomics.com/this-week-in-geopolitics/the-roots-of-trumps-strength.
Buona stampa. Credo si possa osservare senza timore di sbagliare che anche in altre nazioni la classe media è stata colpita dalla crisi e ha visto il proprio reddito e il proprio peso contrarsi sensibilmente, tanto da sviluppare un profondo risentimento che si esprime, politicamente, nell’appoggio ai movimenti e agli uomini politici più disposti a promettere, in modo non necessariamente credibile, misure capaci (forse) di arrestare il declino di questo segmento ampio della popolazione.
Mi stupisce abbastanza che, mentre un commentatore americano come Friedman sottolinea le difficoltà della classe media del suo paese e presenta dati che ne giustificano il malessere, Alberto Alesina, quasi nelle stesse ore, sostenga sul Corriere della Sera posizioni un po’ diverse: http://www.corriere.it/cultura/16_marzo_07/crisi-che-non-c-nonostante-pessimisti-36e24cc6-e3d6-11e5-aa1e-c06fd7dc1288.shtml#.
Stampa così e così. Soprattutto perché mi sembra di cogliere in tutto l’articolo un ottimismo poco convinto e poco convincente. Alesina mi pare non voler grattare al di sotto della patina dorata dei numeri e vedere come quei numeri influenzino le condizioni di vita della popolazione americana, cosa che invece ha fatto Friedman. Dove Alesina ha sicuramente ragione è quando osserva che le condizioni economiche europee sono di gran lunga peggiori e lascia capire quanto sia necessario introdurre misure capaci di produrre incrementi sensibili del PIL, così da ridurre le ragioni del malessere delle classi medie.
Per chiudere su Trump, almeno per oggi, ecco un articolo di Gideon Rachman da The Financial Times: https://next.ft.com/content/181106fa-e211-11e5-8d9b-e88a2a889797.
Buona stampa. Rachman esordisce assumendosi il compito di difendere Trump e di interpretare positivamente alcuni aspetti generalmente considerati i suoi principali difetti. Poi, però, rivela di non desiderare affatto di trovarsi, dopo il prossimo novembre, nella condizione di valutare l’eventuale correttezza della sua difesa. Un pezzo interessante e stimolante. E l’ennesima dimostrazione che, in giro, di gente che apprezza Trump senza riserve si fa fatica a trovarne.
Per quello che riguarda l’Italia, vorrei tornare, sia pure indirettamente, sul tema conclusivo di domenica, ossia sulle parole del Ministro Boschi che, come Renzi, si ostina a parlare dei risultati del governo con entusiasmo, spacciando per riforme interventi che, in realtà, spesso sono ancora solo vuote cornici, testi legislativi che, in assenza di passaggi ulteriori, difficilmente possono produrre conseguenze positive sulla vita degli italiani o che sono addirittura destinati a restare lettera morta. Un esempio? Ecco due articoli di Maurizio Caprino su Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-03-06/omicidio-stradale-ad-armi-spuntate-081440.shtml?uuid=AC3ySmiC&fromSearch e http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-03-08/omicidio-stradale-confini-incerti-063752.shtml?uuid=ACJN4ojC&fromSearch.
Buona stampa. Come si vede, anche la normativa sull’omicidio stradale lascia spazio a molti dubbi sulla reale efficacia. Non diversamente da altre misure prese dal governo guidato da Renzi, anche in questo caso conta la comunicazione, il racconto del provvedimento, non il suo contenuto e, men che meno, la sua capacità di raggiungere gli obiettivi indicati.
Le protagoniste musicali di oggi sono due donne.
La prima è Rickie Lee Jones, una cantante americana che si è mossa, con originalità e con ottimi risultati, negli spazi in cui il jazz si fonde con altri generi. Il brano che ho scelto è uno dei suoi più popolari successi: Easy Money.


Anche la seconda voce che vi propongo appartiene a una cantante americana, in questo caso una cantante di formazione lirica: Renée Fleming. Il pezzo che vi faccio ascoltare, però, non è classico. Si tratta di un brano di Ennio Morricone: Come Sail Away, parte della colonna sonora di un film per la televisione (Il viaggio del terrore: la vera storia dell'Achille Lauro).




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