domenica 13 marzo 2016

La premiata ditta "Sconfitte & Affini"

Il rapporto con la tecnologia non è facile, non tutti i nostri politici hanno la disinvoltura e la dimestichezza con Twitter o Facebook di Matteo Renzi o di Matteo Salvini (o, più probabilmente dei loro assistenti, da noi generosamente remunerati). 
Lo Stalinuccio di Gallipoli, per esempio, è assente dai social network. Forse, informato dell’opinione non proprio positiva di Umberto Eco (http://www.lastampa.it/2015/06/10/cultura/eco-con-i-parola-a-legioni-di-imbecilli-XJrvezBN4XOoyo0h98EfiJ/pagina.html), ha ritenuto opportuno non correre il rischio di essere confuso.
Lui può farlo. Mentre noi imbecilli ci dobbiamo mettere davanti al computer e scrivere, a D’Alema, per far conoscere le sue preziose opinioni, basta alzare il telefono e chiedere un’intervista.
Uno dei principali sostituti di Twitter per D’Alema è senz'altro Aldo Cazzullo. A distanza regolare, Cazzullo intervista D’Alema e il Corriere dedica un’intera pagina o poco meno all’evento.
E’ accaduto anche pochi giorni fa: se volete leggere questo esempio di giornalismo non proprio anglosassone, però, lo farete senza il mio aiuto. Io ho deciso di dare il minimo sostegno a questo genere di rappresentazioni, molto italiane, che servono solo alle pratiche sessuali solitarie di pochi membri della classe dirigente e lasciano il tempo che trovano, non certo soleggiato, per tutti gli altri cittadini.
Devo, tuttavia, ammettere che le parole di D’Alema hanno prodotto qualche effetto, ossia altre pagine di giornali, gran parte dei quali si sono limitati a registrare le reazioni di altri uomini politici, di varia importanza e schieramento. Detto altrimenti: aria rifritta.
Qualche eccezione, fortunatamente, c’è stata e vi posso proporre due articoli, entrambi da Il Sole 24 Ore di ieri. 
Il primo, di Roberto D’Alimonte, ripercorre molto sinteticamente, ma anche brillantemente, le vicende del centrosinistra nell’ultimo ventennio. Il pezzo non è disponibile on line e quindi scegliamo una via alternativa.


Buona stampa. Fatico a capire perché dovremmo considerare lo Stalinuccio di Gallipoli una risorsa. Nella sua, purtroppo lunga, presenza sulla scena politica nazionale D’Alema ha saputo offrire poco o nulla di buono, spargendo, invece, a piene mani la sua saccenteria arrogante e dedicandosi alle sue trame da sagrestia. Quasi sempre con l’aiuto dei cazzulli di turno. In Italia non mancano.
Il secondo articolo, firmato da Lina Palmerini, si rivolge al futuro e aiuta a riflettere sull’impatto che il comportamento di D’Alema e soci può avere sugli italiani. Ecco il collegamento: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-03-12/nuovi-rischi-e-vecchie-risse-pd-101314.shtml?uuid=ACwfk0mC.
Buona stampa. In particolare perché giustifica le parole che ho usato sopra: pratiche sessuali solitarie. Parole che, però, a ben vedere non sono corrette. Si tratta di pratiche solitarie in gruppo, il che, con tutta evidenza, è un ossimoro, tra l’altro impreciso. I membri della ditta, infatti, anche quando sono in gruppo, pensano solo a se stessi e si preoccupano del loro piacere individuale, del tutto indifferenti alle conseguenze che ciò ha su chiunque, soprattutto sui loro sventurati concittadini, cioè noi. Ok, è un po’ arzigogolato, ma penso mi abbiate capito.
Dice molto bene, molto meglio di me, Ennio Chiodi (https://it.wikipedia.org/wiki/Ennio_Chiodi) in un suo post su Facebook (https://www.facebook.com/ennio.chiodi?fref=nf&pnref=story), di cui riprendo un passaggio: “Mi sembra sempre più evidente che l'obiettivo della minoranza PD non sia quello di governare il Paese ma di governare il PD e quindi l'indotto del potere, il sottogoverno. Se questo significa lasciare ad altri il governo del Paese non gliene può fregare di meno”.
Su D’Alema e tutta la sua degna compagnia sto per concludere perché abbiamo perso anche troppo tempo con loro. Non solo oggi: D’Alema e soci hanno fatto perdere anni e anni all’Italia, non diversamente da molti altri.
La qualità pessima dei politici italiani ha una storia lunga, così come la propensione a (cercare di) rifarsi una verginità e a dimenticare quello che si è detto in passato.
Buona stampa. Non sono mai stato un sostenitore di Craxi, al contrario, ma certo che l’immagine di Mattarella trae ben poco beneficio dalle parole citate da Feltri, delle quali, come forse anche voi tre, io non mi ricordavo. E teniamo conto che il Presidente della Repubblica è un giurista, professore di diritto amministrativo, tanto da essere stato anche membro della Corte Costituzionale…
Prima di passare alla nostra battaglia contro i nemici della cultura, mi pare opportuno chiarire che non ho cambiato opinione su Matteo Renzi. Quanto precede non muta il mio giudizio su di lui, che resta negativo sia su gran parte delle misure adottate dal suo governo sia sul suo modo di svolgere il compito di Presidente del Consiglio.
Un Presidente del Consiglio che cinguetta tanto dei suoi presunti successi, ma non sembra preoccuparsi di situazioni come quella descritta da Ernesto Galli della Loggia in un editoriale del Corriere della Sera di ieri: http://www.corriere.it/opinioni/16_marzo_12/scuola-assurdo-calvario-neo-professori-b7366470-e7b4-11e5-ba2c-eb6e47d0264e.shtml#.
Buona stampa. Mi pare che questo articolo la dica lunga sulla capacità del governo Renzi d’incidere sulla stoltezza opprimente della burocrazia italiana. In realtà, come ho già detto più volte, la mediocre qualità dei politici e la loro scarsa o nulla considerazione del problema del controllo sulla pubblica amministrazione induce quest’ultima a dare il peggio di sé e a complicare in maniera intollerabile la vita dei cittadini, oltre che a predisporre il terreno di coltura della corruzione, dalla quale essa trae vantaggio.
Ed ecco arrivato il momento della musica. Oggi vi propongo l’ascolto di due brani dal vivo di Emerson, Lake & Palmer, il gruppo che è stato uno dei principali interpreti del rock progressivo inglese. La scelta si spiega, come potete facilmente immaginare, con la morte di Keith Emerson, avvenuta il 10 marzo. 
Il primo suggerimento è uno dei loro più famosi successi: Lucky Man.



Il secondo brano è, per così dire, una replica. Si tratta, infatti, dell’esecuzione di un brano di Aaron Copland, Fanfare For The Common Man, che vi ho già proposto nel settembre del 2012. Mi sembra sia trascorso un tempo abbastanza lungo da poterlo suggerire una seconda volta.


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