martedì 29 marzo 2016

Arrendevoli e ondivaghi

Domenica a Lahore un attentatore suicida ha provocato una strage di cristiani, molti dei quali bambini. La posizione, le dimensioni, il possesso di armi atomiche e altro ancora rendono il Pakistan un paese cruciale. 

Alberto Negri, su Il Sole 24 Ore di oggi spiega, in modo sintetico, però efficace, la relazione del Pakistan con vari settori del terrorismo islamico: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-03-29/alle-radici-jihad-073412.shtml?uuid=ACiwTFwC.
Buona stampa. Negri accenna al rapporto dell’occidente con il Pakistan, non certo lineare né sempre logico, spesso debole, non diversamente da quanto accaduto in tutta l’area. Affondano in un passato non lontano le radici dei continui errori strategici compiuti dai paesi occidentali nei rapporti con il mondo islamico. Quanto accade oggi è in larga misura conseguenza di quegli errori strategici, della mancanza di visione e di coraggio, di scelte avventate e di alleanze discutibili.
Anche ora gli USA e l’Europa si muovono in maniera tutt’altro che coerente, assecondando regimi che un domani, come già accaduto, potrebbero rivelarsi, nella migliore delle ipotesi, opportunisti, nella peggiore, infidi. Comprano brevi periodi di illusoria sicurezza. Non sanno preoccuparsi della stabilità a lungo termine di un territorio che va dalla Libia all’India e dal cuore dell’Africa a quello dell’Asia. Un’insipienza gravissima, contro la quale non sembra alzarsi nessuna voce.
L’Italia non si distingue, anzi, rispettando la tradizione, mostra i suoi lati peggiori: mantiene posizioni ambigue, insegue obiettivi inconciliabili e non sa mostrarsi risoluta e ferma in nulla.
A riprova di questo basta osservare come vengono gestite (si fa per dire) le due principali vicende di contrasti internazionali che ci vedono coinvolti, quella dei Marò con l’India e quella dell’assassinio di Giulio Regeni con l’Egitto.
Potrò sbagliare, ma non credo che altri paesi avrebbero consentito alle controparti di comportarsi come India ed Egitto si sono sentiti e si sentono autorizzati a fare. E di questo possiamo ringraziare politici e membri delle pubbliche amministrazioni i quali, oltre a rivelarsi spesso impreparati alle situazioni di crisi, le affrontano in modo incerto, superficiale, privo di autentica determinazione.
Questo rende anche più ridicolo l’attivismo di alcuni uomini politici italiani in questi giorni. Ne parla Lina Palmerini nella sua nota odierna per Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-03-29/l-attivismo-diplomatico-salvini-e-maio-071529.shtml?uuid=ACwrFFwC.
Buona stampa. Dubito che il dimenarsi di Salvini e Di Maio possa realmente renderli credibili agli occhi dei nostri interlocutori internazionali, ai quali sono ben note la propensione alle chiacchiere e l’inconcludenza che caratterizzano la grande maggioranza dei politici italiani. La credibilità è frutto di impegno coerente e prolungato, non di estemporaneità.
Palmerini accenna anche alla necessità, per il governo in carica, di rivedere i numeri dei conti pubblici alla luce delle condizioni economiche effettive, meno rosee delle previsioni che, ancora pochi giorni fa, Renzi e Padoan sostenevano essere credibili.
Non gioisco certo nel vedere che le mie riserve sull’operato del governo in materia di conti pubblici si rivelano fondate, tutt’altro. Sono molto preoccupato perché gli errori di Renzi e Padoan rischiano di mettere l’Italia in una posizione anche più difficile nei prossimi mesi e anni, quando i dubbi di molti osservatori sulle prospettive economiche mondiali potrebbero rivelarsi fondati e la già debole crescita italiana potrebbe farsi anche più fiacca con gravi conseguenze.
E’ mancata, nei due anni di presenza di Renzi a Palazzo Chigi, la volontà e la capacità di incidere in modo credibile sulle condizioni che frenano la nostra economia, che dissuadono italiani e stranieri dall’investire in aziende esistenti e in nuove imprese, di favorire in maniera durevole l’accesso dei giovani al mondo del lavoro.
A riguardo vi propongo la lettura dell’editoriale di Francesco Giavazzi sul Corriere di oggi: http://www.corriere.it/opinioni/16_marzo_29/salviamo-legge-anti-lobby-a9ea1320-f51a-11e5-ad8f-b6693bfe4739.shtml.
Buona stampa. Cambiare verso a un paese richiede una determinazione che Renzi non ha. E io credo, mi ripeto, che non la possiede perché non è realmente interessato al rinnovamento dell’Italia. Ciò cui è interessato, non diversamente da Salvini o Di Maio, è prendere voti alle prossime elezioni. Abbiamo bisogno di politici concentrati sulle elezioni che si svolgeranno tra dieci anni, non su quelle di domattina. In giro, però, non ne vedo.
Il problema non è solo italiano, come ho sostenuto altre volte. E il problema nasce anche dall’atteggiamento dei cittadini, i quali sono spesso privi di una visione sufficientemente ampia da consentire un’adeguata valutazione dei politici, con attenzione per risultati concreti e non per le promesse e i proclami, in particolare quelli che fanno leva sull’emotività o sui pregiudizi. 
La questione si pone anche in relazione al terrorismo fondamentalista che ha colpito così duramente in Europa. Non è facile, come spiega George Friedman nella prima parte della sua nota settimanale per Mauldin Economics, dedicata proprio al terrorismo e al modo in cui viene percepito dai cittadini: http://www.mauldineconomics.com/this-week-in-geopolitics/terrorism-and-being-terrified.
Buona stampa. Oggettivamente è difficile per un comune cittadino restare perfettamente razionale di fronte alla minaccia terroristica, ma proprio per questo la capacità di leadership dei politici diventa più importante. Friedman ha ragione nel sostenere che l’approccio di Obama alla questione non libera dalla paura gli americani, tuttavia non mi sembra offrire un’alternativa al richiamo alla razionalità. “Arrenderci” al nostro naturale e giusto amore per la vita a me pare comportare la vittoria, o almeno una vittoria parziale, di chi la vita non ama e non ama tutto quello che essa può offrire. Non possiedo certo la ricetta per risolvere questo dilemma, ma dovremo trovare una soluzione.
Nella lotta contro i nemici della vita e di tutto ciò che essa ha di meraviglioso da offrire, ritorno in Pakistan. Vi ho già fatto ascoltare un’altra volta la straordinaria voce di Nusrat Fateh Ali Khan. Il brano scelto oggi è Sun Charkhe.


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