lunedì 16 marzo 2015

Una lotta di facciata


Sembra quasi una beffarda combinazione che, nel giorno dell’ennesima azione della magistratura contro la corruzione, Gian Antonio Stella avesse scritto un editoriale sul tema per il Corriere della Sera: http://www.corriere.it/editoriali/15_marzo_16/tangenti-gianantonio-stella-editoriale-corriere-sera-16-marzo-2015-3cf7d706-cba0-11e4-990c-2fbc94e76fc2.shtml#.
Buona stampa. Verosimilmente inutile. Le parole del buon senso non arrivano nelle sale del potere, dove non c’è tempo per quisquilie come la giustizia (quella vera, quella sostanziale che preme ai cittadini comuni e alle imprese, non agli interessati del momento, che siano tizi decrepiti o sindaci immarcescibili).
C’è tempo per Twitter, quello sì, per proclamare questo e annunciare quello, per coniare l’ennesimo stupido slogan, per offendere un avversario o anche chi, semplicemente, la pensa altrimenti.

Chiacchiere, sanno rifilare solo chiacchiere, alla ricerca di un facile consenso o di un attimo di attenzione da parte della stampa. E poco importa che la loro inettitudine litigiosa produca costi che si scaricano sui cittadini, impoverendone la vita attraverso una pressione fiscale intollerabile, determinata dalla incapacità di porre fine ai flussi di denaro pubblico assorbiti dalla corruzione e anche, più banalmente, dalla cattiva gestione.
Lo spiega meglio di me Alfredo del Monte, nell’articolo dal sito LaVoce.info citato anche da Stella: http://www.lavoce.info/archives/30355/peso-corruzione-debito-pubblico/.
Buona stampa. E’ davvero un piccolo saggio interessante, che mette in evidenza le tante implicazioni economiche della corruzione, in particolare l’effetto depressivo che essa esercita sulla dinamica del Prodotto Interno Lordo.
Riprendo, però, due frasi che si concentrano sugli aspetti giudiziari. La prima: “Riduzione della probabilità di condanna e possibilità di mantenere, anche se scoperti, i guadagni risultato della corruzione hanno incentivato questa forma di reato. D’altronde, almeno fino a oggi, molto poco è stato fatto sul fronte della lotta alla corruzione”. Aggiungo, anche se quasi superfluo, che non si può ritenere, come ho già osservato a proposito della conclusione delle indagini sul Mose, che vi sia vera punizione se il colpevole può patteggiare, ottenendo una condanna risibile rispetto alla gravità del reato (e spesso non la sconta neppure in carcere) e mantenere gran parte del denaro ottenuto grazie alla corruzione.
Seconda frase di Del Monte: “La legge Severino, approvata dal Governo Monti, accanto alle norme sulla decadenza e la non candidabilità, ha anche ridotto i reati e i tempi di prescrizione relativi all’induzione alla corruzione, fornendo ulteriori incentivi a comportamenti illegali”.
Niente di sorprendente, in verità: la legge Severino fu uno dei momenti più bassi della deludente parabola politica di Mario Monti. Per farla approvare si esercitò in una serie di compromessi al ribasso che, appunto, generarono una norma del tutto inadeguata oltre che confusa, tanto da suscitare difficoltà di applicazione.
La responsabilità di questa pessima prova di legislazione viene attribuita all’allora Ministro della Giustizia Paola Severino, ma, a ben vedere, essa è frutto di un processo lungo e complicato, originato durante l’ultimo Governo Berlusconi, ossia quando Guardasigilli era Angelino Alfano (http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Severino).
Guardate le date e il risultato delle votazioni così come sono riportati da Wikipedia:
17 ottobre 2012 - Il Senato approva, modificandolo ulteriormente, il disegno di legge con 256 sì, 7 no e 4 astenuti;
31 ottobre 2012 - La Camera approva in via definitiva il disegno di legge con 480 sì, 19 no e 25 astenuti.
E sì, una legge con ben pochi oppositori… Una legge che soddisfaceva quasi tutti, dunque, perché aveva perso per strada la volontà di perseguire efficacemente la corruzione.
Mi fermo qui, per la vostra e la mia salute.
Continuiamo, però, la battaglia contro i nemici della cultura e della musica. Vi propongo un brano da quel mondo musicale che già sapete mi piace profondamente, ossia quello della contaminazione tra generi e culture diversi.
Ascoltiamo Amerigo, eseguito dal trio formato dal violoncellista olandese Ernst Reijseger (http://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_Reijseger), dal cantante e strumentista senegalese Mola Sylla (http://it.wikipedia.org/wiki/Mola_Sylla) e dal pianista olandese Harmen Fraanje (http://en.wikipedia.org/wiki/Harmen_Fraanje).


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