domenica 29 marzo 2015

La profondità di un dolore


Nel post di ieri, alla fine del primo paragrafo, nell’augurarmi che la stampa lasciasse in pace i vivi pensavo, soprattutto, ai genitori di Andreas Lubitz. Non riuscivo e non riesco neppure adesso a intuire la profondità del dolore che può portare la perdita di un figlio nel modo in cui loro hanno perduto il proprio.
Il tema, com’è naturale, non interessa soltanto il sottoscritto. Ne ha scritto, molto meglio di me, Marcello Veneziani in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera questa mattina. Non è disponibile on line, quindi l’acquisisco con lo scanner. Lo ammetto prima che lo diciate voi: non ho fatto un lavoro eccellente, ma era il meglio che potevo. Dovrete passare dal primo documento al secondo e tornare al primo. L’importante è che leggiate.



Buona stampa. Acume, misura, garbo, sensibilità. Difficile trovarli di questi tempi.


Restiamo sul Corriere per l’editoriale di Angelo Panebianco, che riprende il tema del presunto autoritarismo di Matteo Renzi e fa un efficace e convincente paragone con quello che accadeva ai tempi del tizio decrepito: http://www.corriere.it/editoriali/15_marzo_29/ai-tempi-cui-c-era-lui-457c91c6-d5de-11e4-b0f7-93d578ddf348.shtml.
Buona stampa. In cui, scusate l’annotazione un po’ boriosa, ci sono alcune osservazioni molto simili a ciò che sostenevo nel mio post di ieri.
E veniamo a parlare di Doc. Oggi lo trovate a fare la guardia a un magnifico pezzo di Roberto Plaja, il quale ha abbandonato temporaneamente gli argomenti finanziari per riflessioni su di noi, sugli uomini. Più che mai da leggere: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/03/29/doc/.
Per la guerra ai nemici della Cultura e, come nota giustamente Roberto, della Storia, vi propongo un brano tratto da Duets, l'album più recente di Van Morrison. In questo pezzo, intitolato Streets of Arklow, duetta con Mick Hucknall, dei Simply Reds.


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