martedì 14 ottobre 2014

Non sentivano certo il bisogno di lui


Nella sua abissale insensatezza, lo psiconano+barba-Mediaset ha ritenuto di andare a ispezionare i Genovesi che stanno faticosamente rimuovendo tonnellate di fango e detriti dalla loro città.
Potrà negarlo fino alla morte, ma la sua apparizione a Genova non ha nulla a che fare con la solidarietà o la volontà di individuare azioni da proporre per dare un po’ di sollievo alla città e ai suoi valorosi cittadini. Si tratta dell’ennesimo squallido show di un mediocre comico inspiegabilmente assurto a ruolo di leader (apparente) di un movimento tragicamente inconcludente, dominato da servilismo persino peggiore di quello che abbiamo imparato a conoscere nei partiti del tizio decrepito. Sono trascorsi non so quanti mesi da quando ho scritto che Grillo non era una risorsa per il Paese. Sono stato facile profeta. Ovviamente grazie al formidabile contributo di Ca((zz)sal)eggio e del suo patetico pupo.
Tutta la mia simpatia ai Genovesi che l’hanno contestato come meritava. Per la cronaca della giornata vi rimando, tra tanti, a La Stampa: http://www.lastampa.it/2014/10/14/italia/cronache/nord-flagellato-ora-il-maltempo-si-sposta-al-sud-genova-respira-si-indaga-per-disastro-colposo-VimwxvrYSsiXFTp91NHcsK/pagina.html.
Vorrei poter dire: passiamo alle cose serie, ma, purtroppo, che Ca((zz)sal)eggio e Grillo abbiano un ruolo importante nella vita pubblica italiana è un fatto drammatico, quindi maledettamente serio.
Passiamo, quindi, ad altro. A una vicenda piuttosto sconcertante e anche preoccupante, ossia quella del caos (come altro chiamarlo?) al vertice di una delle maggiori aziende italiane, considerata a ragione per anni un esempio straordinario del genio imprenditoriale che riesce a esprimersi nel nostro Paese. Avrete già capito che si tratta di Luxottica. I giornali dedicano da giorni ampio spazio a quel che accade nel colosso della produzione e distribuzione di occhiali, fin dall’estromissione di Guerra dalla carica di Amministratore Delegato. Personalmente, proprio per l’ammirazione e per la stima che Leonardo Del Vecchio ha saputo meritarsi, mi dispiace che stia prendendo decisioni discutibili, capaci di sconcertare il mercato e, soprattutto, gli investitori esteri, i quali hanno iniziato a vendere senza esitazioni il titolo dell’azienda di Agordo, voltando le spalle proprio all’uomo che, forse più di ogni altro, ha rappresentato, anche (o soprattutto) fuori dai nostri confini, un formidabile esempio del talento imprenditoriale italiano.
Mi è piaciuta l’analisi del caso effettuata da Alessandro Plateroti sul Sole 24 Ore di oggi: breve, ma interessante anche perché svolge un paragone tra Luxottica e FCA. La potete leggere qui: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-14/credibilita-e-supermanager-063653.shtml?uuid=ABOeEw2B.
Buona stampa. Ciò che temo, e la cosa sarebbe veramente gravissima, è che questa situazione possa far percorrere a Luxottica la strada compiuta da altre eccellenti aziende italiane, finite in mani straniere. Non si tratta di nazionalismo o di campanilismo. Si tratta semplicemente di avvilimento nel vedere che noi sappiamo buttarci via meglio di chiunque altro...
Torniamo per un attimo a Genova prima di ascoltare qualcosa. Un articolo che non ha bisogno di commento e riguarda alcuni premi concessi a dirigenti pubblici. Non vi dico nulla di più, leggetelo: http://www.corriere.it/cronache/14_ottobre_14/genova-dirigenti-disastro-corsa-altri-bonus-63285f34-5361-11e4-a6fc-251c9a76aa3c.shtml.
Buona stampa. Se non si metterà realmente mano a modifiche radicali del rapporto di lavoro nella Pubblica Amministrazione, ci ritroveremo a leggere ancora innumerevoli volte altri articoli che fanno male al fegato, ma anche ad altri organi…
Musica sia. La prima The Nearness of You che ascoltiamo oggi è eseguita da Ella Fitzgerald con Louis Armstrong. Quasi un obbligo dare spazio alla versione di questi due straordinari interpreti del jazz.


Con un bel salto, sia nel tempo sia nello stile, passiamo alla versione, piuttosto lunga, ma assai bella di Paul Bley al piano, con Ron McClure al basso e Billy Hart alla batteria.


E per oggi mi fermo qui, non voglio sparare troppo in fretta tutti i miei colpi.

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