giovedì 26 dicembre 2013

Ci sono ancora...


Non è che io abbia disimparato a scrivere o che abbia smesso di leggere i giornali. Tutt’altro. I miei prolungati “silenzi” nascono dal sentimento di disgusto che suscita in me seguire le vicende politiche italiane. Non ne posso davvero più. Non vedo alcun segno in base al quale illuderci che la classe dirigente sappia imprimere quella svolta che, sola, può offrire al nostro paese un futuro meno desolante di quello che ci attende.
Quanto politici e burocrati siano lontani dal preoccuparsi delle reali esigenze degli italiani lo dimostra il fatto che siano riusciti a partorire un decreto (il cosiddetto Salva-Roma) così delirante da indurre Napolitano a non firmarlo e a rispedirlo al mittente. E mentre mettono insieme provvedimenti legislativi che si possono soltanto definire colossali schifezze, proclamano ai quattro venti di aver fatto diosache. No, non voglio più farmi il sangue cattivo io e farlo fare cattivo a voi. Eviterò di parlare di questi ignobili parassiti che, si fa per dire, amministrano il nostro paese. Voglio solo aggiungere che mi trovo costretto (e sa il cielo quanto la cosa mi procuri sconcerto e imbarazzo) a condividere l’opinione espressa pochi giorni fa dal Presidente della Regione Veneto. Zaia ha sostenuto che per l’Italia sarebbe meglio essere commissariata dalla cosiddetta Troika (UE, BCE e FMI). Temo non esista altra strada per porre in atto le misure di cui il Paese ha drammaticamente bisogno. Solo un’entità esterna, fornita di poteri straordinari, potrebbe far eliminare i privilegi che politici e burocrati pubblici, legati da una complicità sordida, si sono attribuiti e per arginare il flusso di denaro pubblico che viene sperperato ad ogni livello, dal vertice dello Stato alla più minuscola amministrazione locale.
Se volete numeri aggiornati, il Professor Roberto Perotti continua a sfornarne nel suo prezioso studio, pubblicato a puntate dal sito LaVoce.info (http://www.lavoce.info/quei-dirigenti-ministeriali-cosi-numerosi-e-iperpagati/).
Buona stampa. Dalla pagina che vi ho segnalato, potete ripercorrere tutte le tappe di questa che, per chi la legge, si può soltanto definire una via crucis.
E con questo, davvero, sulla politica chiudo.
Vi suggerisco, però, un’altra lettura, con un giorno di ritardo rispetto al tema che apre questa bella intervista rilasciata da Enzo Bianchi al settimanale L’Espresso: http://www.monasterodibose.it/images/stories/priore/articoli_riviste/13_12_22_articolo_espresso.PDF.
Buona stampa. Anche se, lasciatemelo dire, mi sembra paradossale che il settimanale non abbia reso disponibile on line il testo, che fortunatamente è pubblicato in rete dal sito del Monastero di Bose. Enzo Bianchi è un grande italiano, un uomo di straordinaria intelligenza e di straordinaria cultura, doti che gli consentono di illuminare persino il percorso di chi non ha il dono della fede.
Anche in questa intervista sa dire parole rare e preziose.
Chiudiamo con la musica, alla quale, forse, dedicherò ancora più spazio in futuro, così da mantenere vivo il rapporto con voi tre non più con i miei commenti politici (scusate la presunzione) o con i miei suggerimenti per letture giornalistiche.
E procediamo con l’ascolto di un brano in diverse versioni. Si tratta di un classico del jazz, It Never Entered my Mind, a buon diritto uno standard di prima grandezza, tanto da essere interpretato da una vasto schiera di artisti. La prima esecuzione, nell’ambito del musical per il quale fu scritto, avvenne nel 1940 (http://en.wikipedia.org/wiki/It_Never_Entered_My_Mind). Il testo lo potete trovare qui: http://www.stlyrics.com/songs/e/ellafitzgerald1351/itneverenteredmymind862036.html. E proprio dalla versione del 1956 di Ella Fitzgerald prendiamo avvio.


Passiamo poi a due maestri del sassofono tenore: Ben Webster e Coleman Hawkins, affiancati da altri grandi come Oscar Peterson e Ray Brown. La registrazione risale al 1957.


Per la terza versione ci affidiamo a un’altra grandissima voce femminile, quella di Sarah Vaughan, da un album registrato nel 1958.


E per oggi ci fermiamo qui, ma nei prossimi giorni vi proporrò altre versioni.

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