giovedì 28 novembre 2013

E non si parla d'altro...


Parlare del tizio decrepito? Vorrei evitarlo. Non ne posso più di lui, dei suoi nemici, dei suoi fidi lacchè e di tutto il frastuono attorno alle sue vicende, un rumore che serve soprattutto per nascondere quello che il tizio decrepito, i suoi nemici e i suoi fidi lacchè producono continuando a ingozzarsi. Non parlerò del tizio decrepito. Mi limiterò a segnalarvi qualche commento sulla decadenza da senatore, in maniera del tutto casuale, senza dare giudizi e senza indicare le mie eventuali preferenze, che, comunque, voi tre saprete sicuramente individuare.
Il secondo quello di Roberto D’Alimonte dal Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-11-28/il-dopo-cavaliere-e-vie-centrodestra-081011.shtml?uuid=ABW1iLg. Vi consiglio di leggere anche quello di Stefano Folli, che non è disponibile gratuitamente: se avete l’abbonamento all’edizione on line, buon per voi, altrimenti dovrete comperare quella cartacea…
Passiamo poi al commento preventivo di Alessandro Sallusti sul Giornale di ieri: http://www.ilgiornale.it/news/interni/971201.html.
E poi, dal Foglio, Alessandro Giuli (sul quale mi concedo di dire che è, quantomeno, arzigogolato): http://www.ilfoglio.it/soloqui/20829.
Passiamo poi a Il Fatto Quotidiano, che si affida a una tagliente ricostruzione di Mario Portanova: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/28/berlusconi-decaduto-ventanni-di-storia-di-un-fuggiasco-di-successo/792941/.
Fine. I tanti altri articoli, su quotidiani italiani e stranieri, potete andare a leggerli per vostro conto. Adesso vorrei parlare d’altro. Parliamo della nostra classe politica e dei costi che essa impone ai cittadini, argomento non nuovo da queste parti, ma non possiamo cedere alla stanchezza. Non ho fiducia che si possa cambiare uno stato di cose intollerabile, però non dubito che la sola strada disponibile sia quella di insistere nel parlarne, di mantenere viva l’attenzione e la critica, di far sentire quotidianamente quanto siamo indignati. Alternative rispettose della legalità non ne vedo, purtroppo… Stampa e sistema giudiziario sono le nostre sole armi democratiche. E’ importante che avvertano in consenso e il sostegno degli italiani.
Non c’è un particolare fatto di attualità che m’induce a tornare sull’argomento. Lo stimolo a parlarne ancora una volta viene dal lavoro encomiabile di Roberto Perotti sul sito LaVoce.info, che ospita gli articoli in cui l’economista analizza i conti delle istituzioni pubbliche italiane. Questo è il link generale, da dove potrete accedere ai vari pezzi: http://www.lavoce.info/category/rubriche/speciale/.
Buona stampa. Leggete tutto. Per chi non avesse tempo, come già ha fatto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, trascriverò un paio di frasi di Perotti che la dicono lunga sul tipo di problema che noi cittadini abbiamo di fronte e sulle difficoltà che dovremo superare per riuscire a risolverlo: E’ interessante notare che in Lazio il CORECOCO (il Comitato Regionale per il Controllo Contabile, presieduto dalla consigliera 5 Stelle Valentina Corrado), da me contattato innumerevoli volte dall’ inizio di settembre fino a metà novembre, non è stato in grado di fornirmi i dati sulla spesa per il personale del consiglio regionale, né alcuna informazione utile su come e dove ottenerli. Tentativi con altri uffici finora non hanno avuto successo. Semplicemente, la regione Lazio non sa quanto spende per i dipendenti del Consiglio Regionale, e soprattutto sembra non essersi mai posta il problema.
Cos’altro potrei aggiungere? Niente, ovviamente. Potrei, però, suggerire la lettura di un breve articolo di Ernesto Galli della Loggia pubblicato oggi su Style, mensile del Corriere della Sera. Non è reperibile on line, ma siccome mi piace, faccio lavorare lo scanner:


Anche del suo pezzo merita evidenziare un passaggio: E’ fatta di questa miseria sociale, ormai, la classe politica italiana che preme dalle retrovie locali: ma provarne una profonda pietà sul piano culturale può esimere dalla necessità di ricacciarla indietro da dove è venuta?
Potrei fermarmi qui, vorrei, ma non posso… Premetto che lo squallore indecente di questa classe politica è distribuito equamente nei vari schieramenti, inclusi quelli che si vantano di essere migliori degli altri, tuttavia non riesco a togliermi dalla testa che gli atteggiamenti e le scelte del tizio decrepito abbiano dato un contributo fondamentale al deterioramento del livello di moralità del paese. Ecco, l’ho scritto e mi sono rimangiato l'impegno a non occuparmi di lui… Anche la mia parola non vale granché… 

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