lunedì 30 dicembre 2013

Quanto dura la verità?


Non imprevedibilmente, anzi era molto prevedibile, la Signora Mansi, Presidente della Fondazione Montepaschi, ha concesso (richiesto?) un’intervista a Fabrizio Massaro del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/economia/13_dicembre_30/profumo-resti-monte-paschi-noi-andiamo-avanti-tesoro-fondazioni-c0e50816-713f-11e3-acd7-0679397fd92a.shtml.
Stampa così e così. Massaro non va a scavare dove dovrebbe, lasciando che sia Mansi a guidare le danze. E la Signora lo fa da esponente qualificata della classe dirigente italiana, ossia rivelandosi portatrice di certezze granitiche, poco ferrata in storia (anche recente), pronta alle più ardite arrampicate pur di far apparire convincente la “realtà” che vuol rifilare al lettore.
Potrei continuare e dettagliare, ma non vale la pena: c’è chi spiega come veramente stanno le cose meglio di me e vi rinvierò a lui tra un attimo. Un paio di considerazioni, infatti, le voglio proprio aggiungere.
Primo: in tutta l’intervista, Antonella Mansi si guarda bene dal citare gli altri azionisti, i dipendenti e i clienti di Banca Montepaschi, i quali sono portatori d’interessi e di aspettative (del tutto legittimi) rispetto alla Banca quanto o più della Fondazione che la Signora presiede.
Secondo: non so dove la Signora Mansi trovi ragioni per la spavalderia con cui sostiene che, facendo slittare l’aumento di capitale di cinque o sei mesi, la Fondazione potrà collocare le proprie azioni di Banca Montepaschi a condizioni migliori, incassando quanto serve per tappare le falle. Forse anche lei dovrebbe leggere l’articolo, pubblicato sempre sul Corriere di oggi, di Salvatore Bragantini, il quale la realtà la conosce e la descrive, non la ricrea a proprio uso e consumo: http://www.corriere.it/opinioni/13_dicembre_30/buon-senso-salvare-banca-reputazione-27052e4c-7135-11e3-acd7-0679397fd92a.shtml.
Buona stampa.
L’importante, nel nostro paese anche più che altrove, è apparire, far sentire la propria voce (anche quando si dicono sciocchezze e senza preoccuparsi del tono impiegato), imporre una propria verità persino per pochi minuti o per poche ore, pronti a dimenticarsi di averla affermata. E’ grave, ma, almeno in qualche misura, comprensibile, che i politici e le persone con un ruolo pubblico tendano a comportarsi così. Gravissimo e inaccettabile che gli organi di stampa si prestino al loro gioco e rinuncino a svelarne le contraddizioni, consentendo che l’opinione pubblica venga ingannata o, quando va bene, fuorviata.
Buona notte e buona fortuna.

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