martedì 11 ottobre 2016

In tutt'altre facezie affaccendati?

Ieri, mentre The Financial Times si preoccupava di informarci che, probabilmente, la BCE ha dato un “aiutino" alla Deutsche Bank in occasione degli ultimi stress test (https://www.ft.com/content/44768ea8-8c71-11e6-8aa5-f79f5696c731. Buona stampa), i siti dei quotidiani italiani si preoccupavano dell’ennesimo farsesco conflitto all’interno del PD o delle “gesta” di Fabrizio Corona, del quale dovrebbero occuparsi soltanto gli agenti della polizia penitenziaria e non si dovrebbe vedere traccia nei mezzi di comunicazione.
In sintesi: la BCE avrebbe considerato, ai fini della determinazione dei parametri di resistenza della banca tedesca, gli effetti della vendita di una consociata cinese avvenuta, però, dopo la scadenza del 31.12.2015, data di riferimento per la valutazione.
Per il momento, da Francoforte si afferma che tutto è avvenuto in maniera regolare e che non c’è stato nessun “aiutino”. Staremo a vedere, ma certo questa notizia costituisce una macchia per il sistema di vigilanza europeo e un nuovo campanello d’allarme per il settore bancario in generale e per la maggiore banca tedesca in particolare. Deutsche Bank è da tempo al centro dell’attenzione dei media e oggetto di un pesante arretramento in borsa, causato dal susseguirsi di notizie negative, dalla sanzione del Ministero della Giustizia degli Stati Uniti a quella di un possibile coinvolgimento in operazioni poco chiare tra Russia e Occidente (http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-10-11/non-solo-usa-per-deutsche-bank-grattacapi-anche-russia-110022.shtml?uuid=ADffZ8ZB), e dal permanere di dubbi sulla reale consistenza dei suoi attivi, nei quali sono presenti titoli la cui valutazione è tanto difficile da indurre gli osservatori a chiedersi se la banca li sappia (voglia) apprezzare in modo corretto.
Mi auguro sinceramente che non vi sia stato nessun favoritismo da parte della BCE e che la vigilanza venga da essa esercitata con rigore e imparzialità, sottraendosi al rischio, paventato da Alessandro Merli su Il Sole 24 Ore (articolo non disponibile on line), di essere “catturata” dai controllati. Rischio che Merli sottolinea, ma senza addentrarsi troppo, quasi fosse riluttante a indicare le cause della sua preoccupazione. Che avesse paura di parlare delle esperienze italiane degli ultimi anni, per capirci di quel che è successo, davanti alle tre scimmiette della Banca d’Italia, a Vicenza e ad Arezzo, a Ferrara e a Montebelluna?
Prima di chiudere, mi occuperò anch’io del nulla costituito dall’ormai nauseante conflitto tra maggioranza e minoranza del PD, tra Renzi e Bersani, tra Cuperlo e Guerini e simili. Già dal tono avrete intuito che l’argomento non mi appassiona. Aggiungerò che questa vicenda inesauribile e ormai grottesca, mi sembra dimostrare quanto poco conti, per questi signori generosamente mantenuti dagli italiani, il futuro dei loro concittadini. E’ talmente evidente questo aspetto che persino Massimo Franco, opinionista del Corriere, oggi ha abbandonato la sua gesuitica prudenza: http://www.corriere.it/politica/16_ottobre_11/pd-renzi-referendum-lite-infinita-spettro-scissione-88be98ec-8f7a-11e6-a48d-80f1fedf0a64.shtml#.
Buona stampa. Vedremo qualcuno prestare ascolto alle osservazioni di Franco?

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