lunedì 5 settembre 2016

Se non possono dire "whatever it takes", tacciano. O parlino meno

Non ho pubblicato nulla per oltre una settimana, un tempo abbastanza lungo rispetto alle mie abitudini. Gli argomenti non sono mancati in questi giorni, quello che stentava a venire era lo stimolo giusto, quella scintilla che, certamente è un’illusione, mi aiuta a scrivere testi interessanti e utili.
Nella cartella delle bozze si sono accumulati alcuni file che, forse, verranno buoni in futuro, soprattutto perché riguardano argomenti non abituali per me.
Oggi torno ai temi economici e, inevitabilmente, non posso non dirmi sconcertato dal modo in cui essi vengono trattati da personaggi che occupano posizioni cruciali nel nostro paese.
Comincio da una polemica che si è svolta sulle pagine del Corriere della Sera tra ieri e oggi. L’inizio l’ha dato un’intervista di Federico Fubini al Professor Roberto Perotti, già commissario al controllo della spesa pubblica. Ecco il collegamento: http://www.corriere.it/economia/16_settembre_03/dalle-partecipate-rai-ecco-perche-riforme-hanno-fallito-7f737928-7211-11e6-a5ab-6335286216cb.shtml#.
Alle parole di Perotti ha risposto Yoram Gutgeld, suo successore e membro del gruppo dei consiglieri più vicini a Matteo Renzi, con questo testo: http://www.corriere.it/economia/16_settembre_05/deficit-province-enti-inutili-numeri-spending-review-5fa9eefc-72d3-11e6-9754-0294518832f8.shtml#.
Date le circostanze non mi sembra giusto dare un giudizio sugli aspetti giornalistici. Anche sul contenuto preferisco non dire nulla. Non già perché non abbia una mia opinione, ma perché vorrei che voi leggeste e vi formaste la vostra. E non fermatevi soltanto agli aspetti più controversi della diatriba a distanza, ma cercate anche di riflettere sul quadro generale dell’azione economica del governo.
Non mi sposto troppo lontano con il terzo articolo che vi propongo. Sia perché è tratto ancora dal Corriere sia perché riguarda sempre l’operato del governo e, in particolare, gli atteggiamenti del Ministro Padoan. Si tratta dell’editoriale di sabato, firmato da Dario Di Vico: http://www.corriere.it/opinioni/16_settembre_03/realta-numeri-4a6555b8-714d-11e6-82b3-437d6c137c18.shtml.
Buona stampa. Di Vico è stato anche troppo tenero nel sottolineare come Padoan abbia dedicato troppo tempo e troppo impegno allo sterile confronto con l’Istat sulle (men che mediocri) percentuali di crescita del PIL italiano. Ormai faccio fatica a non considerare Padoan l’ennesimo esempio di come, una volta entrati nei palazzi romani, anche personalità apparentemente dotate di considerevoli risorse finiscano per rivelarsi inferiori alle aspettative (e questo conta poco), ma soprattutto alle esigenze del ruolo.
Una prova ulteriore del modo inadeguato con cui Padoan assolve il suo compito si è avuta a Cernobbio, nel corso del convegno organizzato da Ambrosetti. Ecco il resoconto da Repubblica: http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/09/02/news/mps_cernobbio-147054617/?rss=.
Buona stampa. E’ scontato che su MPS Padoan debba mostrarsi ottimista. Questo, tuttavia, non significa andare oltre, come ha fatto il ministro; una scelta tanto più controproducente quanto più il mercato si mostra poco incline a sostenere il piano di rilancio di Montepaschi.
Una voce particolarmente significativa è quella di Davide Serra, finanziere italiano considerato egli pure vicino a Renzi. Ecco la sintesi della sua opinione raccolta sempre a Cernobbio: http://www.soldionline.it/notizie/azioni-italia/mps-il-giudizio-di-davide-serra.
Più articolata mi sembra la posizione espressa ieri da Luigi Zingales su Il Sole 24 Ore. Ecco il collegamento al blog del Professor Zingales in cui potrete leggere il suo articolo: https://europaono.com/2016/09/05/zingales-quale-soluzione-per-monte-paschi/.
Buona stampa. Dalla quale risulta evidente che il piano B è quasi inevitabilmente necessario.
Resto sconcertato dal modo in cui i vertici del governo, Renzi e Padoan, hanno trattato e trattano la vicenda di Banca Montepaschi, dimostrando di non conoscere (o di ignorare deliberatamente) gli effetti prodotti dal loro atteggiamento, che complica e non semplifica la soluzione della maggiore (e purtroppo non unica) situazione critica del nostro sistema bancario.
Quando si occupano determinate posizioni si deve sapere cosa dire e come dirlo. E non ignorare che i mercati sanno valutare la forza delle affermazioni dei politici e calcolare quanto esse siano realistiche, ossia effettivamente realizzabili. La mia impressione è che i mercati non siano disposti a concedere molto credito a Renzi e Padoan, che farebbero bene a tenerne conto. Detto fuori dai denti: loro non sono nelle condizioni di dire “whatever it takes” e dovrebbero agire di conseguenza.
Concludo con un articolo di qualche giorno fa. E’ un bel pezzo scritto per Il Sole 24 Ore da Isabella Bufacchi, la quale ci guida con chiarezza tra i molti aspetti inquietanti dell’attuale quadro economico e finanziario internazionale: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2016-09-02/il-peso-incognite-globali-071925.shtml?uuid=ADem8hDB&fromSearch.
Buona stampa.

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