sabato 9 gennaio 2016

Il prestigio e l'interesse del Paese? Non interessa certo a loro

Un po’ tutti i quotidiani hanno dato una notizia che dimostra (ma ne avevamo davvero bisogno?) quanto sia basso il livello delle persone (politici, funzionari e manager pubblici e imprenditori) che rappresentano il Paese anche in circostanze quali le missioni all’estero per sviluppare accordi economici. 
A novembre, nel palazzo reale di Ryad in Arabia Saudita, tra i membri della delegazione italiana ci sarebbe stata una lite piuttosto violenta per la spartizione (è proprio il caso di usare questa parola che evoca bottini divisi in maniera brutale tra malfattori) dei regali offerti dai governanti locali. Vi propongo il resoconto de Il Fatto Quotidiano, il primo giornale, già ieri, a descrivere la vicenda: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/08/governo-in-visita-in-arabia-saudita-la-missione-finisce-in-rissa-per-i-rolex-in-regalo/2356663/.
Buona stampa. Non bastasse la gazzarra per conquistare un orologio di qualche pregio da parte di gente che, presumibilmente, guadagna in qualche mese il costo dell’oggetto in questione, c’è anche il mistero sulla conclusione della vicenda e sull’effettivo rispetto delle norme relative al trattamento dei regali ottenuti in circostanze simili. Su questa storia, chissà mai perché?, Renzi non ha niente da cinguettare… 
E’ sempre più desolante il panorama che offrono lui e il patetico caravanserraglio della classe dirigente, pubblica e privata, italiana.
Gente senza pudore e senza vergogna, espressione, purtroppo, dei peggiori difetti nazionali, i quali, però, non sono diffusi tra tutti, ma si concentrano prevalentemente in quelli che hanno scelto di vivere alle spalle della maggioranza degli italiani.
Ovvio che della questione si sia oggi occupato Massimo Gramellini nel suo Buongiorno: http://www.lastampa.it/2016/01/09/cultura/opinioni/buongiorno/uomini-di-polso-Z7KBcIqVUiXioukrtwhxXP/pagina.html.
Buona stampa. Anche se più clemente di quanto mi sarei aspettato. Su certi personaggi bisogna sparare ad alzo zero e con l’obiettivo di non fare prigionieri. Lo dico, purtroppo, con la consapevolezza che da quella gentaglia rivoltante non ci si deve attendere nessuna forma di ravvedimento.
Qualcuno potrebbe obiettare che sono troppo severo. Qualcuno potrebbe dire che, in fondo, possiamo anche far finta di niente perché la nostra classe dirigente compensa la propria avidità squallida con grandi capacità e persegue con maestria e con costante successo gli interessi del Paese. Beh, se questo qualcuno esiste, può soltanto essere un esponente della feccia politico-burocratica. E, ad ogni modo, farebbe meglio a tacere e a leggere questo articolo di Milena Gabanelli dal Corriere di oggi: http://www.corriere.it/economia/16_gennaio_09/4-banche-difficolta-l-incapacita-tecnica-stare-bruxelles-faf1ac46-b6af-11e5-9dd6-8570df72b203.shtml#.
Buona stampa. Che spiega, appunto, che politici e burocrati non si sognano neppure di adempiere ai compiti per i quali sono pagati, non si preoccupano affatto degli interessi italiani, ma soltanto dei loro e, a livello internazionale, collezionano soltanto una lunga sequenza di insuccessi e mettono in ridicolo il Paese quasi quotidianamente.
Nella nostra guerra contro coloro che vorrebbero privarci della cultura e della musica, oltre che della libertà, oggi scelgo un brano distensivo, al quale affido il compito di attenuare la rabbia che mi pervade e che, credo, pervade anche voi tre. Si tratta di un grande successo dei Commodores, risalente al 1979, Sail On, il cui titolo e testo, sia chiaro, non hanno nulla a che fare con quanto ho scritto sopra. Si tratta, per una volta, di una scelta senza secondi fini.


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