domenica 29 novembre 2015

500 euro oggi e un buco da coprire domani?

Le persone della mia generazione sanno che il Natale come lo conosciamo oggi, sia nella vistosa componente consumistica sia in alcuni simboli, è il frutto della stagione di benessere seguita al boom economico del dopoguerra.
Prima degli anni Sessanta del secolo scorso, in Italia, il Natale era essenzialmente una festa religiosa, la celebrazione della nascita di Gesù, che trovava nel presepe e in pochi canti le principali, se non uniche, manifestazioni nelle chiese, ma anche negli ambienti pubblici quali le scuole e nelle case.
Babbo Natale era una figura estranea alla nostra tradizione, così come i doni sotto l’albero. Prima del boom economico, prevalentemente nelle famiglie benestanti, semmai era la ricorrenza dell’Epifania quella nella quale i bambini trovavano qualche sorpresa al mattino, non già sotto un abete decorato, ma dentro calze appese ai camini, riempite dalla Befana, personaggio ben più radicato nella nostra fantasia popolare.
Quanto precede serve soprattutto a spiegare ai più giovani come veniva vissuto e cosa significava il Natale per le generazioni che li hanno preceduti.
Se poi qualcuno ne vuol trarre indicazioni su cosa penso delle decisioni del preside di Rozzano, beh… vedete voi. Oggi non mi va di parlare nuovamente di integralismo (perché anche il preside di Rozzano è, tra le altre cose, un integralista), magari ce ne occuperemo ancora nei prossimi giorni.
Torniamo a occuparci, invece, di economia e di politica.
Cominciamo dall'Europa con l’editoriale di Lucrezia Reichlin pubblicato ieri dal Corriere della Sera: http://www.corriere.it/editoriali/15_novembre_28/europa-piu-stabile-possibile-lucrezia-reichlin-f4636db2-9597-11e5-92c5-a69ccd937ac8.shtml#.
Buona stampa. Reichlin, oltre a porre, molto correttamente, in evidenza i rischi insiti nell’allentamento delle regole di stabilità finanziaria imposte dall’Europa, indica anche una strada che mi pare ragionevole e non irrealistica per far fronte al drammatico problema dell’immigrazione che, ormai, ha carattere continentale e dimensioni tali da non poter essere affrontato dai singoli paesi.
C’è da sperare, ma forse sono ottimista, che i politici europei comprendano come la loro sopravvivenza dipenda, in gran parte, dalla capacità di affrontare adeguatamente la questione dei migranti e che, quindi, seguano il suggerimento di Reichlin.
Sempre sull’Europa e i governanti, ecco un articolo di Marco Onado da Il Sole 24 Ore di ieri: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-11-28/il-salvagente-draghi-e-mancanze-dell-europa-095743.shtml?uuid=AC7ZWHjB&fromSearch.
Buona stampa. Nella quale si sentono suonare gli allarmi che, inutilmente, da tempo cercano di attirare l’attenzione sui ritardi con i quali si realizzano, in certi paesi, le riforme essenziali per dare slancio all’economia europea, incapace di risollevarsi, come ripete Mario Draghi caparbiamente, ma inutilmente.
E veniamo all’Italia con due articoli, sempre dal 24 Ore, ma dall’edizione di oggi. Il primo è di Roberto D’Alimonte e illustra i risultati di un sondaggio sulla credibilità dei partiti e sul loro potenziale consenso elettorale: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-11-29/sui-nodi-italiani-partiti-poco-credibili-081134.shtml?uuid=ACOqgfjB&fromSearch.
Buona stampa. Sottolineo soltanto un punto ossia il fatto che, rispetto ai principali problemi che l’Italia deve affrontare, per la maggioranza degli intervistati nessun partito è credibile. Pensate che qualche esponente politico si preoccuperà di questo? Io ne dubito.
E veniamo al secondo articolo. L’autore è Luca Ricolfi che valuta le possibili conseguenze economiche degli attacchi terroristici di Parigi: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-11-29/sulle-conseguenze-terrore-142806.shtml?uuid=ACTCJjjB.
Buona stampa. Anche un po' furbetta, per la verità, perché mi pare che la prima parte sia in qualche modo strumentale e miri soprattutto a sottolineare come la politica di Renzi sia molto pericolosa per l’Italia in generale e, in particolare, per i giovani, i quali potrebbero trovarsi a dover sostenere un costo pesantissimo per gli azzardi con cui il presidente del consiglio cerca di comperare oggi il loro consenso.
Oggi ascoltiamo un paio di brani di jazz. Il primo è l’interpretazione di una canzone (famosa soprattutto grazie a Frank Sinatra) da parte di un trombettista, Lee Morgan, che forse è un po’ sottovalutato. Il pezzo é All The Way.


Per il secondo ascolto ci portiamo più vicini a noi nel tempo con Brad Mehldau, eccellente pianista. Il brano è un classico: Alfie.



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