giovedì 4 dicembre 2014

Questione morale?


Mentre inizio a scrivere non posso fare a meno di domandarmi, per l’ennesima volta, se faccio bene a farlo. La storia della commistione tra politica, criminalità e malaffare a Roma ha già un paio di giorni e mi sono trattenuto dal parlarne sino a ora. Non riesco a non dire nulla, ma temo che, nell’esprimere la mia opinione, difficilmente rispetterò le mie regole e, soprattutto, eviterò di dire qualcosa di cui potrei magari pentirmi.
Siamo ancora in fase d’indagine, non c’è stato nessun processo, nessuna condanna, nessuna sentenza passata in giudicato, quindi, come detta la Costituzione, sono tutti innocenti sino a che, nell’ultimo livello di giudizio, saranno stati considerati colpevoli. Però… Cosa ne pensa Gramellini? Il suo Buongiorno di ieri lo leggete qui: http://www.lastampa.it/2014/12/03/cultura/opinioni/buongiorno/luomo-nero-95aAqRYVTQbtnkY2dgmTdP/pagina.html.
Buona stampa. E già… fino a l’altro ieri dove stava? Questo signore non era ospite della patrie galere che, però, sono sovraffollate? E da chi, di grazia?
Poi possiamo leggere l’editoriale di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera di oggi (http://www.corriere.it/editoriali/14_dicembre_04/complicita-sradicare-partiti-a34e55de-7b7d-11e4-b47e-625f49797245.shtml#), che mette l’accento sulla distrazione della politica.
Buona stampa.
Oppure possiamo leggere quello di Guido Gentili su Il Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-12-04/nel-mondo-mezzo-ne-stato-ne-mercato-080130.shtml?uuid=ABga1vLC), nel quale si esorta a sfoltire radicalmente la foresta delle aziende partecipate dagli Enti Locali.
Buona stampa. L’argomento, voi tre lo sapete, mi è caro e ne ho già parlato.
Eppure, stavolta, anche questi buoni editoriali non possono bastare. Sono scritti bene e dicono cose condivisibili, ma non possono bastare.
Tutta la vicenda romana, a mio avviso, riporta a temi che mi sembrano trascurati nei quotidiani (non ho letto tutti i commenti, quindi posso sbagliare, me ne scuso).
Il primo punto è che il sistema politico italiano, anche grazie a meccanismi elettorali sbagliati, ma soprattutto perché è importante conquistare “il potere”, si caratterizza ormai come una continua lotta per vincere le prossime elezioni. Questo comporta che non esistono veri disegni politici (parlo d’idee, di progetti, di soluzioni dei problemi che ci affliggono), ma solo chiacchiere o proclami volti a conquistare la maggioranza pro tempore e, con quella, posizioni di governo, locale o nazionale poco importa. E per vincere, non si guarda per il sottile quando si scelgono i candidati, perché non conta la capacità di proposta, ma solo il potenziale di voti. E questo spiega come, solo in Italia, ci siano decine e decine di politici che transitano da un partito all’altro portandosi appresso il proprio sostegno elettorale, ovviamente per sfruttarlo.
E qui veniamo al secondo punto. La politica, con le retribuzioni smisurate che i politici stessi si sono attribuite, è diventato il terreno ideale in cui s’insediano quelli che aspirano a prosperità e privilegi preclusi alla quasi totalità dei cittadini. E chi sceglie la politica per accrescere il proprio benessere (potrei dire diversamente, ma voglio ancora essere prudente), di certo non si fa troppi scrupoli, non si preoccupa di quel che fanno i burocrati, nella misura in cui trova con loro un modus operandi che soddisfa entrambi, e intrattiene facilmente rapporti con chi guarda al pubblico denaro con la medesima attenzione (penso di essermi spiegato adeguatamente).
La “questione morale”, di cui molto parlò Berlinguer (arrivando buon ultimo dopo GENTILUOMINI che si chiamavano La Malfa, Malagodi, Valiani e altri), è stata dimenticata da tutti, grazie anche all’avvento di una seconda repubblica (le maiuscole usiamole dove hanno valore) nella quale gli interessi privati e personali hanno prevalso su tutto. Concetti come moralità e legalità sbiadiscono inevitabilmente in chiunque abbia poco saldi principi se gli esempi sono pessimi e se i mezzi di comunicazione privilegiano modelli di vita in cui moralità e legalità sono assenti.
Prendiamo il caso di Poletti, che è certamente uomo probo e serio, ma, al dunque, rivela una sostanziale disattenzione verso il problema. Leggiamo la sua difesa rispetto alla frequentazione con Buzzi: http://www.corriere.it/politica/14_dicembre_04/mafia-poletti-sto-male-quando-vedo-mio-nome-coinvolto-3fcdaa68-7bc9-11e4-b47e-625f49797245.shtml.
Cronaca. Riprendo alcune frasi.
 «L’ho visto qualche volta – ha detto «perché era un dirigente di una cooperativa sociale che si occupava dell’inserimento delle persone disabili nel posto di lavoro. Ma non avrei mai immaginato», ha concluso, «che da un contesto come questo potessero uscire le cose che vediamo in questi giorni».
«Come presidente di Legacoop», ha detto Giuliano Poletti, «partecipo a migliaia di assemblee di bilancio e ho partecipato anche a quella della cooperativa sociale di Buzzi. Mi sento tradito dopo aver corso per tutta l’Italia per 40 anni per aiutare le cooperative sociali. La reputazione è una delle cose più difficili da costruire ed è la più facile da perdere. È intollerabile sentirsela mettere in discussione per dei comportamenti inimmaginabili».
Ecco, io credo che il Presidente di Legacoop dovrebbe partecipare a qualche centinaia di assemblee in meno e dedicare qualche ora in più alla valutazione di quelle che meritano effettivamente la sua presenza. Ciò di cui Poletti non si rende conto neppure adesso è che, in una posizione come quella che aveva prima di diventare Ministro, si dovrebbe scegliere chi frequentare, anche casualmente, e non andare ovunque proprio perché “La reputazione è una delle cose più difficili da costruire ed è la più facile da perdere”.
Terzo punto: il contante. L’ho già scritto, mi ripeto. Il fatto che in Italia, grazie a una legislazione lacunosa e sostanzialmente inefficace, il denaro contante sia ancora libero di circolare con grande facilità (magari anche dopo più o meno brevi viaggi all’estero) costituisce il brodo di coltura della corruzione. E, purtroppo, nella corruzione siamo ancora molto davanti agli altri paesi cosiddetti più avanzati (http://www.transparency.org/cpi2014).
Quarto punto: la Ditta. E’ stato lo Smacchiatore di giaguari a scegliere gran parte delle persone che il PD ha candidato alle elezioni fino al 2013. Forse è arrivato il momento che lui e gli altri membri della Ditta la smettano di spacciarsi per i difensori della morale pubblica e inizino a fare un serio esame di coscienza. Sono sicuro che Berlinguer, a questo punto, si rigiri nella tomba quando vede gente come Bersani o D’Alema proporsi come paladini della “questione morale”.
Che poi Renzi abbia realmente voglia di dare il buon esempio, mi pare difficile crederlo dopo aver letto questo pezzo da Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/04/mafia-capitale-renzi-promette-daspo-corrotti-pd-salva-azzollini-papania/1250499/.
Cronaca. Non vedo una linea coerente tra il commissariamento del PD di Roma e la scelta di non lasciare che i giudici svolgano il loro compito in casi come quello di Azzolini e Papania. Erano in ottima e numerosa compagnia i parlamentari del PD, visto che anche FI, Lega e Ncd si sono espressi allo stesso modo. Niente di sorprendente, intendiamoci. La qualità è la stessa, ossia bassa assai.
Niente male Salvini… Che vada d’amore e d’accordo con la Le Pen, per quanto spiacevole, ci può anche stare. Ci sta già meno che chieda (come ha fatto il Front National francese, finanziato da banche russe) soldi a Putin, che, mia modesta opinione personale, costituisce una mina vagante nella politica internazionale. Andare in edicola a comperare i quotidiani e vedere il segretario della Lega mezzo nudo in copertina di uno dei settimanali pettegoli che tanto successo (sic) hanno in Italia, mi ha procurato sgomento e disgusto. Pronti a tutto pur di portare a casa qualche voto...
Come volevasi dimostrare.
Buona notte e buona fortuna.

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