venerdì 6 giugno 2014

Cos'altro deve succedere?


L’articolo di fondo del Corriere di mercoledì era firmato da Sergio Rizzo, il Mastino truce, che ha pensato bene di ripercorrere (negli ovvi limiti di spazio) per tutti noi la vicenda di Alitalia dal 2008: http://www.corriere.it/economia/14_giugno_04/ali-indebitate-memorie-corte-e7df472e-eba6-11e3-85b9-deaea8396e18.shtml.
Buona stampa.
Anche a chi ne serbava un ricordo nitido (ed io mi considero nel mazzo) la ricostruzione di Rizzo era più che sufficiente a mandar di storto la giornata. Politici, sindacalisti e sedicenti imprenditori e manager italiani hanno dato il peggio di loro, e non è cosa da poco, nella gestione di Alitalia.
Stavo ancora cercando di digerire quel boccone indigesto quando sui siti dei quotidiani hanno iniziato a filtrare le notizie sul fiume di danaro pubblico che, secondo i magistrati veneziani, anziché servire a realizzare il MOSE, ha trovato altri impieghi non propriamente connessi all’opera.
Ovviamente sono tutti innocenti sino a sentenze passate in giudicato, ci mancherebbe! Eppure… eppure, per quanto disistima si possa nutrire per la magistratura italiana, sembra difficile pensare che abbiano costruito un ennesimo teorema.
Leggete, dovunque, scegliete voi i quotidiani, ma leggete. Neppure negli angoli più putrefatti della laguna veneziana si annusa il lezzo che viene fuori da questa storia.
E leggete anche i commenti dei politici, sia quelli coinvolti sia quelli che non c’entrano. Roba da far accapponare la pelle.
Due per tutti.
In primis, Giancarlo Galan, quello che, per servirsi del barbiere a buon mercato di Montecitorio, si faceva prestare la tessera di riconoscimento da Giustina Destro (e, ovviamente, i poco pagati commessi della Camera dei Deputati non si accorgevano che non si trattava della stessa persona), non ha trovato di meglio da fare che tentare di sminuire il valore delle testimonianze su di lui. Bastava che presentasse le contabili dei bonifici effettuati per pagare i lavori di ristrutturazione della sua villa di Cinto Euganeo… Sempre che non siano stati effettuati a sua insaputa.
Il secondo è niente di meno che il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il quale si è preoccupato di sottolineare la differenza di trattamento carcerario tra il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, membro del suo partito e arrestato prima delle elezioni europee (ma tu guarda questi magistrati, proprio maleducati!), e alcuni politici coinvolti nella vicenda del MOSE.
E già, il problema è proprio questo. Il fatto che non tutti quelli beccati con le dita nella marmellata finiscono al fresco…
Forse Alfano farebbe meglio a leggersi questo articolo di Gian Antonio Stella dal Corriere di ieri: http://www.corriere.it/cronache/14_giugno_05/trentuno-anni-costi-quadriplicati-quando-diremo-basta-mazzette-ca7293c2-ec6d-11e3-9d13-7cdece27bf31.shtml.
Buona stampa.
Buona notte e buona fortuna.

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