domenica 29 settembre 2013

Conto fino a dieci


L’ultimo post si chiudeva con queste parole, suggerite dalla patetica vicenda delle dimissioni dei parlamentari del Pdl:
“Ecco, vi ho annoiato con queste trascurabili storielle e, intanto, c’è qualcuno che si preoccupa per le sue faccende personali e la servitù si adegua. E Letta twitta e suona la campanella di Wall Street…”
Non mi cito per gratificare la mia vanità, ma per ricordare quanto fosse già stato grave che il tizio decrepito imponesse ai parlamentari del suo partito di consegnare le lettere di dimissioni ai capigruppo, pretendendo da loro uno strumento per esercitare ulteriore pressione sul Presidente della Repubblica e sul Presidente del Consiglio, dai quali lui vorrebbe che cancellassero le conseguenze legali dei suoi comportamenti.
E poi è arrivato sabato…
Per il momento non dico nulla di quel che penso riguardo a quanto accaduto ieri. Mi limiterò a suggerirvi la lettura dei due editoriali nei quali mi riconosco maggiormente tra quelli letti nei quotidiani di oggi.
Il primo è del direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-29/dignita-081331.shtml.
Buona stampa. Per entrambi. La sola riserva è che, anche in questa occasione, usano nei confronti del tizio decrepito un tono che ormai non è più giustificato in alcun modo. Il tizio decrepito, con il sostegno dei suoi più volgari scherani e dei suoi più viscidi servi (i nomi li conoscete certamente), ha dimostrato che nulla gli interessa oltre la sua persona, che non ha rispetto per nulla che non sia sé stesso e, forse, i suoi familiari. Non gli dobbiamo, dunque, più nessun rispetto e mi piacerebbe che ne tenessero conto anche Napoletano e Calabresi, sebbene il loro atteggiamento “morbido” nasca da intenti strumentali che posso intuire e, in minima parte, arrivare a condividere.
Fine. Per ora meglio non aggiungere altro.

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