lunedì 22 febbraio 2016

Si vis pacem para bellum?

Non sono più così sicuro che il motto latino sia tuttora valido. Non bastassero le tante zone del mondo in cui si combattono guerre di varia intensità, anche in Asia crescono tensioni che potrebbero generare un conflitto. E si tratta di un'area in cui si sta assistendo a una notevole corsa agli armamenti, oltre che al moltiplicarsi dei motivi di contesa.
La Cina, direi non sorprendentemente, è tra i paesi più attivi sia nel mercato delle armi sia nel porre in essere comportamenti aggressivi o considerati tali dalle controparti.
E’ dei giorni scorsi il diffondersi di preoccupazione per la progressiva militarizzazione di alcuni scogli del Mar Cinese Meridionale che la Cina sta trasformando in vere e proprie isole dotate di basi navali e aeree e di rampe missilistiche. 
La notizia l’hanno data tutti i mezzi d’informazione. Ve ne propongo due, entrambi in lingua inglese. Inizio con la CNN, dove potete sia guardare un video sia leggere un articolo: http://edition.cnn.com/2016/02/16/asia/china-missiles-south-china-sea/.
Buona stampa. Per tutti e due. In generale non mi piace mai vedere che una nazione mostra i pugni in modo un po’ inconsulto, imponendo provocatoriamente la propria sovranità in maniera priva, del tutto o in parte, di fondamento giuridico. Soprattutto se consideriamo la quantità di armi che si stanno concentrando in quell’area del mondo. In gran parte comperate, ma anche vendute, dalla Cina stessa, come spiega questo articolo di The Financial Times: https://next.ft.com/content/8fb5af60-d921-11e5-98fd-06d75973fe09.
Buona stampa. Questa attitudine bellicosa mi sembra inadatta a una nazione che, almeno a parole, sta cercando di affermare un’immagine di pacata affidabilità, così da rafforzare il proprio ruolo internazionale, già indiscutibile grazie alla potenza economica raggiunta. 
Non vorrei che, come accade molto spesso, l’enfasi sulla politica estera nascesse dal desiderio di nascondere difficoltà e conflitti interni difficili da risolvere (argomento non estraneo allo studio di Morgan Stanley che vi ho suggerito di leggere ieri).
Per le vicende economiche italiane, vi propongo un articolo di Enrico Marro dal Corriere della Sera di oggi: http://www.corriere.it/economia/16_febbraio_21/conti-pubblici-tesoro-apre-cantiere-la-manovra-2017-91a6263a-d8d9-11e5-842d-faa039f37e46.shtml.
Buona stampa. I numeri, a quanto pare, non obbediscono alle esigenze di comunicazione del governo.
E prima di passare alla musica non posso non dare spazio a una notizia di cronaca politica che mi coglie solo in parte di sorpresa. Che il tizio decrepito abbia davvero perso completamente smalto? A guardare i pezzi che perde per strada Forza Italia, direi che dello smalto ne è rimasto ben poco, del cerone invece... Ecco l’articolo da La Stampa: http://www.lastampa.it/2016/02/22/italia/politica/i-giovani-di-forza-italia-divorziano-da-berlusconi-cb18OS6O37vo3sXCvRYaWI/pagina.html.
Buona stampa. Anche se è cronaca. Soprattutto perché, non fatico a riconoscerlo, mi ha fatto sorridere e niente giova alla salute più di un sorriso.
Un’altra donna è schierata accanto a noi oggi: Norah Jones canta Sinkin’ Soon, scritto da lei e Lee Alexander, un brano che mette in luce tutta la ricchezza della sua voce. 
Norah Jones ha raccontato di aver completato la scrittura e l’arrangiamento del pezzo a cena con Alexander mentre bevevano birra. Ecco le parole con cui descrive la circostanza: “I guess we needed a little bit of that drunken sailor vibe because we came back and recorded this on the first take”. Penso non serva la traduzione, comunque eccola (non letterale): "Credo avessimo bisogno di un po' di sensibilità da marinaio ubriaco perché tornammo in studio e registrammo immediatamente".


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