mercoledì 2 ottobre 2013

Erano tutti d'accordo, tranne uno


Giornata politica piuttosto convulsa. Mi guardo bene dal proporre interpretazioni, convinto di non essere neppure lontanamente in grado di capire quello che succederà non già nei prossimi giorni, ma neppure nel prossimo quarto d’ora.
Non parlerò del tizio decrepito, convinto che, presto o tardi, sarà la Storia a fare Giustizia (quella vera, per l’appunto con la maiuscola), con buona pace dei Pubblici Ministeri e dei Giudici, di Zanda e della Bindi, della Santalacchè e di tutto il suo silicone.
Parlerò del tale che, per dedicarsi alla politica italiana, sostiene di aver rinunciato al Premio Nobel per l’Economia. Che uomo! Oggi, pochi minuti prima che il tizio decrepito pronunciasse il suo “discorso” al Senato, il povero Brunetta, molto compito, senza neanche sventolare le manine, spiegava che il Partito dei Lacchè aveva deciso “all’unanimità” di votare la sfiducia al Governo presieduto da Letta. A quanto pare non si era accorto che il tizio decrepito aveva votato contro.
Magari sbaglio, ma temo che il Premio Nobel si stia allontanando da lui a grandi passi, ammesso che siano mai andati nella medesima direzione…
Non vale neppure la pena che gli spedisca un laccio rosso. Che dignità può avere un simile servitore del tizio decrepito?

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