mercoledì 1 febbraio 2017

Impunità

Paolo Mieli, già direttore del Corriere della Sera per molti anni, ha mantenuto sul quotidiano milanese una sorta di rubrica non formalizzata, nel senso che non ha cadenza regolare e neppure un giorno fisso di pubblicazione. L’argomento è la Storia: Mieli prende spunto dalla pubblicazione di un saggio per trattare, con un discreto spazio (circa due pagine), eventi più o meno lontani nel tempo e nello spazio.
Lunedì scorso, con un pezzo dal titolo assai appropriato (“La fiera dell’impunità”), Mieli si è occupato del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, più conosciuto come Tribunale speciale del fascismo (https://it.wikipedia.org/wiki/Tribunale_speciale_per_la_difesa_dello_Stato_(1926-1943)). Un articolo interessante che potete leggere qui: http://www.corriere.it/cultura/17_gennaio_29/saggio-mimmo-franzinelli-fascismo-duce-10a679fa-e642-11e6-84c1-08780d9999f1.shtml#.
Buona stampa. A me pare che si possano trovare molte “storie” nel pezzo di Mieli, tuttavia sembra emergere con particolare evidenza come la crisi della Giustizia in Italia abbia origini lontane. Diversamente da quanto accaduto altrove, da noi è mancata la volontà di far pagare le loro colpe ai tanti che ne avevano sia tra i sostenitori del regime fascista sia tra i militanti nel fronte antifascista. Non è certo alla mia portata analizzare la questione, ma sono persuaso che si sia scelto, come spesso accade in Italia, la via più breve e più comoda, la migliore per nascondere la polvere sotto il tappeto e consentire a tanti di sfuggire al peso delle proprie responsabilità, da una parte come dall’altra.
Si è andato diffondendo allora il virus che ha progressivamente intaccato la capacità di fare effettivamente Giustizia. Si è affermata allora una cultura giuridica che ha contribuito al progressivo deterioramento della morale collettiva, giunta a un livello così basso da indurmi a pensare che sia ormai impossibile ristabilire il rispetto del bene comune e la capacità di anteporlo all’interesse e al vantaggio individuali.
E non posso certo abbandonare il mio pessimismo se osservo quale attenzione riserva a questi aspetti la classe politica italiana attuale. Ne ho parlato così tanto che mi guardo bene dal ripetermi, consapevole che voi tre ne abbiate abbastanza.
Sul tema, tuttavia, non posso trattenermi dal ricordare a chi si fosse distratto che, solo pochi giorni fa, lo psiconano+barba-Mediaset ha pensato bene di proporre la formazione di un tribunale che, nelle sua farneticante visione, dovrebbe occuparsi dei giornalisti e dei giornali, da lui considerati nemici e regolarmente minacciati e coperti di insulti. Su quanto valga Grillo e su quale contributo possa dare alla vita degli italiani mi sono già espresso. Voglio, però, aggiungere che resto sconcertato dal numero dei miei concittadini che non riescono a vedere cosa si nasconda dietro ai folli disegni politici di un mediocre comico ignorante e della ristretta cerchia degli altri padroni del M5S, ossia Davide Casaleggio e soci.
Passando ad altro: sarei tentato di esprimermi già ora sulla linea assai discutibile che il governo italiano ha deciso di seguire di fronte alla richiesta della Commissione Europea di maggiore rigore nei conti pubblici. Evito, tuttavia, di sbilanciarmi. Aspetto di conoscere il testo della risposta che dovrebbe essere inviata stasera, ma confermo il mio pessimo giudizio su Padoan, il quale si è dimostrato più che inadeguato al compito, rinunciando a imporre una linea di rigore e di equità. Un tecnico (o presunto tale) non si sarebbe dovuto piegare alle pretese della politica e della burocrazia, la prima ansiosa di distribuire, ancora e sempre, risorse pubbliche per ottenere consenso e la seconda preoccupata che qualcuno imponesse un controllo rigoroso alla spesa e al funzionamento delle amministrazioni statali, nelle quali si annidano mali noti e assai costosi per la collettività. 
Chiudiamo con un articolo tecnico, ma di facile lettura, che spiega alcune delle circostanze a causa delle quali i crediti deteriorati sono un problema particolarmente grave per le banche italiane. L’autore è Morya Longo e il pezzo apparso sul 24 Ore di oggi lo potete leggere qui: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-01-31/sofferenze-cerca-prezzo-giusto-224405.shtml?uuid=AEmVYYL.
Buona stampa. E’ certo un segnale positivo quello che arriva dall’EBA e dalla Banca Centrale Europea, ma la disponibilità delle due strutture a valutare una soluzione sovranazionale del problema dei crediti deteriorati non è detto che produca effettivamente e in tempi brevi misure che possano dare sollievo al nostro sistema bancario. Sarebbe assai pericoloso illudersi. E’ stata proprio l’incapacità di guardare in faccia la realtà al momento opportuno che ha causato le numerose crisi bancarie italiane. Si è continuato, da parte dei politici come da parte delle autorità di vigilanza, a negare l’evidenza. Una scelta che, azzardo?, ha a che fare anche con la sicurezza che non saranno mai chiamati a rendere conto del loro comportamento irresponsabile. Con il che siamo tornati al punto di partenza… 

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