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domenica 25 agosto 2013

Lo "statista" smascarato


Il fatto del giorno, ça va sans dire, è la riunione della servitù a casa del padrone svoltasi ieri.
Cronaca. E navigando qua e là ne troverete in abbondanza. In realtà, magari sbaglio, leggere questi resoconti importa poco. Il problema non è sapere cosa ha detto quel valletto o quella servetta. Il problema è capire cosa ha in testa il tizio decrepito e fino a che punto vorrà anteporre, per l’ennesima volta, agli interessi degli italiani i suoi. E a nulla servono gli editoriali come quello di Pierluigi Battista sul Corriere di oggi (http://www.corriere.it/editoriali/13_agosto_25/la-corda-si-sta-spezzando-battista_6190dc12-0d4b-11e3-a0ce-befba0269146.shtml).
Stampa così e così. Perché sostanzialmente inutile, destinata a restare lettera morta. C’è forse qualcuno pronto a illudersi che le parole di Battista riescano a incrinare la smisurata considerazione di sé e delle proprie faccende personali di cui Berlusconi ha dato prova nei vent’anni di presenza sulla scena politica italiana?
E poi, francamente, mi sarei aspettato che, a questo punto, quello che si ritiene il più autorevole quotidiano italiano si schierasse con maggiore coraggio, con maggiore fermezza e, magari, con la voce forte e chiara del suo Direttore. Mi dispiace e mi stupisce (non tanto, per la verità) che De Bortoli abbia ritenuto di non farsi sentire.
Non mi stupisce, invece, leggere il commento di Scalfari su Repubblica. Le posizioni del quotidiano di Carlo De Benedetti sono note e, uno dei miei tre lettori mi perdonerà per quello che sto per scrivere, sono le opinioni di un giornale di partito, non di un quotidiano indipendente. Questo il link all’editoriale di Scalfari: http://www.repubblica.it/politica/2013/08/25/news/silvio_il_rais_che_porta_al_disastro_il_paese-65245675/?ref=HREA-1.
Stampa così e così. Dice cose in parte condivisibili, ma traspare sempre quella nota faziosa e astiosa che, sbaglierò, non dovrebbe trovarsi nei commenti di un quotidiano indipendente.
Se devo proprio confidarvi la mia preferenza, oggi mi piace pagina 11 del Sole 24 Ore, che ospita un pezzo di Roberto D’Alimonte molto chiaro sui collegamenti tra quadro politico e decisioni in materia di legge elettorale e altri articoli che aiutano a riflettere, non forniscono opinioni da sposare senza riserve. Purtroppo nessuno di questi, al momento, è disponibile nella versione on line.
Buona stampa.
Vi toccherà comperare l'edizione cartacea, il che, lo dico senza incertezze, non sarebbe poi una cattiva idea. Nell’abitudine a leggere gratuitamente i quotidiani si annida un serio pericolo per la qualità della stampa. Un pericolo tanto più grave in un paese come il nostro, dove esiste un serio problema di concentrazione del mercato dell'informazione. Un problema che, chissà perché?, negli ultimi vent’anni si è aggravato.
Adesso vi propongo un brano musicale per darvi un po’ di sollievo. E’ un piccolo estratto da un album di cui abbiamo già parlato, Shadows and Light di Joni Mitchell. Il pezzo che vi propongo è l’assolo di Pat Metheny. La qualità video è molto modesta, ma quella musicale è eccellente.


Fatto questo, posso andarmene fuori.

mercoledì 14 agosto 2013

Il nostro Maelstrom


La nota del Quirinale di ieri, per quanto formalmente impeccabile, celebra, a mio modesto avviso, la sepoltura della ragionevolezza in questo sventurato paese, costretto a sacrificare ancora una volta alcuni valori fondamentali sull’altare degli interessi personali del tizio decrepito.
Considero intollerabile e vergognoso che un Presidente della Repubblica sia costretto a scrivere un testo come quello di Napolitano che tutti i quotidiani oggi riportano.
Il contenuto di quelle due pagine è noto non solo a chi abbia superato un esame universitario di Diritto Pubblico, ma anche a chi, quando ancora (credo) veniva insegnata nelle scuole medie, abbia avuto la fortuna di ascoltare qualche lezione della compianta Educazione Civica.
Stiamo scivolando ben oltre il margine di un Maelstrom assai più spaventoso di quello descritto da Edgar Allan Poe.
I geometri del Partito dei Lacchè si dannano per certificare la “agibilità politica” (chiedo perdono a Dante, Leopardi, Manzoni, ecc. per quest’affronto alla lingua che loro hanno innalzato ai vertici della cultura mondiale) del loro padrone, immagino preoccupati che la sentenza della Corte di Cassazione possa impedirgli di proseguire a promettere rivoluzioni liberali e riforme di questo e quello senza realizzare alcunché, come ha fatto da quando (altro irrimediabile torto alla nostra lingua) ha deciso di “scendere in campo”. O, più plausibile, preoccupati di perdere la sorgente del loro potere, della loro notorietà, della loro prosperità condita di privilegi.
E ce n’è anche per i sedicenti avversari del tizio decrepito, perché anche per loro il suo allontanamento dalla politica comporterebbe l’obbligo di affrontare seriamente i problemi del paese e, possibilmente, risolverli, sacrificando potere e prebende. Cosa che, quando hanno avuto modo di fare, guarda un po’!, pure loro hanno mancato di fare, perdendosi in beghe da servette esattamente come accade tutt’ora.
E mi dispiace che il Corriere della Sera e Antonio Polito si siano resi complici di questo ennesimo oltraggio agli italiani con l’editoriale odierno, anch’esso formalmente impeccabile, ma per ciò stesso più insopportabile: http://www.corriere.it/editoriali/13_agosto_14/una-via-ragionevole-antonio-polito_c4e81992-049a-11e3-a76b-5d1a59729335.shtml.
Mala stampa.
Viene da chiedersi perché mai Ferruccio De Bortoli abbia scritto questo editoriale alcuni mesi fa (6 dicembre 2012), che vi ho segnalato a suo tempo: http://www.corriere.it/editoriali/12_dicembre_06/debortoli-zattera-medusa_980e814c-3f6d-11e2-823e-1add3ba819e8.shtml.
Evidentemente se n’è dimenticato.
Sono passati otto mesi da allora: ci sono state le elezioni, la lunga farsa bersaniana, la conferma di Napolitano nel modo che sappiamo, la dimostrazione del velleitarismo offensivo e surreale del movimento dello Psiconano+barba-Mediaset e tanto altro che ben conoscete. E ancora oggi ci si perde in un labirinto di follia istituzionale che ci rende sempre più ridicoli agli occhi del mondo. E la colpa è sì del tizio decrepito, ma non soltanto sua.
L’ho scritto già nei mesi scorsi, ma non so evitare di ripetermi (perdonatemi, se potete): abbiamo bisogno di ben altro. Da parte di tutta la classe dirigente italiana, ammesso ci sia e possieda i requisiti necessari. Il che, temo, non è.
Buona notte e buona fortuna.

domenica 4 agosto 2013

Un quotidiano comunista inglese


Ci sono giorni, oggi è uno di questi, nei quali vorrei svegliarmi in un paese in cui il rispetto per la propria cultura, la propria storia e il proprio futuro non fosse ormai quasi completamente dissolto.
La conferma, da parte della Cassazione, della condanna per frode fiscale inflitta al tizio decrepito ha, prevedibilmente, ma non comprensibilmente, scatenato reazioni a dir poco scomposte, desolante conferma di come la classe politica italiana sia incapace di misurarsi con la realtà dei problemi e si dedichi (e su questi si combatta aspramente) a temi che nulla importano agli italiani e nulla hanno a che vedere con i loro bisogni e le loro aspirazioni.
Che poi, in questo frangente, emergano con particolare gravità le implicazioni della natura del partito del tizio decrepito non stupisce.
E sui giornali si torna a parlare di un “cerchio magico”, alludendo all’entourage del padrone del Pdl, a quel nucleo di personaggi che vivono per compiacerlo. E, non credo di essere il solo, a leggere di questo cerchio magico, torno a pensare al primo di cui si è occupata la stampa e mi verrebbe da mettere le mani nei capelli (ah, se li avessi…) pensando a come si formano questi gruppi di fedeli servitori, selezionati in base non già alle capacità, ma alla totale e cieca devozione, ricompensata con l’indifferenza anche per la disinvoltura morale di molti tra loro.
Nelle note affidate alle agenzie e nelle confidenze ai quotidiani si sprecano le difese del capo, in una sorta di ridicola gara a chi la spara più grossa per attirare l’attenzione su di sé e per conquistare qualche briciola di apprezzamento da parte del tizio decrepito.
A riguardo, ammetto di essere sollevato nel vedere che Bondi, finalmente, ha parlato e l’ha fatto come gli compete, ossia con saggezza, senso critico, prudenza, rispetto per le istituzioni, virtù che gli sono ampiamente riconosciute, non diversamente dall’eccellenza nel poetare e nell’amministrare i beni culturali italiani.
Naturalmente si scherza: Bondi è una figura così patetica nel suo ardore servile da stimolare soltanto umana pietà. Certo, in un paese nel quale la classe politica si forma diversamente da come accade in Italia, per uno come lui non si sarebbero mai aperte le porte del Parlamento e, men che meno, quelle di un ufficio di Ministro. Lasciamo perdere.
Veniamo alla stampa. Quasi tutti i direttori dei principali quotidiani italiani si sono occupati della situazione creata dalla sentenza della Cassazione e dalle reazioni del tizio decrepito e dei suoi valletti. Lo hanno fatto, per citare tre degni di attenzione, De Bortoli sul Corriere (http://www.corriere.it/editoriali/13_agosto_03/prima-di-tutto-paese-de-bortoli_8556ccf8-fbfb-11e2-a7f2-259c2a3938e8.shtml), Calabresi su La Stampa (http://www.lastampa.it/2013/08/04/cultura/opinioni/editoriali/labbaglio-dello-scontro-totale-H9iaDME9cF4Q0bzGMQ1HpM/pagina.html) e Roberto Napoletano sul 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-04/malattia-italiana-massimo-governo-081221.shtml?uuid=AbLHy9JI&fromSearch).
Buona stampa. Anche se la mia preferenza va alla sintesi di Calabresi, che non lascia spazio a qualche nota di ambiguità che traspare negli articoli dei colleghi, forse un po’ preoccupati di apparire schierati.
Il problema è che, anche tra le nostre migliori firme, si è andato diffondendo il virus che sta devastando la nostra classe dirigente, rendendola incapace di assumersi sino in fondo le proprie responsabilità e di guardare la realtà in faccia e di agire senza preoccuparsi, scusate la brutalità, di salvarsi le chiappe.
Anche altrove, ho già avuto modo di sottolinearlo, la classe dirigente si è screditata. Da noi, però, il fenomeno ha superato da tempo il livello di tolleranza. E sta facendo pagare un prezzo insopportabile alla popolazione. Anche in termini di rispetto.
Buona stampa.
E, giusto per tornare alla valutazione della sentenza della Cassazione, andiamo oltre il titolo dell’articolo del Financial Times citato anche da Severgnini. Lo potete leggere qui: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/88151c2a-fb78-11e2-a641-00144feabdc0.html#axzz2awfjCAfu.
Buona stampa. Dove si legge quello che sarebbe stato bello leggere anche nei giornali italiani. Perché non si può fingere di non vedere quel che è successo in questi vent’anni e non si può continuare nel “cerchiobottismo” che contraddistingue anche alcuni dei nostri migliori quotidiani.
I difetti dello schieramento opposto al Pdl, e gli errori dei suoi (sedicenti) leader, non sono un buon motivo per rifiutarsi di valutare la presenza in politica del tizio decrepito come fa il Financial Times.

domenica 9 dicembre 2012

Che ci venga un accidente!


Iniziamo con alcuni articoli di varie testate, poi dirò qualcosa di mio.
Due commenti tratti da La Stampa. Il primo è del Direttore, Mario Calabresi:
Buona stampa.
Buona stampa.
Continuiamo con Il Giornale, dal quale traggo un pezzo di cronaca, dedicato al sabato del tizio decrepito e alle sue chiacchiere in libertà tra i giocatori del Milan: http://www.ilgiornale.it/news/interni/silvio-corro-vincere-e-attende-mosse-monti-retroscena-prof-863547.html.
Mala stampa. Anche se è cronaca, il tono merita un voto negativo. Va bene che parla il padrone, ma un po’ di dignità, via!
Passiamo a Libero, che ci fa sapere su chi punta il tizio decrepito per tornare al potere: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1140232/Pdl--ecco-i-nomi-che-Berlusconi-vuole-portare-in-Forza-Italia-2.html.
Nessun voto, anche perché la lettura è solo parziale, sebbene mi sembri sufficiente… Certi nomi fanno rabbrividire: serviranno a conquistare i voti di chi?
Veniamo al Corriere della Sera, dal quale vi segnalo due pezzi: l’articolo di Ferruccio de Bortoli che ricostruisce le vicende tra venerdì e sabato (http://www.corriere.it/politica/12_dicembre_09/de-bortoli-monti-lascia-crisi-aperta_9c66ad96-41cf-11e2-ae8d-6555752db767.shtml) e l’editoriale di Massimo Franco (http://www.corriere.it/editoriali/12_dicembre_09/franco-chi-paga-il-conto_5ac9e5d2-41d0-11e2-ae8d-6555752db767.shtml).
Buona stampa.
Qui concludo la selezione degli articoli. E passo alla mia opinione, per esprimere la quale devo chiarire un aspetto linguistico. Andiamo al dizionario della lingua italiana Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/accidente/.
Perché questo collegamento? Perché l’Italia ha bisogno di un accidente (inteso nella definizione 1a, che a ogni buon conto riporto:
Ciò che accade, e in partic. ciò che accade fortuitamente, senza una ragione apparente; avvenimento imprevisto, caso: gli a. della vita; el tempo porta accidenti che ti cavano di queste difficultà (Guicciardini); ringrazio il bell’a. che ha dato occasione a una guerra d’ingegni così graziosa (Manzoni); come locuz. avv., per a., per caso. ), di un evento che finalmente elimini il principale problema del paese, la causa fondamentale di quanto di negativo abbiamo vissuto negli ultimi vent’anni e stiamo vivendo anche oggi. Sia chiaro, parlo di un accidente, non di un fatto deliberato come il gesto di un folle o la congiura di un gruppo di folli. Parlo di un evento esterno, magari anche di origine divina, che cancelli per sempre dalla politica italiana il tizio decrepito. Non me ne auguro neppure la morte o una malattia invalidante, ci mancherebbe!, mi basterebbe soltanto un qualsiasi fatto che lo rendesse incapace di nuocere ancora all’Italia e agli italiani. Che ne so? Che s’innamorasse di una cinese e decidesse di stabilirsi a Pechino o che decidesse di chiudersi in un convento per prepararsi a prendere il posto del proprio vicario in terra, qualora dovesse venire a mancare... Insomma, conta soltanto che il tizio decrepito non abbia più il minimo ruolo nella vita politica italiana. Ha fatto già troppo danno, grazie anche allo zelo dei suoi lacchè.

giovedì 6 dicembre 2012

Lo gettassero a mare


Avere più di cinquant’anni ha molte conseguenze sotto diversi punti di vista.
Che si viva nella gelida Scandinavia o nell’afa tropicale, le articolazioni funzionano sempre peggio e l’udito si affievolisce: il deterioramento può essere più o meno marcato o più o meno rapido, ma si verifica ovunque. E’ nella natura delle cose.
Il fisico, dunque, subisce l’invecchiamento in qualsiasi paese.
Diverso è il rapporto tra le nostre convinzioni e quello che accade intorno a noi. Ogni paese ha una storia diversa e ha istituzioni che funzionano in modo diverso. Tra quest’ultime, ovviamente, si deve considerare la stampa.
Io ho più di cinquant’anni nell’Italia del 2012, che, lo sapete già, mi piace poco. Il punto su cui vorrei attirare la vostra attenzione, però è un altro. L’Italia in cui mi sono formato come cittadino era un’Italia diversa, nella quale le istituzioni funzionavano ben altrimenti e anche la stampa rivestiva un ruolo differente e, credo, aveva un’influenza diversa.
Oggi, il Direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, ha scritto un editoriale che mi sembra sostanzialmente corretto, sia pure, come ho già osservato in altre occasioni, reso meno incisivo dalla sua consueta preferenza per i toni pacati, per quel garbo che, a questo punto, non credo possa più considerarsi un merito, anche se non è ancora un demerito.
Buona stampa. Dice quel che doveva dire, e questo spiega la valutazione. Il tono, tuttavia, mi sembra inadeguato alla gravità della situazione innescata dalle scelte e dalle parole di Berlusconi.
Non che mi aspettassi e desiderassi eccessi sul fronte opposto, ma il Direttore del principale quotidiano italiano, di fronte all’assurdità dei comportamenti di Berlusconi, avrebbe potuto usare una lama un po’ più tagliente. Magari non avrebbe ottenuto risultati diversi, ma il segnale sarebbe stato assai più significativo.
Nei tempi in cui le mie articolazioni erano ancora integre ed elastiche, un editoriale come quello odierno di de Bortoli avrebbe prodotto risultati. Difficilmente un politico, “licenziato” dal Corriere della Sera, avrebbe potuto restare indifferente e proseguire il proprio percorso, incurante delle conseguenze, prima di tutto quelle sul paese.
In quest’epoca, purtroppo, la voce di de Bortoli, così discreta e composta, vistosamente diversa da quella dei politici, rischia di non essere sentita o di essere ignorata. Sono cambiate molte cose, probabilmente troppe, ma mi piace pensare che se il Direttore del Corriere della Sera alzasse un po’ la voce, il destinatario del messaggio lo ascolterebbe.
M’illudo, ne sono consapevole, ma non riesco a pensare diversamente. E anche questo, credo, ha a che fare con gli anni.
La zattera di cui parla de Bortoli è un famoso dipinto, del quale potete trovare informazioni e una riproduzione su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/La_zattera_della_Medusa.

venerdì 10 agosto 2012

Chi giudica chi?


Qualche mese fa, grazie anche alle considerazioni di Ernesto Galli della Loggia, avevo espresso le mie perplessità sul fatto che il Governo Monti possedesse la cultura necessaria per differenziare profondamente, com’era e com’è necessario, il proprio operato da quello dei governi precedenti. E avevo indicato, quale causa principale di questa mancanza di cultura, l’elevata percentuale di membri provenienti dalla carriera nella pubblica amministrazione.
Oggi, con una misura sconcertante e in linea con altre simili di tanti governi degli anni scorsi, è arrivato l’aumento delle accise sui carburanti, sia pure nominalmente temporaneo. I quotidiani, in versione on line, danno la notizia con varia enfasi. Scelgo il Giornale, anche se mi sarei aspettato una maggiore aggressività dai collaboratori del mitico Sallusti: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/carburanti-domani-scatta-aumento-accise-828920.html.
Cronaca.
Spero sinceramente che il Presidente del Consiglio decida di tornare sui propri passi e induca l’Agenzia delle Dogane (ente competente) a revocare la misura. Ne guadagnerebbero non soltanto le tasche di noi poveri cittadini, già piuttosto provate, ma anche l’immagine di un governo che aveva fatto nascere in molti di noi la speranza di un cambiamento marcato rispetto al passato.
Passiamo a una polemica, nata e cresciuta sul Corriere della Sera, che coinvolge argomenti di notevole rilievo e, sebbene affrontati attraverso uno scambio non proprio garbato, meritano riflessione, in primis da parte dei due “duellanti”.
All’origine il pezzo scritto da Piero Ostellino per la sua rubrica “Il dubbio” dello scorso sabato 4 Agosto: http://archiviostorico.corriere.it/2012/agosto/04/contrappongono_giustizia_politica_co_9_120804111.shtml.
Il Procuratore Aggiunto di Palermo Ingroia, evidentemente punto sul vivo, ha replicato con una lettera pubblicata ieri con una controreplica di Ostellino: http://archiviostorico.corriere.it/2012/agosto/09/Giustizia_Politica_Ragion_Stato_co_9_120809027.shtml.
Una precisazione: in quest’ultima pagina i due testi sono fusi insieme, ma si capisce dove finisce quello di Ingroia e dove inizia quello di Ostellino.
Stampa così e così.
Un tema di questa importanza non può essere affrontato in maniera simile, lasciandosi trascinare al punto da trascendere anche dalla minima correttezza formale indispensabile nel rapporto tra persone che occupano posizioni di rilievo nel paese. Quest’ansia di sovrastare la voce dell’interlocutore non porta da nessuna parte e rischia di impedire ai lettori di comprendere le varie sfaccettature di un argomento assolutamente non banalizzabile.
Non si può negare che Ostellino, nel suo pezzo del 4 Agosto, abbia impiegato un tono così platealmente provocatorio (se non offensivo) da motivare, da parte di Ingroia, una risposta scritta con il medesimo inchiostro. Un pessimo comportamento da parte di entrambi e poco importa stabilire se la colpa prevalente sia del giornalista o del magistrato. Hanno, con la loro ira e il loro egocentrismo, trasformato una questione come quella della trattativa tra Stato e Mafia in una baruffa tra galletti in un pollaio vuoto.
E ha sbagliato anche il Direttore del Corriere, de Bortoli, a non intervenire o a non far intervenire un terzo in modo da sottrarre ai litiganti aspetti giuridici e filosofici che non possono assolutamente essere affrontati nello spazio e, soprattutto, nel modo in cui sono stati affrontati.
Aggiungerei che de Bortoli dovrebbe anche porsi la domanda se sia giusto che un collaboratore del quotidiano da lui diretto, per quanto importante quanto può essere un ex direttore quale Ostellino, si consideri autorizzato ad attribuire patenti di ogni genere a chiunque abbia la (s)ventura di attirare la sua attenzione o di entrare in polemica con lui. Il Corriere della Sera, per interposto Ostellino, non deve dare patenti di esperto di diritto piuttosto che di economia o di qualsiasi altro ambito del sapere umano. Deve informare, nel senso più ampio e più nobile del termine. E farlo, magari, con una punta di modestia in più di quella che si può misurare leggendo ogni giorno il quotidiano e, servendosi degli indirizzi mail da loro stessi forniti, colloquiando di tanto in tanto con i giornalisti.
Che poi una rubrica intitolata “Il dubbio” contenga la celebrazione autoreferenziale di Piero Ostellino, che i dubbi li nutre sugli altri e dedica a se stesso una smisurata certezza, beh, mi pare poco adatto al Corriere della Sera.

martedì 31 luglio 2012

Un ottimo quotidiano


Ho avuto un nuovo diverbio via mail con Piero Ostellino. Non ho ancora deciso se sia o meno il caso di pubblicarlo. Non per me, ma per lui, visto che, per quanto pungenti, le mie parole non mi sembrano (posso sbagliare), diversamente dalle sue, offensive e, per quanto maldestre, le mie considerazioni mi sembrano dimostrare (posso sbagliare), diversamente da quanto sembrano dimostrare le sue, che ho letto e cercato di capire le sue parole.
In ogni caso, pur avendo ancora le pale che frullano, devo riconoscere a Ostellino che è un interlocutore stimolante e divertente. E risponde ai lettori, il che gli va riconosciuto come un merito incontrovertibile.
Magari lo scambio di mail lo pubblicherò nei prossimi giorni, dopo aver parlato con la mia amica Carla, un’eccellente e grintosa donna di legge.
Nel frattempo, vi propongo un tuffo nel passato relativamente recente, con una polemica tra Fiorenza Sarzanini e Ostellino stesso, nella quale de Bortoli, direi correttamente, ha ritenuto di intervenire per chiudere la questione. Torniamo al maggio del 2010, quando si discuteva del possibile intervento, attraverso un progetto di legge dell’allora Ministro della Giustizia (di Grazia e Giustizia, più precisamente) Angelino Alfano, sulla diffusione di notizie relative a indagini della magistratura, ovviamente incluse le intercettazioni telefoniche.
Segue il pezzo di Ostellino:
E questo è l’intervento conclusivo di Ferruccio de Bortoli:
Un’osservazione: le date non sembrano collimare, ma come potrete vedere, l’articolo di Ostellino reca due date (23 Maggio e 8 Luglio), mentre l’articolo di Sarzanini è datato 22 Maggio e quello di de Bortoli pure risulta datato 8 Luglio. Credo che il problema dipenda dal momento in cui gli articoli sono stati pubblicati in rete. Come dimostra la citazione, da parte di de Bortoli, di questo pezzo di Luigi Ferrarella del 20 Maggio 2010, che merita di essere letto come gli altri:
Adesso leggete e fatevi la vostra opinione. Domani è il 1° Agosto, sicuramente avete il tempo per farlo.
Ah, dimenticavo...
Buona stampa. Queste cose fanno del Corriere un ottimo quotidiano.

domenica 3 giugno 2012

Cento giorni


Infervorato dalla condotta impeccabile (si fa per dire) del capitano della nazionale di calcio, che interpreta un po’ (si fa per dire) maldestramente il suo ruolo di esempio, mi sono dimenticato di Massimo Gramellini, il quale si era occupato di Beppe Grillo nel suo Buongiorno del 31 Maggio. Faccio ammenda e vi do immediatamente il link: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=41&ID_articolo=1188.
Buona stampa. Della serie perché dire io quello che altri hanno già detto meglio.
Dubito che i richiami di Gramellini o di chicchessia riescano a far ritrovare a Grillo un minimo di buon senso. Posso soltanto augurarmi che, da qui alle elezioni politiche, dica ancora tante assurdità da far sì che anche i suoi sostenitori più convinti capiscano quanto è inaffidabile e pericoloso.
Purtroppo la nostra società è costruita a misura di chi, come Grillo, Berlusconi, Di Pietro, sa rivolgersi, con slogan e promesse, alla pancia e non alla testa delle persone.
Un problema che esiste anche in altri paesi, ovviamente, però senza le nostre consuete esagerazioni.
L’ansia ossessiva per la presenza nei mezzi di comunicazione e l’attenzione rivolta solo alla prossima tornata elettorale stanno pian piano sgretolando le fondamenta del mondo che, forse illudendoci di aver avviato un lungo periodo di pace e benessere, i nostri padri avevano creato dopo il 1945.
La storia dirà quale prezzo spropositato noi cittadini europei, ma non soltanto noi, saremo costretti a pagare per l’ottusa concentrazione sui propri successi elettorali della Signora Merkel.
Mi ripeto: Angela Merkel è la continuazione di Hitler con altri mezzi. E se non verrà fermata in tempo, riuscirà a rendere devastante la crisi già drammatica nata dall’avidità e dalla spregiudicatezza delle banche d’affari americane.
Andate oltre il garbo e la misura, virtù e vizi consueti di Ferruccio De Bortoli, nel suo fondo odierno (http://www.corriere.it/editoriali/12_giugno_03/de-bortoli-moneta-di-tutti_a112cd24-ad42-11e1-9c2d-b0ae6b2376e5.shtml) e ci troverete la stessa angoscia che provo io e che, immagino, provate anche voi tre che mi leggete.
Buona stampa. Anche se sarebbe ora che tirasse fuori un po’ di grinta.
Sono passate moltissime settimane da quando segnalavo il rallentamento della crescita cinese. In questi giorni sappiamo che anche Brasile e India stanno frenando pericolosamente.
Nel 2010 sarebbe costato poche decine di miliardi di euro impedire che la situazione greca si deteriorasse sino al punto di trasformarsi nel letale virus che si è già diffuso ai paesi vicini.
Oggi, ammesso e non concesso che si riesca finalmente a togliere il Räucherschinken dagli occhi della Merkel e dei suoi consiglieri, il costo sarà infinitamente più alto. E’ vero che nel frattempo i tedeschi si sono arricchiti, ma, credo, non abbastanza. Certamente non si sono comportati come ci si aspetterebbe da un popolo animato dall’etica protestante. Per tutti vi suggerisco Alessandro Plateroti sul Sole 24 Ore di ieri: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-02/deutsche-gioca-prestiti-081023.shtml?uuid=Abpn67lF&fromSearch.
Buona stampa.
Non sono convinto della buonafede di Soros, che ha pur sempre una montagna di soldi da gestire, anche se non lo fa più direttamente, comunque temo che abbia ragione nel dare ai politici del Vecchio Continente un periodo ben preciso prima che il mercato metta al tappeto per sempre l'euro e, con esso, l'economia europea (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-06-03/soros-governi-hanno-giorni-132219.shtml?uuid=AbPqvhmF&fromSearch).
Proviamo a consolarci con una Caterina Caselli che, almeno per il titolo, non è fuori luogo.


Buona domenica e buona fortuna.

domenica 20 maggio 2012

Difficile tornare indietro


Sarei ancora per il silenzio, ma qualcosa bisogna pur dire o, meglio, leggere. Mi sembrano degni di attenzione, per motivi diversi, Michele Brambilla su La Stampa (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10124), l’editoriale di De Bortoli sul Corriere (http://www.corriere.it/editoriali/12_maggio_20/dolore-impegno-de-bortoli_410594f4-a241-11e1-bfa6-752e370d244b.shtml) e questo pezzo di Carlo Galli da Repubblica (http://www.repubblica.it/rubriche/la-parola/2012/05/19/news/la_bomba-35488956/?ref=HREA-1).
Buona stampa. Del tutto inutile, temo. Quando in un paese esistono persone che arrivano a compiere un gesto di così inumana empietà, mi sembra che si sia valicato un limite, che si sia raggiunto un punto dal quale è difficile tornare indietro.

venerdì 6 aprile 2012

Pensa se avesse avuto una dozzina di figli...


E’ vero, si tratta d’intercettazioni, che non possono certo essere considerate prove definitive, tuttavia non mi piace granché quel che emerge giorno dopo giorno dall’inchiesta sulla gestione dei fondi della Lega. Una sintesi interessante, tra le moltissime, la potete trovare sul Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-06/sistema-affari-alimentato-cassa-083229.shtml).
Buona stampa.
Tutti innocenti sino a sentenza definitiva, ci mancherebbe, ma niente ci impedisce di pensare che il nostro sistema politico non ha possibilità di sopravvivenza senza una serie di misure SERIE volte a scardinare il meccanismo abnorme costruito nel tempo attraverso la connivenza di tutti i partiti, sia quelli rappresentati in Parlamento sia quelli rimasti fuori, ma determinati a sopravvivere forse soprattutto per accaparrarsi la loro fetta di torta, per quanto piccola.
Giusto per capire quali sono le intenzioni reali, leggete il mastino truce di ieri (http://archiviostorico.corriere.it/2012/aprile/05/Flop_annunciato_dati_incomparabili_subito_co_8_120405016.shtml).
Buona stampa.
Se questa è la volontà di cambiare, siamo di fronte a ben altro che “il cambiare tutto perché nulla cambi” del Principe di Salina. Non c’è nessuno, dentro e fuori quello che una volta si chiamava “arco costituzionale”, veramente intenzionato a rinunciare agli sterminati rivoli di denaro che fluiscono dallo Stato ai partiti e alle loro emanazioni, si tratti di giornali, fondazioni e quant’altro.
Sul Corriere di oggi sono pubblicate due lettere, spedite da quei tali di parola di cui abbiamo parlato tante volte (Fini e Schifani), in risposta all’articolo di fondo di De Bortoli di ieri, di cui non avevo parlato perché, pur condividendone il contenuto (è impossibile non condividere il buon senso educato di De Bortoli), mi sembrava l’ennesima “garbata protesta”. Non è il suo editoriale, comunque, che vorrei voi leggeste. Dovete leggere questi testi alti, scritti da uomini avvezzi a non prendere impegni a vanvera, addirittura rocciosi nel realizzare quanto promesso, veri statisti che tutto il mondo ci invidia, mica parolai da quattro soldi: prima Fini (http://www.corriere.it/politica/12_aprile_06/fini-la-lettera_1512131c-7fba-11e1-8090-7ef417050996.shtml) e poi Schifani (http://www.corriere.it/politica/12_aprile_06/schifani-la-lettera_fac4cc0c-7fb9-11e1-8090-7ef417050996.shtml).
In ordine casuale, sono patetici entrambi, due lettere che io mi vergognerei a firmare.
Chiudo con una comunicazione, per così dire, di servizio: ho problemi di connessione, quindi ancora per qualche giorno i post saranno meno frequenti del solito. Sono sicuro che la cosa non vi dispiace.

martedì 27 marzo 2012

Vittima di un complotto?


Il maneggio del denaro è materia molto delicata, soprattutto se si tratta di contante, di molto contante. A quanto pare, anche in Svizzera sono diventati prudenti in materia e hanno preferito rinunciare a un pur consistente deposito da parte di Emilio Fede.
Francamente mi par difficile credere che La Stampa e il Corriere della Sera abbiano pensato di scatenare una campagna per “danneggiare” il direttore del TG4. Intendiamoci, non è impossibile, ma non lo ritengo affatto probabile. Mi sfugge, infatti, la ragione per cui due tra i maggiori quotidiani italiani potrebbero aver deciso di pubblicare contemporaneamente la notizia (a dire di Fede falsa). Forse che De Bortoli e Calabresi temono di perdere lettori a  favore del TG4? Non credo. Forse che De Bortoli e Calabresi aspirano a prendere, insieme, il posto di Fede? Anche questo non lo credo. Forse che De Bortoli e Calabresi intendono assumere Fede come editorialista (per entrambi i quotidiani) una volta che fosse stato rimosso dalla direzione del TG4? Una volta ancora, non credo. E, da lettore di Corriere e Stampa, mi auguro vivamente di non vedere mai un pezzo firmato da Fede su due quotidiani che, con inevitabili difetti, mi sembrano comunque degni di essere letti.
Non voglio esprimermi sulla vicenda. Per due motivi. Il primo sono le minacce che Fede sparge a destra e manca, sai mai che legga il blog e decida di far causa anche a me… Il secondo è che, effettivamente, la materia è ancora un po’ nebbiosa e mi sembra, quindi, più ragionevole aspettare conferme.
Ad ogni buon conto, che sia andato o meno con la valigetta a Lugano, Emilio Fede, anche in questa vicenda, dimostra di essere afflitto da un male assai diffuso in Italia: la tendenza a sopravvalutare la propria importanza e il proprio ruolo, oltre alla propensione a parlare di torbidi complotti di presunti misteriosi nemici. Il tutto condito dal consueto ricorso a minacce di azioni legali e a messaggi ambigui.
Indipendentemente dalle valigette e dalle tante altre storie in cui è stato invischiato e di cui ancora dobbiamo vedere la conclusione, mi pare che ormai Fede sia sostanzialmente bollito. Il direttore di un TG che vanta pochi affezionati ascoltatori e che si caratterizza più come un house organ che come un vero organo d’informazione, indipendente e autorevole.
Penso che Fede non abbia niente da temere. Resterà lì sino alla morte, sua o della cerchia selezionata di fedeli cui interessa il suo telegiornale.

domenica 12 febbraio 2012

Anni perduti e talenti sperperati


Oggi andiamo un po’ di qua e un po’ di là, sia in senso geografico sia come argomenti, con qualche divagazione un po’ stravagante. E sarà ancora una volta un post piuttosto corposo, ma è domenica e dovreste avere più tempo per leggere.
Cominciamo dalla Repubblica che, ieri, segnalava la morte di un capodoglio in Belgio e offre alcune immagini di questo evento triste (http://www.repubblica.it/ambiente/2012/02/11/foto/capodoglio_belgio-29711775/1/?ref=HREC2-3). Avrei voluto che, oltre alle fotografie, ci fosse un testo più esteso per capire meglio la posizione di quegli ambientalisti che si sarebbero opposti all’uso della carcassa per la produzione di energia. Posso sbagliarmi (è facile quando si parla di noi), ma credo di essere un amante della natura e di rispettarla con convinzione, tuttavia trovo inconcepibili le posizioni estremiste come quella citata nella didascalia della prima immagine. E mi piacerebbe proprio sapere quali alternative proponevano coloro i quali si opponevano alla scelta di bruciare i resti (piuttosto ingombranti) del povero animale. Siccome la Repubblica ci lascia con questa curiosità insoddisfatta, mi tocca essere severo.
Mala stampa.
Spostiamoci in America. Il New York Times descrive la crisi della sola linea aerea dedicata agli animali da compagnia (http://www.nytimes.com/2012/02/11/business/pet-airways-in-financial-straits-is-canceling-flights.html). Scontato che l’articolo attirasse la mia attenzione. Se affermassi di aver rinunciato a qualche viaggio per l’impossibilità di portare Doc con me, mentirei. Non posso, tuttavia, nascondere che, se le compagnie aeree offrissero condizioni di viaggio meno pericolose e stressanti, potrei anche decidere di spostarmi con lui verso qualche meta a due o tre ore di volo. Leggete attentamente l’articolo del NYTimes: le statistiche sugli animali morti durante i viaggi nella stiva non mi sembrano affatto rassicuranti.
Buona stampa.
Ancora sul maltempo, ma giusto per qualche bella foto dal sito di Le Monde (http://www.lemonde.fr/planete/infographe/2012/02/11/la-vague-de-froid-se-poursuit-dans-toute-l-europe_1642212_3244.html).
Buona stampa.
Eccoci di nuovo in Italia. Oggi Ferruccio De Bortoli, finalmente, torna a firmare l’editoriale del Corriere. E’ fondamentalmente un bel pezzo, che analizza con chiarezza, e in modo sostanzialmente esaustivo, il tema della moralità nella vita politica italiana. Ecco il link: http://www.corriere.it/editoriali/12_febbraio_12/de-bortoli-anni-perduti-scelte-urgenti_846661ba-5548-11e1-9c86-f77f3fe7445c.shtml. Non posso, tuttavia, non osservare che manca un po’ di aggressività. Intendiamoci: non è nel suo stile, che apprezzo, però mi sembra che con le buone maniere, come dimostra proprio il suo editoriale, non abbiamo ottenuto gran che. Ad esempio, verso la fine, De Bortoli scrive:
Se la società non infligge anche un costo di reputazione a chi infrange le sue regole, se trascura istruzione e formazione, se banalizza le virtù civiche ed elegge i furbi simpatici a modelli di vita, non c’è norma che tenga.
Perfetto, io allora mi chiedo: chi meglio del direttore del maggior quotidiano italiano può far pagare un costo di reputazione a chi infrange le regole della società? Perché dimenticare che un reo confesso di appropriazione indebita è ancora senatore della Repubblica? Tra l’altro, mi ero anche permesso di mandargli una mail due giorni fa sull’argomento… Mi toccherà scrivergli di nuovo.
Non posso certamente dare un voto negativo, ma neppure positivo. Mi è rimasta la bocca un po’ amara e, quel che è peggio, il dubbio che sia un editoriale scritto tanto per tranquillizzare la propria coscienza almeno quanto per favorire un reale cambiamento della situazione.
Stampa così e così.
Facciamo un salto nel Regno Unito, dove il maggior gruppo editoriale del mondo, quello di Murdoch, sta passando un altro brutto momento, sempre a causa dei metodi alquanto discutibili con cui alcuni giornali si procuravano scoop veri o presunti. Ci sono molti articoli, ve ne segnalo uno dell’Indipendent: http://www.independent.co.uk/news/uk/crime/eight-arrests-as-murdoch-throws-staff-to-the-wolves-6795254.html.
Buona stampa. L'Indipendent, non il Sun, ovviamente.
Per chiudere, una notizia che mi ha sinceramente rattristato. Se n’è andata una cantante che, purtroppo, ha sperperato un talento straordinario. Non ho suoi dischi, ma ricordo bene il potenziale eccezionale rivelato dal suo primo album. Peccato. Se volete riascoltarla, io avrei scelto un pezzo dell’inizio della carriera di Whitney Houston. E' un po' sdolcinato, ma che voce.


venerdì 10 febbraio 2012

Niente di nuovo


A proposito di politica energetica, sul sito LaVoce.info, potete leggere una breve, ma interessante analisi di Alessandro Lanza sulla nostra dipendenza dal gas e, in particolare, da quello russo (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002849.html). Le sue osservazioni non si scostano molto dalle mie di qualche giorno fa, ma ci sono dei numeri interessanti.
Buona stampa.
Sul Financial Times di oggi c’è un articolo (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/2b1bb9d0-537b-11e1-aafd-00144feabdc0.html#axzz1ly9ZjJ6n) che, mi auguro, anche Angela Merkel troverà il tempo di leggere. Per la serie io ve lo avevo già detto: i segnali di rallentamento dell’economia cinese ci sono e sono tutt’altro che trascurabili. E le implicazioni sono anch’esse tutt’altro che trascurabili.
Buona stampa.
Chissà se nel 2012 la Mercedes farà utili corposi come nel 2011 vendendo le sue belle auto nei cosiddetti paesi emergenti? I dirigenti prevedono di riuscire, io, al posto loro, sarei meno spavaldo. Sul tema, potete leggere questo pezzo sul Sole 24 Ore di oggi: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-02-09/daimler-utili-record-2011-101541.shtml?uuid=AaODdCpE&fromSearch.
Buona stampa.
Il rigore non è tutto. I conti in ordine sono importanti, ma bisogna anche dare delle prospettive: le persone accettano i sacrifici se vedono una luce in fondo al tunnel. Per il momento, mi pare, la logica imposta dalla Germania di prospettive nel concede pochine, come dimostra il caso della Grecia. Sia chiaro che ho ben presenti le colpe dei greci: pessima classe politica, evasione fiscale, livelli retributivi esagerati, scarsa affidabilità nei rapporti con la UE, ecc. Temo, tuttavia, che venga loro imposto un percorso i cui effetti sociali sono assolutamente irragionevoli, soprattutto perché non viene offerta alcuna realistica speranza che, in tempi non biblici, potranno avviarsi verso un tenore di vita dignitoso. Del tema si occupa oggi un articolo di Daniele Mastrogiacomo su Repubblica: purtroppo non è disponibile gratuitamente on line. Io non ho l’abbonamento e l’ho letto su carta, ne vale la pena: il titolo è “Un giorno a casa Dimitriu”.
Buona stampa.
Ora tornerei su un fatto che mi sta veramente facendo uscire dai gangheri. Il signor malfattore reo confesso Lusi è ancora un Senatore della Repubblica e non c’è nessuno che si sogni di chiedergli o di imporgli le dimissioni. E’ vero, nel nostro Parlamento i malfattori non mancano, però qui ci troviamo di fronte a un reo confesso, possibile che non ci si possa liberare di lui? Che dignità e che decoro può avere un’istituzione della quale continua a far parte il colpevole del reato di appropriazione indebita? Come possiamo non guardare con disgusto a una classe politica che ci costringe a continuare a pagare un lauto stipendio a un furfante, che tra l’altro avrà diritto anche a un corposo vitalizio visto che siede in Parlamento da parecchi anni? Con questi esempi, come potremo mai sviluppare un senso civico adeguato a una vera democrazia occidentale? Finirò anch’io per fregarmene delle leggi e dei diritti degli altri? E i giornali che cosa ci stanno a fare? Credo che lo domanderò al Dottor De Bortoli…
Vi ricordate il ministro inglese? Si chiama Huhne. Che cosa avrà nella testa per aver deciso di dimettersi a causa di quella menzogna in merito a chi guidava l’auto oltre il limite di velocità? Non è che si può prendere un po’ del suo DNA e spruzzarlo a Palazzo Madama e Montecitorio, all’ARS (Assemblea Regionale Siciliana, niente a che vedere con l’arte) e al Pirellone?
Sai mai, magari anche Nicole Minetti potrebbe imparare come si comporta chi è pagato con soldi pubblici e, prima di tutto, dovrebbe ricordarsi di essere un esempio. Cosa che, per ora, lei non sa neppure cosa voglia dire (http://milano.corriere.it/gallery/milano/02-2012/minetti/03/minetti-sosta-selvaggia_e9aeadcc-5302-11e1-8f96-43ef75befe7d.shtml#1).
A proposito di queste foto, qualcuno sa dirmi in quale paese civile i consiglieri regionali sono forniti di un permesso per parcheggiare dove vogliono? Io credo non ce ne sia neppure uno. Negli altri paesi chi è chiamato a compiti pubblici resta un cittadino come gli altri, non viene trasformato in un essere speciale cui tutto è concesso. E comunque, quel permesso, non da diritto a lasciare l'auto in mezzo a un marciapiede.

martedì 17 gennaio 2012

Pagina 19...


…del Corriere della Sera di oggi. Da mettersi le mani nei capelli, avendoli. Da sperare che si trasformi in un biglietto aereo di sola andata per un paese qualsiasi, sarà sempre meglio di questo. E’ peggio che deprimente: lascia senza fiato.
Cominciamo, per cavalleria e per simpatia, da Fiorenza Sarzanini, eccellente professionista, della quale ricordo una polemica con Ostellino sul tema della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche (andrò a cercarla per vedere se è possibile fornirvi i collegamenti: Ostellino si era mosso con il suo consueto garbo e con la sua proverbiale forza degli argomenti (sic), tanto che Ferruccio De Bortoli era dovuto intervenire a fianco della Sarzanini. Sì, devo proprio andare a pescarla, lo considero un debito nei confronti della Signora Sarzanini). Il pezzo di oggi racconta della buona qualità (si fa molto per dire) di numerosi amministratori e dipendenti pubblici, leggete: http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_17/sarzanini-controlli-frodi-6-miliardi-sottratti-erario_ea65412e-40d1-11e1-b71c-2a80ccba9858.shtml.
Buona stampa.
Il secondo pezzo è del mastino truce. E anche qui si parla della buona qualità (si fa sempre molto per dire) di alcuni dei collaboratori del sindaco di Roma: http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_gennaio_17/condannato-mottironi-consulente-alemanno-rizzo-1902896454342.shtml.
Buona stampa.
Non so se il Presidente del Consiglio Monti ha avuto la possibilità di leggere questi articoli. Temo che abbia dovuto ridurre parecchio il tempo dedicato alla lettura dei giornali, però, poiché credo che la sera non sia occupato da cene eleganti, magari avrà avuto modo di dare un’occhiata al Corriere… In realtà spero ardentemente che lo abbia fatto e che, tra le tante materie sulle quali intende intervenire, vorrà inserire anche questa.
Vista l’ora, se possibile, buonanotte.

mercoledì 28 dicembre 2011

Di palo in frasca?


Da anni il mio, invero già modesto, interesse per il calcio si è affievolito sino a svanire quasi del tutto, restando vitale quel poco che serve a farmi seguire qualche partita dei grandi eventi che coinvolgono la nazionale. Il susseguirsi di scandali, il deterioramento della qualità del gioco, gli atteggiamenti di troppi calciatori esaltati da guadagni e notorietà del tutto ingiustificati, questi e altri elementi sono all’origine di quello che, lo ammetto, ormai è vero disgusto per uno sport la cui bellezza mi sembra ormai invisibile sotto l’ammasso di lordura che tanti hanno contribuito a spargervi sopra. Sarebbe ora che qualcuno mettesse veramente mano a un progetto di rifondazione di questo sport, anche se i cambiamenti degli equilibri economici e politici mondiali hanno comportato un’alterazione delle gerarchie sportive che, temo, renderà difficile riportare il calcio italiano allo splendore del passato, quello remoto, non quello prossimo.
Per aggiornarvi sull’ultima puntata del romanzo di appendice che si chiama Calcioscommesse vi propongo tre link: http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/calcio/lstp/436012/, http://www3.lastampa.it/sport/sezioni/calcio/lstp/436014/ e
Buona stampa.
Passando a tutt’altro argomento, ci sono articoli che mi fanno venire i brividi. Un esempio è questo pezzo di Carlo Bonini su Repubblica (http://www.repubblica.it/politica/2011/12/28/news/fuga_capitali_estero-27290893/?ref=HRER1-1). Intendiamoci, nel 2011 è del tutto comprensibile e legittimo che chi possiede una somma di denaro da investire, grande o piccola poco importa, sia libero di farlo in qualsiasi paese, così da ottenere le condizioni che giudica migliori per i propri obiettivi. Detto altrimenti, la libera circolazione dei capitali è un principio irrinunciabile quale quello della libera circolazione delle persone e delle merci. Quello che mi fa raggelare è che ancora oggi, nonostante le ripetute promesse di politici e burocrati, l’evasione fiscale in Italia possa raggiungere le dimensioni di cui ci parla Bonini. Tremonti, Siniscalco, Visco, Tremonti… negli ultimi dieci anni al ministero del Tesoro si sono susseguiti loro e non sono riusciti a imprimere una vera svolta. Finisce che mi tocca dare ragione a Piero Ostellino (e non è cosa che si fa a cuor leggero) che, mi pare sabato scorso sul Corriere, indicava nel rapporto tra politici e burocrati una delle cause del pessimo funzionamento della nostra macchina amministrativa. Se i politici, come osserva correttamente Ostellino, non sanno o non vogliono controllare l’azione della burocrazia cui sono preposti, ovviamente, la burocrazia fa quello che, notoriamente, sa fare meglio, ossia creare meccanismi e procedure astrusi per giustificare la propria presenza. Sul tema gli studi, in carta e in rete, si sprecano.
Buona stampa.
Finiamo con un articolo di dimensioni piuttosto inconsuete per un quotidiano. E’ la ricostruzione degli ultimi anni di vita di Mediobanca fatta ieri da Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera (http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/27/Mediobanca_decennio_francese_quel_Maranghi_co_9_111227044.shtml). Mucchetti è oggi, a mio avviso, uno dei migliori giornalisti in materie economiche e finanziarie. Ha anche abbastanza coraggio per aprire gli armadi di casa (RCS Mediagroup) per trovare gli scheletri. Anche nell’articolo di ieri, senza timori reverenziali, critica alcune delle figure chiave nell’azionariato della società che controlla il quotidiano su cui scrive. Un articolo interessante, il cui limite, secondo me, sta nelle dimensioni che, sebbene molto cospicue per un quotidiano, mi sembrano insufficienti per illustrare compiutamente una materia estremamente complessa, cosicché restano passaggi oscuri, difficilmente comprensibili anche a chi, nel tempo, ha seguito questi eventi via via che si verificavano.
Poi, non posso nasconderlo, la mia natura sospettosa mi spinge a chiedermi come mai, proprio in questo momento, il Corriere ha deciso di pubblicare un articolo come questo. Niente accade per caso attorno al principale quotidiano italiano. Mi piacerebbe chiederlo a Ferruccio De Bortoli. Chissà che non decida di farlo…
Buona stampa.

mercoledì 23 novembre 2011

I mastini


Oggi sono in vena di sperperare. Tre post. Due e mezzo, considerando che il secondo sono foto, ma non posso proprio farne a meno. Sul Corriere di oggi sono tornati i mastini: un pezzo di Rizzo e ben due di Stella, ma segnalo il link di uno solo (http://www.corriere.it/politica/11_novembre_23/bianciofiore-stella_a4f47c3a-1599-11e1-abcc-e3bae570f188.shtml). Capirete immediatamente perché ho scelto proprio questo: impossibile resistere! E adesso divago un po’ (pò?).
Prima divagazione. Nella fisionomia di Sergio Rizzo, in effetti, qualcosa del molossoide volendo si potrebbe anche trovare, ma Gian Antonio Stella ha un’aria paciosa da Bobtail, che forse lo rende più pericoloso, perché non ci si aspetta che morda come morde…
Seconda divagazione. Ho deciso di dare il link solo di uno degli articoli (gli altri due ve li dovete cercare o vi dovete comperare il quotidiano) perché, se è vero che anche il passaggio sul web fa guadagnare qualche centesimo al Corriere della Sera, mi pare opportuno non disincentivare l’acquisto in edicola, anche per non dare un dispiacere a Ferruccio De Bortoli, che stimo molto sul piano professionale e che considero un ottimo direttore (anche se mi sono permesso di sostenere il contrario in un momento di irritazione). Sul piano personale ne apprezzo, in particolare, i modi cortesi e la compostezza, merci rare di questi tempi. Se proprio devo trovargli un difetto, mi pare un po’ trascurato nell’acconciatura: mi è capitato di vederlo alcune volte in televisione con uno, forse addirittura due capelli in disordine. Se mai leggerà queste righe, spero che non se ne abbia a male, ma penso che, siccome è intelligente, ne sorriderà.
Buona stampa.
P.S. I link degli altri due articoli li indicherò domani.