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martedì 23 dicembre 2014

Ah se ci mancherai, Joe


Ho l’impressione che la guerra sul prezzo del petrolio, cui ho già accennato, non sia ancora finita e, quando sarà finita, sul campo ci saranno alcune vittime sia tra le nazioni produttrici sia tra le aziende petrolifere.
La situazione odierna sul mercato del greggio, infatti, non ha quasi nulla a che vedere con i momenti in cui, in passato, il prezzo aveva subito oscillazioni importanti e turbolenze prolungate.
La portata e le implicazioni del cambiamento lo spiega molto bene questo articolo dal Financial Times di oggi: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/63c7786c-89bc-11e4-8daa-00144feabdc0.html?siteedition=intl#axzz3MdHYow5D.
Buona stampa. E’ evidente l’intenzione dei Paesi appartenenti all’Opec di mettere a dura prova le capacità di sopravvivenza di alcuni produttori esterni all’organizzazione o non allineati sulle posizioni dell’Arabia Saudita. Mi auguro che questo confronto aspro non produca ulteriore instabilità del quadro politico internazionale, già provato dall’atteggiamento ondivago degli Stati Uniti, dalla prepotenza della Russia, dal proliferare dei movimenti terroristici che si dicono ispirati all’Islam, dalle derive autoritarie di Paesi finora retti nel rispetto dei principi delle democrazie occidentali e, ultimo, ma non meno importante, dalla sostanziale inesistenza dell’Europa. Staremo a vedere.
Venendo alle questioni domestiche, mi pare che l’inchiesta che va sotto il nome di Mafia Capitale offra l’ennesimo ritratto impietoso della classe dirigente italiana. E le vicende, per così dire, collaterali offrono dettagli desolanti della pochezza di uomini ai vertici dello Stato.
Cronaca. Come sempre, attendiamo che la Magistratura faccia il suo lavoro per dare giudizi sul piano della legalità. Possiamo, però, fin da adesso osservare che si fatica a comprendere perché l’uomo considerato più vicino al tizio decrepito non trovi di meglio da fare che fissare appuntamenti con il Prefetto di Roma. E si fatica anche a comprendere perché al Prefetto di Roma garbi che Gianni Letta gli gestisca l’agenda. Non mi pare che, così facendo, contribuiscano a migliorare la qualità dell’aria che si respira ai piani alti, ma anche a quelli bassi, del potere. Ripeto: non sarà illegale, ma certamente è inopportuno. E, ovviamente, Letta e Pecoraro non sono neppure sfiorati dal sospetto di essersi comportati in maniera poco adeguata ai loro ruoli. Come sempre, in Italia, nessuno sbaglia mai.
Passiamo ad altro, ma ci allontaniamo soltanto temporaneamente da Roma. Ieri, il Corriere della Sera, nelle pagine culturali, ospitava un articolo assai interessante di Marco Missiroli dedicato al libro in cui Martin Amis descrive i suoi incontri con alcuni leggendari scrittori del secolo scorso: http://archiviostorico.corriere.it/2014/dicembre/22/Pugni_devozione_Martin_Amis_incontra_co_0_20141222_b76a57fe-89a4-11e4-beac-aaaf4fbe2524.shtml.
Buona stampa. Il ritratto che conclude il pezzo di Missiroli, quello di Truman Capote, è esilarante, tanto da meritarsi di essere riportato nella parte finale (eliminando i caratteri sbagliati): All’improvviso arriva questa donna con una camicetta attillata, se la tira su e mi porge una matita per sopracciglia. E poi mi dice: “Voglio che mi autografi l’ombelico”. Così scrivo il mio nome T-R-U-M-A-N C-A-P-O-T-E. Il marito era ubriaco fradicio, guardandomi con odio profondo le prende la matita e me la dà, poi si sbottona i pantaloni e tira fuori l’affare. Ci guardavano tutti. “Visto che autografi qualsiasi cosa, che ne dici di autografare questo?”. C’è una pausa e poi io dico “Beh, non so se riesco ad autografarlo, ma forse riesco a metterci le iniziali”.
Niente è per caso. Cito questa splendida battuta di Capote per provare a trasferirla nella nostra realtà. Sta per concludersi il 2014: Matteo Renzi ha sfrattato Enrico Letta da Palazzo Chigi il 22 febbraio, quindi ha guidato il Governo per oltre dieci mesi. Può senz’altro mettere la firma sull’infinita serie di proclami che, grazie alla compiacenza di una stampa mediocre, ha diffuso a piene mani. Sui risultati concreti, non ci stanno le iniziali.
Per tutti (e ne cito solo uno per non nuocere ancora una volta ai nostri quattro fegati stremati), vi propongo un articolo di Luigi Ferrarella dal Corriere di ieri: http://archiviostorico.corriere.it/2014/dicembre/22/norme_confuse_pasticci_troppi_errori_co_0_20141222_a6b1e210-89a4-11e4-beac-aaaf4fbe2524.shtml.
Buona stampa. E questo è solo l’esempio della Giustizia. Il resto va esattamente da così a peggio. Niente di che stupirsi.
Parliamo di cose serie: è morto Joe Cocker. Vi suggerisco soltanto il ricordo breve dell’edizione italiana della rivista Rolling Stone: http://www.rollingstone.it/musica/news-musica/e-morto-joe-cocker/2014-12-22/.
Buona stampa. Il resto potete andare a cercarlo voi dove volete, c’è tanto su questa straordinaria voce che ha impresso con semplicità un segno indelebile nella musica dagli anni Sessanta del secolo scorso.
Un paio di ascolti. Il primo è Unchain My Heart (http://it.wikipedia.org/wiki/Unchain_My_Heart_%28singolo%29).


Il secondo è Night Calls.


Torneremo a parlare, anzi ad ascoltare, di lui.

mercoledì 16 aprile 2014

Hanno scherzato


Cominciamo, come si usa dire, tra il serio e il faceto. Parliamo del tizio decrepito.
Non riesco a non considerare grottesca la decisione del Tribunale di Milano relativamente all’esecuzione della sentenza che lo riguarda. E non posso evitare di farmi alcune domande. Chi è realmente condannato? Il tizio decrepito o gli ospiti della casa per anziani che se lo dovranno sorbire (per loro fortuna solo per poche ore la settimana)? E poi, che genere di sollievo potrà dare a questi anziani un individuo ormai prossimo agli ottanta anni e manifestamente incapace di convivere con l’età e con l’inevitabile decadimento che essa comporta? Gli insegnerà come applicare il cerone? Suggerirà le tinture per i capelli? Regalerà operazioni di chirurgia plastica? Mah…
Cambiamo tono, ma restiamo in argomento. Nel suo articolo di oggi sul Sole 24 Ore, Stefano Folli si occupa proprio del tizio decrepito e del suo rapporto con il Presidente del Consiglio Renzi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-04-16/le-incognite-declino-063641.shtml?uuid=ABnNBNBB.
Buona stampa. Non soltanto nella parte che analizza le varie sfaccettature della relazione tra il tizio decrepito e Renzi. Anzi, a me in particolare piacciono i passaggi iniziali, che meritano di essere evidenziati e, quindi, copio e incollo.
Socialmente pericoloso, ma sulla via del ravvedimento. Condannato, ma in sostanza "graziato", visto che la pena consiste in una visita di poche ore un giorno alla settimana in un centro per anziani. Per il resto libertà d'azione nella campagna elettorale. Come spesso accade, la soluzione del rebus Berlusconi è molto "all'italiana".
Giorni fa il politologo americano Edward Luttwak ricordava che negli Stati Uniti una condanna per frode fiscale si espìa in prigione perché il reato è molto grave. Da noi invece si ha l'impressione che la verità, anche quella processuale, sia sempre molto soggettiva.
Dopo anni di accanimento giudiziario, la severità si trasforma all'improvviso in generoso lassismo. Buon per Berlusconi, naturalmente. Ma qualcuno si sentirà autorizzato a pensare che l'obiettivo del processo fosse soprattutto politico: una volta raggiunto lo scopo, l'espiazione della pena conta poco o nulla.
Il “problema della giustizia” esiste eccome in questo paese, ma certo il tizio decrepito, nonostante i proclami ventennali, si è ben guardato dal risolverlo, preoccupandosi esclusivamente di “problemi con la giustizia”, i suoi.
Resta, però, che il sistema giudiziario italiano è gravemente inadeguato alle necessità di una nazione moderna. La responsabilità di questa situazione è senz’altro del sistema politico, ma anche degli avvocati e dei magistrati.
Sulla malattia profonda della magistratura dice molto il conflitto tra il Procuratore capo di Milano, Bruti Liberati, e uno dei suoi vice, Robledo. Una storia che si fatica a non definire squallida sul piano personale, ma che appare desolante sotto il profilo istituzionale.
Un aggiornamento su questa brutta vicenda lo trovate in un articolo di Ferrarella e Martirano sul Corriere della Sera: http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/14_aprile_16/caso-podesta-lite-pm-bruti-non-voleva-che-indagassi-218ad238-c530-11e3-ab93-8b453f4397d6.shtml.
Buona stampa. Se fate una ricerca, anche nei siti di altri quotidiani, potrete risalire agli inizi di questa baruffa da cortile e rendervi conto di come la relazione tra politica e magistratura (oltre a errori nella struttura del sistema giudiziario disegnato nella Costituzione) abbia indotto molti magistrati a perdere di vista completamente il proprio ruolo e i propri doveri e a dimenticare il buon senso.
Pensate alla decisione del Tribunale di Marsala che ha ritenuto di imporre ai medici di Brescia di riprendere a curare un paziente con il cosiddetto metodo Stamina, metodo che i medici lombardi, dopo averlo impiegato (forse un po’ sventatamente) per qualche tempo, hanno deciso di abbandonare. Un buon articolo sull’argomento lo potete trovare sul Corriere a firma di Luigi Ripamonti: http://www.corriere.it/salute/14_aprile_16/stamina-sentenze-che-illudono-6378acbe-c540-11e3-ab93-8b453f4397d6.shtml.
Buona stampa.
Prima di passare alla musica, vediamo un commento lapidario sulla scelta di Renzi di nominare alcune donne ai vertici delle maggiori aziende di Stato. E’ di Jena su La Stampa di ieri: http://www.lastampa.it/2014/04/15/cultura/opinioni/jena/nomine-IL9TArnX68nvmibQRmGwLK/pagina.html.
Buona stampa. Torneremo sull’argomento.
E veniamo alle note. Il primo brano viene dal fertile terreno della fusione tra mondi musicali anche molto lontani tra loro. Si tratta di Sinyaro, un pezzo ricco di ritmo in cui si mescolano i suoni di strumenti che raramente si ascoltano insieme. Il gruppo si chiama The Kora Band e potrete saperne di più sul loro sito: http://koraband.com.


Il secondo ascolto è, invece, un classico del jazz eseguito dalla mitica formazione di Max Roach (batteria) e Clifford Brown (tromba), con Richie Powell al piano e George Morrow al basso, arricchita nell’occasione dal sassofono di Sonny Rollins, nel ruolo di leader. L’album del 1956, intitolato Sonny Rollins plus 4, è l’ultimo nel quale si possono ascoltare insieme questi musicisti straordinari perché, purtroppo, tre mesi dopo la registrazione, Brown e Powell perirono in un incidente stradale. Il brano che ho scelto, come molti di quelli scritti da Rollins, è un pezzo lungo e vitale: Pent-Up House.

sabato 16 febbraio 2013

Furbette inglesi e furbetti nostrani


Se mai uno dei miei tre lettori mi accusasse di una generica esterofilia, potrei anche provare a difendermi, ma se mi accusasse di anglofilia, allora sarei in difficoltà: non posso negare di nutrire ammirazione per il Regno Unito, paese nel quale, magari a torto, sono portato a vedere qualità che mi piacerebbe vedere anche in Italia.
Ovviamente anche in Gran Bretagna ci sono cose che funzionano male o che non funzionano, tuttavia mi sembra che laggiù lo Stato sappia ancora operare rispettando gran parte del contratto con i suoi cittadini. Perché tutto questo pistolotto? Perché su The Guardian di ieri ho trovato questa notiziola: http://www.guardian.co.uk/politics/2013/feb/15/nadine-dorries-investigated-expenses.
Cronaca. Uno potrebbe dire che si tratta proprio di una notizia da nulla. Io, però, non sono d’accordo. Possiamo davvero pensare di confrontarci alla pari con una nazione nella quale esiste un’autorità che controlla le spese dei parlamentari e sanziona quelli che violano le regole? Dopo tutto quello che siamo venuti a sapere negli ultimi due anni? No, almeno su questo terreno, il Regno Unito ci lascia al palo! Quanto al fatto che un parlamentare in carica decida di partecipare a un reality show, beh, che posso dire? Non si può certo definirlo un comportamento encomiabile, ma forse c’è di peggio…
Buona stampa. Stanno meglio gli inglesi che si ritrovano quella Nadine Dorries o stiamo meglio noi che ci ritroviamo il già celeste ora più che annerito Formigoni? Io non ho dubbi. Anche perché, magari sbaglio, ma la Signora Dorries farà fatica a tornare a Westminster, mentre all’ex Presidente della Lombardia si riapriranno le porte del Parlamento.
Veniamo ad altro argomento. Nel mio pezzo di questa mattina (notte) avevo citato l’arresto di Alessandro Proto insieme con quelli di Rizzoli e Cellino come ulteriore prova della diffusione del malaffare. A chi non sapesse chi è Proto, mi sembra utile suggerire la lettura di questo pezzo dal 24 Ore di oggi, a firma del bravo Claudio Gatti: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-02-16/proto-caronte-traghettava-bufale-170936.shtml?uuid=Abqxz5UH&fromSearch.
Buona stampa. Cose simili, sia chiaro, succedono in tutti i paesi, però da noi la frequenza con cui si presentano personaggi come Proto (o Ricucci o Coppola o altri, la lista potrebbe essere di una lunghezza estenuante) è senz’altro maggiore e poi c’è sempre questo mescolarsi dei furbetti di turno con la politica. Mi pare un argomento su cui dovremmo riflettere. E non parlo soltanto di noi quattro, anzi…
Per oggi fine. Prometto di tornare con molta musica.

Reggerà la Torre di Pisa?


Impossibile resistere e rinunciare al piacere di cominciare questo post con il Buongiorno di Gramellini di ieri, dedicato al già Presidente della Lombardia e, purtroppo, mio omonimo Roberto Formigoni: http://www.lastampa.it/2013/02/15/cultura/opinioni/buongiorno/la-ricetta-formigona-CK9ZMkAasyxYNweLpY4t5J/pagina.html.
Buona stampa. Quanto al già celeste, ora nero come la pece, vado a proporvi alcune parole di un suo stretto collaboratore, uno dei fortunati partecipanti  alle cene non pagate (in realtà, qualcuno pagava, ma non certo Formigoni). Non pagate come, secondo quanto emergerebbe dalle indagini, le vacanze e altro…
Torniamo alla citazione di cui dicevo, si tratta di considerazioni espresse da Mauro “Willy” Villa e riportate nell’articolo di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella pubblicato ieri dal Corriere: «Non è stata una bella situazione in conferenza stampa... Quella di Gesù se la poteva risparmiare, anche perché sta dando del Giuda a quell'altro (cioè a Pierangelo Daccò , ndr). Gli dicevano che il presidente della Germania si è dimesso per molto meno e lui si arrampicava sugli specchi, a un certo punto stava dicendo di quelle cagate... "Sono limpido come l'acqua di fonte", eehh, non fare il figo!».
Buona stampa. Di fronte al comportamento di certe persone io resto allibito. Mi spiego: ognuno di noi, tendenzialmente, è portato a giustificare i propri errori e a sminuire le proprie colpe, fa parte della natura umana. Questa propensione, tuttavia, trova un limite quando la logica e le circostanze impediscono di dare spiegazioni credibili o di attenuare la gravità degli atti compiuti. Formigoni, come correttamente osserva il suo braccio destro (e come, se mi perdonate l’ennesima prova d’immodestia, osservavo anch’io molti mesi fa), realmente si è arrampicato sugli specchi e ha cercato di prendere in giro la gente, tra l’altro usando nei confronti della stampa modi e toni decisamente inadatti non solo all’incarico ricoperto, ma anche alle sue asserite convinzioni, religiose e non solo. Sappiamo che, dei reati per i quali la Magistratura lo sta indagando, Formigoni è ancora innocente e resterà tale sino a un’eventuale condanna definitiva. Su questo non ci piove. Come non ci piove sul fatto che, se non fosse italiano, ma, per esempio, tedesco o inglese, Formigoni non potrebbe comunque più aspirare a una carica pubblica e non si sarebbe mai azzardato a trattare la stampa e la pubblica opinione come ha fatto. Qui, invece, finiremo per ritrovarcelo in Parlamento…
Abbiamo già parlato nei giorni scorsi delle vicende di Eni, Monte Paschi e Finmeccanica. Abbiamo appena accennato all’accelerazione impressa dalla Procura di Milano alle indagini sulla sanità lombarda. Ieri i quotidiani ci hanno informato dell’arresto di personaggi più o meno noti (Angelo Rizzoli, Alessandro Proto e Massimo Cellino) accusati di reati diversi, ma, a prima vista e semplificando abbastanza, tutti riconducibili alla disinvoltura nel perseguire la ricchezza facile.
In queste ultime settimane, dunque, si è andato confermando il radicamento profondo e diffuso del malaffare nella nostra società e si è andata ulteriormente deteriorando l’immagine del nostro paese all’estero. Quanti, tra quelli che ci chiedono di affidargli le nostre sorti con il voto, se ne rendono realmente conto e si preoccupano di elaborare progetti efficaci per cambiare questo pessimo stato di cose?
Di questo si occupa l’editoriale del Corriere di oggi, firmato da Antonio Polito: http://www.corriere.it/editoriali/13_febbraio_15/il-marcio-e-il-caos-polito_b8e3a646-7743-11e2-a4c3-479aedd6327d.shtml.
Buona stampa. E un quadro che lascia ben poche speranze. Un quadro che The Economist conferma con un’immagine più che eloquente


Buona stampa.

domenica 14 ottobre 2012

E' qui la festa? Sì


E così, dopo Bossi, Maroni ha pensionato anche Formigoni. In realtà, a quanto pare, il Segretario della Lega avrebbe preferito tenerlo al Pirellone ancora per un po’, ma non tutti nel partito la pensavano come lui, anzi.
Se volete approfondire il tema, molti quotidiani vi offrono la cronaca delle proteste della base che, alla fine, hanno spinto Maroni a rimangiarsi l’accordo siglato con lo stesso Formigoni e Alfano. Quest’ultimo, per la verità, ha fatto altrettanto. Quindi è possibile ipotizzare che, in realtà, sia Maroni che Alfano ne avessero ormai abbastanza di Formigoni, ma, essendo di buon cuore, è mancato loro il coraggio per dirglielo… Lasciamo perdere. L’importante è che, finalmente, quel tronfio monumento all’egocentrismo e all’autoreferenzialità sia costretto a togliersi di torno. Lui con tutto il suo grottesco guardaroba da narcisetto attempato.
Più interessante, sempre riguardo alla fine del (troppo) lungo periodo trascorso da Formigoni alla guida della Lombardia, leggere due valutazioni su questa esperienza (necessariamente parziali visto che, per la Storia, dovremo aspettare) pubblicate dal Corriere di oggi: Antonio Polito dal punto di vista politico e Luigi Ferrarella dal punto di vista giuridico, con un’interessante lettura che interpreta le vicende lombarde alla luce dei buchi che si stanno scavando nella legge anticorruzione. Purtroppo l’articolo di Polito non è ancora disponibile, ma spero lo sarà in seguito; potete leggere quello di Ferrarella qui: http://www.corriere.it/politica/12_ottobre_14/20121014NAZ34_NAZ01_20_09162886-15c0-11e2-9913-5894dabaa4c4.shtml.
Buona stampa. Per entrambi, fidatevi di me.
Vorrei anche potervi dare il link alla striscia di Stefano Disegni sul MisFatto, l’inserto satirico del Fatto Quotidiano odierno, ma anche questa non è ancora disponibile on line. Se lo sarà nei prossimi giorni, ve la segnalerò senz’altro perché riprende un tema che io ho affrontato ieri e, come sapete, quando si tratta di gratificare la mia vanità non mi tiro certo indietro.
Prima di chiudere con un po’ di musica, Gramellini su Tremonti, qualche giorno fa: http://www.lastampa.it/2012/10/06/cultura/opinioni/buongiorno/giulio-senza-cesare-leB4nWNoJrDXnxTzMRM0bK/pagina.html.
Buona stampa. Gramellini è una garanzia. Difficile che sbagli un Buongiorno. Aggiungerò, tuttavia, per non sembrare sempre generoso di complimenti, che ironizzare su Tremonti non è poi così difficile: le munizioni per sparargli contro le porta lui.
E passiamo alla musica. Sono così profondamente addolorato dalla fine della carriera di “Governatore” della Lombardia di Formigoni che, dopo attenta riflessione, ho scelto un brano di Lionel Richie, voce dei Commodores, eccellente gruppo della Motown negli anni 70 e 80. Il pezzo scelto, però, è da un album di Richie solista. Il brano s’intitola All Night Long. E non servono certo i fazzoletti, ma uno spazio per scatenarsi. Evviva! Il mio omonimo peggiore se ne sta andando.




giovedì 2 agosto 2012

Nel frattempo, in quel di Milano...


Come anticipato questa mattina, parliamo un po’ del già Celeste. E del suo già avvocato. Salvatore Stivala, difensore di fiducia sino a martedì, ha rinunciato all’incarico. La notizia era stata già data dal Corriere in cartaceo questa mattina, con un articolo di Luigi Ferrarella (http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_agosto_2/ferrarella-formigoni-le-cene-di-dacco-2111275119290.shtml).
Cronaca. Niente voto.
Nessuno più di un indagato è libero di decidere da chi farsi difendere e in che modo, dunque niente da osservare sulla scelta di Formigoni. Ha il diritto di percorrere qualsiasi strada per dimostrare la propria innocenza e se il codice di procedura penale, che io non conosco, gli consente di rinviare l’incontro con la Procura di Milano, il già Celeste fa benissimo a non presentarsi adesso.
Devo ammettere, tuttavia, di essere un po’ sorpreso: solo pochi giorni orsono, infatti, Formigoni sosteneva di essere ben lieto di incontrare i magistrati. Non mi affido alla memoria, anche se funziona ancora discretamente. Vi faccio vedere un video in cui il già Celeste lo dice espressamente.
Che poi il video sia tratto dal canale tv del Fatto Quotidiano, non importa. Sono senz’altro un po’ faziosi, ma non penso che si spingano sino ad alterare le registrazioni delle conferenze stampa.
Buona visione.


E, sempre per rispettare gli impegni, torniamo anche alla vicenda dei Ligresti, che si è fatta piuttosto torbida con il foglio firmato dall’Amministratore Delegato di Mediobanca Nagel. Ho letto parecchio sulla questione, che oggi ha molto spazio sulla stampa nazionale, ma non riesco a vederci chiaro. Quel che è fuori di dubbio, come ho già scritto in passato, è che a Ligresti, grazie alla lunga frequentazione dei cosiddetti salotti buoni, non mancano gli argomenti per esercitare qualche pressione su altri occupanti dei medesimi cosiddetti salotti buoni.
Francamente resto un po’ basito nello scoprire che l’Amministratore Delegato della principale banca d’affari italiana, l’uomo che guida la società che, nel bene e nel male, costituisce ancora un fulcro essenziale della finanza, dell’industria e della stampa del paese, insomma, mi par proprio strano che Nagel abbia pensato bene di firmare un pezzo di carta nel quale i Ligresti indicavano le cosucce con cui volevano essere ricompensati per togliere il disturbo.
Io, che sono un povero scemo, quella firma mi sarei ben guardato dal farla. Anche solo per presa conoscenza…
Non voglio appesantire il post. La fine della storia è ancora da scrivere. Intanto, se volete conoscerla meglio, vi suggerisco il Sole 24 Ore, che dedica molte pagine alla vicenda. Vi do un link dal quale poi vi potrete spostare agli altri articoli: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-08-01/nagel-ligresti-181910.shtml?uuid=Ab4J1tHG&fromSearch.
Buona stampa.

martedì 31 luglio 2012

Un ottimo quotidiano


Ho avuto un nuovo diverbio via mail con Piero Ostellino. Non ho ancora deciso se sia o meno il caso di pubblicarlo. Non per me, ma per lui, visto che, per quanto pungenti, le mie parole non mi sembrano (posso sbagliare), diversamente dalle sue, offensive e, per quanto maldestre, le mie considerazioni mi sembrano dimostrare (posso sbagliare), diversamente da quanto sembrano dimostrare le sue, che ho letto e cercato di capire le sue parole.
In ogni caso, pur avendo ancora le pale che frullano, devo riconoscere a Ostellino che è un interlocutore stimolante e divertente. E risponde ai lettori, il che gli va riconosciuto come un merito incontrovertibile.
Magari lo scambio di mail lo pubblicherò nei prossimi giorni, dopo aver parlato con la mia amica Carla, un’eccellente e grintosa donna di legge.
Nel frattempo, vi propongo un tuffo nel passato relativamente recente, con una polemica tra Fiorenza Sarzanini e Ostellino stesso, nella quale de Bortoli, direi correttamente, ha ritenuto di intervenire per chiudere la questione. Torniamo al maggio del 2010, quando si discuteva del possibile intervento, attraverso un progetto di legge dell’allora Ministro della Giustizia (di Grazia e Giustizia, più precisamente) Angelino Alfano, sulla diffusione di notizie relative a indagini della magistratura, ovviamente incluse le intercettazioni telefoniche.
Segue il pezzo di Ostellino:
E questo è l’intervento conclusivo di Ferruccio de Bortoli:
Un’osservazione: le date non sembrano collimare, ma come potrete vedere, l’articolo di Ostellino reca due date (23 Maggio e 8 Luglio), mentre l’articolo di Sarzanini è datato 22 Maggio e quello di de Bortoli pure risulta datato 8 Luglio. Credo che il problema dipenda dal momento in cui gli articoli sono stati pubblicati in rete. Come dimostra la citazione, da parte di de Bortoli, di questo pezzo di Luigi Ferrarella del 20 Maggio 2010, che merita di essere letto come gli altri:
Adesso leggete e fatevi la vostra opinione. Domani è il 1° Agosto, sicuramente avete il tempo per farlo.
Ah, dimenticavo...
Buona stampa. Queste cose fanno del Corriere un ottimo quotidiano.

giovedì 12 luglio 2012

Non illudiamoci, andranno avanti per la loro strada


Morgan Stanley, una delle banche d’investimento maggiori del mondo, ha prodotto uno studio (definito alla fonte, in inglese, crude, ovverossia grezzo, che lascio a voi interpretare e valutare) dal quale sembrerebbe che le banche coinvolte nella manipolazione di Libor, Euribor e altri tassi potrebbero subire un costo di qualche decina di miliardi di dollari per il loro comportamento “esemplare”.
Buona stampa.
Se fossi incline all’ottimismo, e per natura non lo sono affatto, potrei anche pensare che questo caso potrebbe stimolare un ravvedimento sia tra i banchieri sia tra i politici, questi ultimi assai poco inclini a mettere paletti di adeguata dimensione all’agire di quelli. Vedremo, anche se non è il caso di farsi troppe illusioni.
Una notizia da Milano, dal tribunale di Milano per la precisione: il Pubblico Ministero del processo in cui Formigoni è imputato di diffamazione ha chiesto, per il Presidente della Lombardia, un anno di carcere senza attenuanti generiche. Siccome sapete già quanto apprezzi Formigoni, lascio che sia l’ottimo Luigi Ferrarella, del Corriere della Sera, a spiegare la questione, così non mi si accuserà di avere un occhio di riguardo per il Celeste (sempre più grigio e sbiadito). Questo il link: http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/12_luglio_12/pm-chiedono-un-anno-di-carcere-per-formigoni-201975458828.shtml.
Buona stampa.
Per la precisione, Ferrarella fa parte del gruppo di giornalisti che Formigoni, dimostrando maniere impeccabili, aveva pensato bene di ingiuriare quando cominciarono a informare gli italiani delle famose vacanze di gruppo (che ancora, per quel che ne sappiamo, tanto di gruppo non erano, nel senso che i rimborsi a Daccò non sono ancora stati provati da Formigoni).
Naturalmente è inutile illudersi che il Presidente della Lombardia tolga il disturbo e si ritiri in un convento, magari ai Caraibi. Adesso che, con la ridiscesa in campo di Berlusconi, non può più neppure illudersi di competere nelle primarie del PDL, figuriamoci se toglie il sedere dalla poltrona… Possiamo soltanto sperare nel buon senso dei lombardi al prossimo turno elettorale. Prima, perché no?, possiamo fare affidamento sulla lealtà della Lega…
Intanto proviamo a sorridere con questo video dedicato dalla Sora Cesira al Grigio (o Griso?).


sabato 23 giugno 2012

Un celeste che vira al grigio scuro


Allora, il Corriere della Sera in edicola questa mattina riportava la notizia che il Presidente della Lombardia, il nostro vecchio amico (si fa soltanto per dire) Roberto Formigoni, sarebbe indagato per corruzione e per illecito finanziamento.
Scherzi a parte, la si ritrova pressoché ovunque e l’Ansa la conferma (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2012/06/23/Inchiesta-sanita-Formigoni-indagato_7083004.html), citando fonti vicine alla procura. Solo il Celeste, peraltro un po’ sbiadito, sostiene che sia falsa perché lui non ne saprebbe nulla. Una considerazione che, francamente, conferma quanto l’uomo si sottovaluti e sottovaluti il suo operato. E soprattutto quanto facilmente dimentichi le sue stesse parole. Le andiamo a riprendere da un articolo de Il Giornale, che certo non può essere sospettato di guardare con sfavore Formigoni: "Mi dimetto, se provate i favori" (http://www.ilgiornale.it/milano/dacco_pagavo_io_vacanze_formigoni/pierangelo_dacco-roberto_formigoni/26-05-2012/articolo-id=589735-page=0-comments=1).
A prescindere dal fatto che già le dichiarazioni di Daccò ai giudici, tutto sommato, sembrano provare che Formigoni i favori li ha ricevuti, osserverei che sarebbe facilissimo per il Celeste (di un tono sempre più simile al grigio) chiudere la bocca ai giornalisti, dei quali ha una considerazione non proprio alta (e, magari, in qualche caso ha pure ragione). Non dovrebbe far altro che mostrare le prove che ha restituito a Daccò i soldi che Daccò ha speso per pagargli i viaggi e le vacanze. I viaggi e le vacanze, infatti, ci sono stati, tant’è che lo Sbiadito (è anche un po’ livido secondo me) li ha confermati sostenendo che oggi non li rifarebbe più (sic). Vi rimando sempre a Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/interni/formigoni_esce_scopertonon_rifarei_quelle_vacanzee_questione_sobrieta/vacanze-san_raffaele-roberto_formigoni-piero_dacco-caraibi/06-05-2012/articolo-id=586557-page=0-comments=1).
Allora, quanto ci vorrà a tirare fuori un paio di distinte di banca o di fotocopie di assegni? Se proprio non trova più nulla, basta che vada allo sportello e chieda una copia, loro ce l’hanno di sicuro e saranno felici di aiutare il Presidente della Lombardia a cavarsi da questa storia sgradevole.
Posso sbagliarmi, ma quello che non si può mostrare, nel campo dei documenti bancari, è quello che non esiste. O che, magari, esiste in paesi dove un Presidente di Regione non dovrebbe avere denaro.
Ovviamente, mi auguro che i magistrati siano in grado di provare quanto la stampa ci fa conoscere sull’indagine. E che si arrivi al più presto al processo. In quel momento, Formigoni non avrà certamente difficoltà a dimostrare che tutto quanto ha sostenuto finora è la verità. E poco importa che si sia contraddetto abbastanza e abbia continuato a spostare in là limite da lui stesso posto alla permanenza alla Presidenza.
Vedremo, dunque, chi ha mentito. Io la mia opinione me la sono fatta da tempo e la conoscete bene anche voi. Per questo spero che i magistrati abbiano realmente in mano tutto quel che serve per sbattere Formigoni fuori non solo dal Pirellone, ma da qualsiasi altro incarico pubblico, anche il più infimo e insignificante.
Formigoni è uno dei peggiori esemplari della nostra (si fa sempre per dire) classe politica. Uno che eccelle in tutti i difetti della ghenga. Non se ne può più di questi palloni gonfiati che sanno soltanto raccontare balle alla gente e pensare di poterla fare franca.
Torniamo al Corriere per dare a Ferrarella e Guastella quel che meritano, ossia il riconoscimento di stare con grande determinazione su questa storia. Il link al loro pezzo odierno è questo: http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/12_giugno_23/inchiesta-sanita-indagato-formigoni-luigi-ferrarella-giuseppe-guastella-201727487745.shtml.
Buona stampa.
Peccato che ci sia un piccolo errore, una frase priva di verbo, che tuttavia sembra di poter immaginare sia un “non c’è traccia”. Sapete individuare dove manca?
Qui il cielo è di un celeste stupendo.

lunedì 28 maggio 2012

Il mio omonimo tira dritto. Spero per poco ancora


Avevo promesso di tornare a parlare di Formigoni, visto che ogni giorno ci offre nuove informazioni su quel bel tomo del Presidente della Regione Lombardia. Prima degli aggiornamenti, che oggi arrivano dal Corriere della Sera, vi propongo il commento pubblicato ieri dal quotidiano milanese, quando ancora non si sapeva che il bel tomo aveva pagato 1,1 milioni di euro per l’acquisto in società di una villa in Costa Smeralda.
L’articolo di ieri è questo, firmato da Giangiacomo Schiavi, Vicedirettore del giornale:
Buona stampa.
Quello di oggi, invece, è di cronaca ed è firmato da Ferrarella e Guastella che, ormai da tempo, seguono le vicende che ruotano attorno a Daccò e alla sanità lombarda: http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_28/Un-milione-all-amico-che-compra-in-Sardegna-una-villa-da-Dacco-ferrarella-guastella_ad35e128-a882-11e1-9745-9bc890f97404.shtml.
Buona stampa.
Per alleggerire un po’, passiamo a La Stampa, per la precisione a uno dei blog del quotidiano torinese, quello di Jacopo Jacoboni, un pezzo breve, dal tono piacevolmente scherzoso, sebbene il tema sia tutt’altro che divertente (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=14&ID_articolo=787).
Buona stampa.
Invece, tornando a Milano, sembra che al Giornale abbiano idee diverse su quello che succede e merita attenzione nel nostro paese. In particolare il Direttore Sallusti se la prende con parecchie persone, anche tra quelle che frequentano i suoi stessi ambienti e condividono, almeno così sembrerebbe, le sue stesse opinioni politiche. Mi permetto un paio di osservazioni. Prima: Il Giornale, per quel che ho potuto vedere, è il solo quotidiano a non riprendere nell’edizione on line la vicenda della villa in Sardegna. Seconda: mi pare che l’articolo confermi lo stato, come dire, confusionale del PDL, il partito cui credo appartenga il proprietario de Il Giornale. Il link dell’editoriale di Sallusti è questo: http://www.ilgiornale.it/interni/i_fischi_e_giornali/28-05-2012/articolo-id=589963-page=0-comments=1.
Mala stampa.
A riprova che la questione della villa in Sardegna non è propriamente una faccenda trascurabile, segnalo l’articolo di Libero che se ne occupa: http://www.liberoquotidiano.it/news/home/1025421/Formigoni-ha-comprato-la-villa-di-Dacco--.html.
Buona stampa. Non che io apprezzi particolarmente Belpietro e il suo modo di fare giornalismo, ma rispetto a Sallusti…
Non so, mi sembra sempre più difficile condividere l'opinione di chi considera Formigoni intelligente. Si sta cacciando in un vicolo cieco dal quale difficilmente uscirà salvando la faccia. Forse perché, come osserva anche Schiavi, della faccia ormai gli importa assai poco. Come deve essere difficile resistere alle lusinghe del potere... Immagino ci vogliano grandi risorse intellettuali e morali.

lunedì 16 aprile 2012

Viaggi di gruppo


Un post veloce su Roberto Formigoni. Questa mattina il Corriere della Sera ha pubblicato un lungo articolo di Ferrarella e Guastella (http://www.corriere.it/cronache/12_aprile_16/ferrarella-quei-viaggi-pagati-da-dacco_f2650248-8789-11e1-99d7-92f741eee01c.shtml). Non anticipo nulla sul contenuto, leggete e fatevi la vostra opinione. Io la mia me la sono fatta.
Buona stampa.
Formigoni ha ritenuto di rispondere nel corso di un incontro con i giornalisti. Per ragioni d’imparzialità, vi rimando al resoconto della Stampa (http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/450334/).
Buona stampa.
Mi aspetterei che, di questi tempi, il Governatore della Lombardia, anziché fare battute su giornalisti a suo dire “sfigati”, si preoccupasse maggiormente del genere di persone che gli stanno accanto, a cominciare dai consiglieri e dagli assessori regionali. Tra l’altro, un giornalista, come la maggior parte dei comuni cittadini, è per definizione uno sfigato al cospetto di personaggi che ricevono mensilmente somme che alcuni di noi ricevono a malapena in un anno.
Non vedo, nelle parole di Formigoni, niente che smentisca in maniera convincente il contenuto dell’articolo del Corriere. Oltre alle solite minacce di querele e all'ironia non riuscita da uomo arrogante e privo di senso dell’umorismo, ci sono poche, vagamente surreali e un po’ balorde, considerazioni sui viaggi di gruppo. E il fatto che Formigoni conosce da trent’anni il Signor Daccò, con il quale ha fatto dei casuali viaggi di gruppo, venendo fotografato a bordo del suo yacht (di Daccò).
Mah…