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domenica 8 marzo 2015

Grazie, Signore


Questo pomeriggio mi concentro sulla guerra ai nemici della musica. E lancio un attacco che farà senz’altro male. Tre generi diversi, tre brani cantati, tre bellissime voci di donna, non riesco a immaginare nulla di più devastante. Cominciamo da Maria Callas in una celebre aria tratta da La Wally di Alfredo Catalani: Ebben? Ne andrò lontana.


Passiamo quindi al jazz e alla meravigliosa voce di Ella Fitzgerald, che canta uno dei suoi pezzi più famosi: It Don't Mean A Thing If It Ain't Got That Swing. Un brano allegro e ritmato, che riempie di allegria, quello che più odiano i nemici della musica.


E finiamo con una voce italiana, quella di Fiorella Mannoia, che interpreta Il Cielo d'Irlanda dal vivo. E anche questo è un brano pieno di vitalità, con il quale, oltre alla giornata della Donna, celebro in anticipo anche San Patrizio (Lá Fhéile Pádraig in gaelico), che si festeggia il 17 marzo. 

 

martedì 24 febbraio 2015

E gli resta ancora marmellata sulle dita...


Ho già detto, credo più volte, di considerare privo di saggezza l’adagio secondo cui il mal comune è un mezzo gaudio. Quindi non provo nessun sollievo nel leggere i due articoli che il Financial Times dedica oggi alle prospettive occupazionali dei giovani inglesi e ai vantaggi che sono garantiti alle generazioni più anziane: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/799c83e8-b8e3-11e4-a8d0-00144feab7de.html#axzz3SfdtDGLF e http://www.ft.com/intl/cms/s/0/60d77d08-b20e-11e4-b380-00144feab7de.html#axzz3SfdtDGLF.
Buona stampa. Il fatto che anche il Regno Unito, come l’Italia, non tratti bene i suoi giovani non mi fa affatto piacere, anzi. E non mi rallegra neppure ipotizzare (come credo sia lecito, ma non ho documentazione a riguardo) che ciò accada anche in altre nazioni europee. E’, al contrario, motivo di profonda preoccupazione perché, frustrando le aspirazioni delle nuove generazioni, ci garantiamo un mediocre futuro, con declino che sarà maggiore in Italia piuttosto che altrove, ma sarà diffuso un po’ in tutto il Vecchio Continente.
Venendo a faccende domestiche, torniamo a parlare del Mose e del Consorzio Venezia Nuova. Oggi i quotidiani ci informano che la Guardia di Finanza ha contestato l’evasione fiscale a coloro i quali hanno percepito denaro illegalmente e hanno patteggiato la condanna. Il nome più famoso è quello di Giancarlo Galan, già Presidente del Veneto e Ministro, tuttora deputato della Repubblica (sic). Ecco un articolo dal Corriere Veneto: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2015/24-febbraio-2015/scandalo-mose-ora-tocca-fisco-arrestati-conto-10-milioni-2301024766901.shtml.
Cronaca. Che fa star male perché, e ritorniamo all’articolo di Stella che vi ho segnalato qualche giorno fa (http://ilmiosecchiellodacqua.blogspot.it/2015/02/tra-twittare-e-fare-ce-di-mezzo-il-mare.html), solo in Italia chi commette certi reati, oltre a non trascorrere un tempo adeguato in carcere, si trova, grazie al patteggiamento con i Tribunali e agli accordi con il Fisco, a tenersi in tasca una parte di quel che ha illecitamente incassato.
E veniamo alla battaglia quotidiana contro l’oscurantismo di chi vorrebbe privarci della gioia che dona la musica, tutta la musica. Oggi vi propongo un primo ascolto abbastanza diverso dal solito: una ballata inglese del XVII°, Robin Hood and the Tanner (http://en.wikipedia.org/wiki/Robin_Hood_and_the_Tanner). A eseguirla è il complesso St. George's Canzona diretto da John Sothcott.


Torniamo più vicini a noi e ascoltiamo Ella Fitzgerald e Tommy Flanagan, solo voce e pianoforte, per una meravigliosa versione di How High the Moon.


sabato 21 febbraio 2015

Tra Twittare e fare c'è di mezzo il mare


Si sta concludendo il primo anno del Governo Renzi. Il Presidente del Consiglio, in questi dodici mesi, ha annunciato molto e dato per realizzato molto, ma, a ben vedere, tra il dire e il fare, come si dice, c’è di mezzo il mare, come provano le numerose analisi offerte dai mezzi di comunicazione.
Vediamo qualche esempio. Sul sito LaVoce.info Francesco Daveri analizza l’effettivo rinnovamento delle figure chiave all’interno dei Ministeri: http://www.lavoce.info/archives/33214/renzi-anno-dopo-fu-vera-rottamazione/.
Buona stampa. Non credo mi si possa accusare di disfattismo se affermo che i risultati sono piuttosto modesti.
E veniamo ad altra area di azione, quella della materia fiscale. Prendiamo un articolo di Fabrizio Forquet da Il Sole 24 Ore di ieri: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-02-20/riforme-crescita-non-si-fa-i-rinvii-071425.shtml?uuid=AB34qvxC&fromSearch.
Buona stampa. E’ abbastanza evidente che, come evidenziano entrambi gli articoli, la scarsa efficacia normativa ha che fare con il mancato ricambio dei dirigenti ministeriali, ma io aggiungerei che, come ho detto più volte, si fa sentire anche la mediocrità dei politici che occupano le poltrone di ministro e sottosegretario, i quali non sanno o non possono controllare efficacemente il lavoro dei burocrati.
Torneremo senz’altro sulle valutazioni del lavoro del Governo Renzi. Adesso vorrei riprendere un articolo da Il Sole 24 Ore di un paio di giorni fa. L'ho trascurato per occuparmi di altro, ma merita assolutamente di essere letto e anche conservato. Si tratta di un pezzo di Gilberto Corbellini dedicato alla vicenda di Stamina: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-02-18/dall-affaire-stamina-dura-lezione-parlamento-071351.shtml?uuid=ABd5TewC&fromSearch.
Buona stampa. Corbellini, correttamente, concentra la sua attenzione sull’operato della Pubblica Amministrazione e del Parlamento, ma io avrei citato, anche di sfuggita, il ruolo di molti magistrati, i quali si sono arrogati il potere di stabilire chi e come dovesse essere curato, tra l’altro con decisioni spesso contrastanti, a conferma di come, nel Paese che si considera culla del Diritto, proprio chi dovrebbe applicare la Legge non di rado è più interessato a far valere contro di essa le proprie convinzioni personali, spesso infondate e stravaganti.
Da ultimo, giusto per non farci mancare un altro motivo d’irritazione, vado a ripescare, dal Corriere di ieri, un articolo in cui Gian Antonio Stella confronta il modo in cui vengono puniti i reati dei “colletti bianchi” nelle nazioni europee: http://www.corriere.it/cronache/15_febbraio_20/reati-colletti-bianchi-solo-230-06percento-carcere-37bd5010-b8c5-11e4-b4ca-88f092eacdcb.shtml#.
Buona stampa. Vi sorprende che l’Italia esca male dal confronto?
E veniamo alla battaglia dalla parte della musica. Un paio di ascolti. Il primo è un brano eseguito da Tommy Flanagan al piano con Peter Washington al basso e Lewis Nash alla batteria: Angel Eyes.



Flanagan (http://en.wikipedia.org/wiki/Tommy_Flanagan) è stato un grande personaggio nella storia del jazz e ha lavorato accanto a buona parte dei giganti del secondo dopoguerra, da Coltrane a Ella Fitzgerald. Lo ascolteremo ancora.
Cambiamo genere, ma restiamo in America con un brano tratto da West Side Story (http://it.wikipedia.org/wiki/West_Side_Story) di Leonard Bernstein. Ascoltiamo Tonight, una delle canzoni più celebri del musical (io, francamente, sarei più portato a considerarla un'opera); ho scelto la versione tratta dal film realizzato nel 1961 (http://www.imdb.com/title/tt0055614/) anche perché si ha modo di ammirare una attrice meravigliosa: Nathalie Wood.



venerdì 6 febbraio 2015

Sic transit gloria Monti


Qualche giorno fa, il mio omonimo di theboxisthereforareason.com ha pubblicato un interessante scritto che fornisce utili motivi di riflessione in materia d’investimenti. Ecco il link: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/02/03/numbers-may-not-mean-anything/.
Alle considerazioni tecniche di Roberto io mi permetto di aggiungerne qualcuna di altra natura. Non è affatto casuale che la tabella che ha originato le sue considerazioni sia stata compilata da una società di gestione di proprietà di una banca italiana.
Il mercato finanziario del nostro Paese è senza dubbio uno dei meno trasparenti tra quelli delle nazioni maggiormente sviluppate. Nonostante le ripetute promesse, non si riescono a imporre gli elementi necessari a produrre un adeguato livello di concorrenza e di chiarezza dell’informazione. Anche la disciplina MiFID, introdotta in Italia in base a una serie di direttive europee (http://it.wikipedia.org/wiki/MiFID), alla fin fine non ha alterato realmente una situazione che vede il venditore sempre in condizione di vantaggio sull’acquirente. Detto altrimenti: sebbene la disciplina europea mirasse proprio a scardinare questo stato di cose, il mercato italiano è ancora sbilanciato a favore degli operatori finanziari (banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio, ecc.). Questo, bisogna sottolinearlo, accade anche a causa della modesta diffusione delle conoscenze in materia. Anche tra coloro che dispongono di importanti somme da investire, sono pochi quelli che possiedono una cultura finanziaria adeguata a confrontarsi con la controparte. Per non parlare di quel che può succedere a chi è privo anche delle minime competenze…
E lasciamo perdere quel che accade allo sventurato che decida di spostarsi da una banca a un’altra. La cosiddetta portabilità del conto corrente è ancora una chimera in Italia, e non solo perché le banche fanno l’impossibile per impedire che si realizzi veramente. Nella loro opera possono contare anche sul sostegno di aziende come Telecom Italia o alcune municipalizzate che forniscono gas e altro, le quali, nel momento in cui un cliente cambia banca, non solo non accettano lo spostamento automatico della domiciliazione delle bollette, ma rendono l’attivazione di una nuova domiciliazione un’impresa estenuante. Niente male… Questi carrozzoni gestiti da manager che, probabilmente, non troverebbero mai lavoro in aziende inglesi o tedesche, non sanno far di meglio che rendere la vita impossibile a chi vuol automatizzare e dare certezza ai propri pagamenti. Come li possiamo chiamare i dirigenti di queste aziende? No… certe parole non le usiamo da queste parti.
Passiamo all’avvenimento del giorno nella politica italiana: il trasloco di alcuni parlamentari dal partito che si chiamava Scelta Civica. Si tratta di persone in qualche caso molto rispettabili (penso, ad esempio, a Irene Tinagli e a Pietro Ichino), ma resto sconcertato da questo via vai, da questo saltare da destra a sinistra al centro. E’ vero che la Costituzione esclude il vincolo di mandato per deputati e senatori, ma l’andirivieni è un po’ eccessivo ed emana anche un certo cattivo odore.
Buona stampa. Entrambi gli articoli, con diversa intensità, trattano con ironia l’esito della “salita” in politica di Mario Monti. E, come si dice, sparano sulla Croce Rossa.
Torniamo a Skylark e ascoltiamo l'interpretazione di Ella Fitzgerald.


Proseguiamo con un'altra grande voce femminile americana, Aretha Franklin.


E chiudiamo con un'interpretazione a cappella da parte di k.d. lang, anche lei possiede una voce di notevole bellezza.


martedì 14 ottobre 2014

Non sentivano certo il bisogno di lui


Nella sua abissale insensatezza, lo psiconano+barba-Mediaset ha ritenuto di andare a ispezionare i Genovesi che stanno faticosamente rimuovendo tonnellate di fango e detriti dalla loro città.
Potrà negarlo fino alla morte, ma la sua apparizione a Genova non ha nulla a che fare con la solidarietà o la volontà di individuare azioni da proporre per dare un po’ di sollievo alla città e ai suoi valorosi cittadini. Si tratta dell’ennesimo squallido show di un mediocre comico inspiegabilmente assurto a ruolo di leader (apparente) di un movimento tragicamente inconcludente, dominato da servilismo persino peggiore di quello che abbiamo imparato a conoscere nei partiti del tizio decrepito. Sono trascorsi non so quanti mesi da quando ho scritto che Grillo non era una risorsa per il Paese. Sono stato facile profeta. Ovviamente grazie al formidabile contributo di Ca((zz)sal)eggio e del suo patetico pupo.
Tutta la mia simpatia ai Genovesi che l’hanno contestato come meritava. Per la cronaca della giornata vi rimando, tra tanti, a La Stampa: http://www.lastampa.it/2014/10/14/italia/cronache/nord-flagellato-ora-il-maltempo-si-sposta-al-sud-genova-respira-si-indaga-per-disastro-colposo-VimwxvrYSsiXFTp91NHcsK/pagina.html.
Vorrei poter dire: passiamo alle cose serie, ma, purtroppo, che Ca((zz)sal)eggio e Grillo abbiano un ruolo importante nella vita pubblica italiana è un fatto drammatico, quindi maledettamente serio.
Passiamo, quindi, ad altro. A una vicenda piuttosto sconcertante e anche preoccupante, ossia quella del caos (come altro chiamarlo?) al vertice di una delle maggiori aziende italiane, considerata a ragione per anni un esempio straordinario del genio imprenditoriale che riesce a esprimersi nel nostro Paese. Avrete già capito che si tratta di Luxottica. I giornali dedicano da giorni ampio spazio a quel che accade nel colosso della produzione e distribuzione di occhiali, fin dall’estromissione di Guerra dalla carica di Amministratore Delegato. Personalmente, proprio per l’ammirazione e per la stima che Leonardo Del Vecchio ha saputo meritarsi, mi dispiace che stia prendendo decisioni discutibili, capaci di sconcertare il mercato e, soprattutto, gli investitori esteri, i quali hanno iniziato a vendere senza esitazioni il titolo dell’azienda di Agordo, voltando le spalle proprio all’uomo che, forse più di ogni altro, ha rappresentato, anche (o soprattutto) fuori dai nostri confini, un formidabile esempio del talento imprenditoriale italiano.
Mi è piaciuta l’analisi del caso effettuata da Alessandro Plateroti sul Sole 24 Ore di oggi: breve, ma interessante anche perché svolge un paragone tra Luxottica e FCA. La potete leggere qui: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-14/credibilita-e-supermanager-063653.shtml?uuid=ABOeEw2B.
Buona stampa. Ciò che temo, e la cosa sarebbe veramente gravissima, è che questa situazione possa far percorrere a Luxottica la strada compiuta da altre eccellenti aziende italiane, finite in mani straniere. Non si tratta di nazionalismo o di campanilismo. Si tratta semplicemente di avvilimento nel vedere che noi sappiamo buttarci via meglio di chiunque altro...
Torniamo per un attimo a Genova prima di ascoltare qualcosa. Un articolo che non ha bisogno di commento e riguarda alcuni premi concessi a dirigenti pubblici. Non vi dico nulla di più, leggetelo: http://www.corriere.it/cronache/14_ottobre_14/genova-dirigenti-disastro-corsa-altri-bonus-63285f34-5361-11e4-a6fc-251c9a76aa3c.shtml.
Buona stampa. Se non si metterà realmente mano a modifiche radicali del rapporto di lavoro nella Pubblica Amministrazione, ci ritroveremo a leggere ancora innumerevoli volte altri articoli che fanno male al fegato, ma anche ad altri organi…
Musica sia. La prima The Nearness of You che ascoltiamo oggi è eseguita da Ella Fitzgerald con Louis Armstrong. Quasi un obbligo dare spazio alla versione di questi due straordinari interpreti del jazz.


Con un bel salto, sia nel tempo sia nello stile, passiamo alla versione, piuttosto lunga, ma assai bella di Paul Bley al piano, con Ron McClure al basso e Billy Hart alla batteria.


E per oggi mi fermo qui, non voglio sparare troppo in fretta tutti i miei colpi.

giovedì 26 dicembre 2013

Ci sono ancora...


Non è che io abbia disimparato a scrivere o che abbia smesso di leggere i giornali. Tutt’altro. I miei prolungati “silenzi” nascono dal sentimento di disgusto che suscita in me seguire le vicende politiche italiane. Non ne posso davvero più. Non vedo alcun segno in base al quale illuderci che la classe dirigente sappia imprimere quella svolta che, sola, può offrire al nostro paese un futuro meno desolante di quello che ci attende.
Quanto politici e burocrati siano lontani dal preoccuparsi delle reali esigenze degli italiani lo dimostra il fatto che siano riusciti a partorire un decreto (il cosiddetto Salva-Roma) così delirante da indurre Napolitano a non firmarlo e a rispedirlo al mittente. E mentre mettono insieme provvedimenti legislativi che si possono soltanto definire colossali schifezze, proclamano ai quattro venti di aver fatto diosache. No, non voglio più farmi il sangue cattivo io e farlo fare cattivo a voi. Eviterò di parlare di questi ignobili parassiti che, si fa per dire, amministrano il nostro paese. Voglio solo aggiungere che mi trovo costretto (e sa il cielo quanto la cosa mi procuri sconcerto e imbarazzo) a condividere l’opinione espressa pochi giorni fa dal Presidente della Regione Veneto. Zaia ha sostenuto che per l’Italia sarebbe meglio essere commissariata dalla cosiddetta Troika (UE, BCE e FMI). Temo non esista altra strada per porre in atto le misure di cui il Paese ha drammaticamente bisogno. Solo un’entità esterna, fornita di poteri straordinari, potrebbe far eliminare i privilegi che politici e burocrati pubblici, legati da una complicità sordida, si sono attribuiti e per arginare il flusso di denaro pubblico che viene sperperato ad ogni livello, dal vertice dello Stato alla più minuscola amministrazione locale.
Se volete numeri aggiornati, il Professor Roberto Perotti continua a sfornarne nel suo prezioso studio, pubblicato a puntate dal sito LaVoce.info (http://www.lavoce.info/quei-dirigenti-ministeriali-cosi-numerosi-e-iperpagati/).
Buona stampa. Dalla pagina che vi ho segnalato, potete ripercorrere tutte le tappe di questa che, per chi la legge, si può soltanto definire una via crucis.
E con questo, davvero, sulla politica chiudo.
Vi suggerisco, però, un’altra lettura, con un giorno di ritardo rispetto al tema che apre questa bella intervista rilasciata da Enzo Bianchi al settimanale L’Espresso: http://www.monasterodibose.it/images/stories/priore/articoli_riviste/13_12_22_articolo_espresso.PDF.
Buona stampa. Anche se, lasciatemelo dire, mi sembra paradossale che il settimanale non abbia reso disponibile on line il testo, che fortunatamente è pubblicato in rete dal sito del Monastero di Bose. Enzo Bianchi è un grande italiano, un uomo di straordinaria intelligenza e di straordinaria cultura, doti che gli consentono di illuminare persino il percorso di chi non ha il dono della fede.
Anche in questa intervista sa dire parole rare e preziose.
Chiudiamo con la musica, alla quale, forse, dedicherò ancora più spazio in futuro, così da mantenere vivo il rapporto con voi tre non più con i miei commenti politici (scusate la presunzione) o con i miei suggerimenti per letture giornalistiche.
E procediamo con l’ascolto di un brano in diverse versioni. Si tratta di un classico del jazz, It Never Entered my Mind, a buon diritto uno standard di prima grandezza, tanto da essere interpretato da una vasto schiera di artisti. La prima esecuzione, nell’ambito del musical per il quale fu scritto, avvenne nel 1940 (http://en.wikipedia.org/wiki/It_Never_Entered_My_Mind). Il testo lo potete trovare qui: http://www.stlyrics.com/songs/e/ellafitzgerald1351/itneverenteredmymind862036.html. E proprio dalla versione del 1956 di Ella Fitzgerald prendiamo avvio.


Passiamo poi a due maestri del sassofono tenore: Ben Webster e Coleman Hawkins, affiancati da altri grandi come Oscar Peterson e Ray Brown. La registrazione risale al 1957.


Per la terza versione ci affidiamo a un’altra grandissima voce femminile, quella di Sarah Vaughan, da un album registrato nel 1958.


E per oggi ci fermiamo qui, ma nei prossimi giorni vi proporrò altre versioni.

lunedì 12 novembre 2012

Cri cri fan gli avvocati


Dopo, prometto, vi proporrò qualche brano musicale, ma per ora, perdonatemi, devo parlare di politica italiana.
Nella mia personale classifica della disistima, come i miei tre lettori sanno bene, Beppe Grillo occupa un posto al vertice. Poco importa in che posizione, quel che conta è la sua indiscussa capacità di battersi per il primato.
Con Beppe Grillo l’Italia pagherà, ancora una volta, un prezzo enorme all’arrogante presunzione di qualcuno che vede nella politica un modo per raggiungere dei vantaggi personali.
Detto altrimenti: se verrà, che il successo di Grillo comporti maggiore democrazia e un futuro radioso per l’Italia, beh, io ne dubito molto. Dopo la signora emiliana, oggi bersaglio delle folgori dello Psiconano+barba-mediaset sono dirette a un consigliere regionale del Piemonte. Il torto o la ragione poco importano, importa il tono della lettera inviata dagli avvocati di Grillo. A me, i leader politici, o meglio sedicenti tali, che parlano tramite avvocati piacciono poco, pochissimo.
La cronaca dal Corriere della Sera: http://www.corriere.it/politica/12_novembre_12/movimento_f794cb8c-2cd3-11e2-ac32-eb50b1e8a70b.shtml. Mi raccomando, leggete la raccomandata dei signori legali del signor Giuseppe – detto Beppe – Grillo. Chissà se fisicamente assomigliano a Ghedini o a Longo?
Andiamo alle cose serie.
Ossia alla musica. Thelonious Monk (http://www.britannica.com/EBchecked/topic/389556/Thelonious-Monk), di cui quest’anno ricorreva il trentennale della morte, è stato un pianista di ottimo livello, ma, forse, soprattutto un geniale compositore all’avanguardia anche nel mondo estremamente fertile del jazz.
Come molti colleghi, anche lui ebbe vita travagliata, ma ha potuto comunque lasciare una formidabile impronta.
Il suo brano più eseguito, credo, è Round Midnight, la cui fama è stata amplificata dal film diretto nel 1986 da Bertrand Tavernier e interpretato da Dexter Gordon.
Round Midnight è, appunto, il pezzo della serata, che vi propongo di ascoltare in cinque versioni.
Cominciamo con quella dell’autore nel 1947.


Subito dopo andiamo a Miles Davis e John Coltrane, che certo non hanno bisogno di presentazioni, in particolare mie.


Procediamo con Michel Petrucciani, come sempre straordinario.


E chiudiamo con due grandissime voci femminili. La prima è quella di Ella Fitzgerald a Montreux nel 1979.


Per passare a Sarah Vaughan, ancora dal vivo, nel 1987.


martedì 6 novembre 2012

Economia giapponese e splendido jazz


Continuiamo a tenerci lontani dalla politica italiana. Prima o poi toccherà tornarci sopra, ma per adesso proviamo a guardare altrove e a riflettere su questioni non maleodoranti come quelle locali.
Sul Sole 24 Ore di oggi, Luigi Zingales propone un’interessante riflessione sulla situazione economica giapponese, partendo da una battuta paradossale che circola tra gli economisti. Ecco il link dell’articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-11-06/tokyo-sembra-atene-063652.shtml?uuid=AbR71Q0G.
Buona stampa.
Le considerazioni di Zingales sono piuttosto convincenti e le ragioni del pessimismo riguardo alle prospettive giapponesi, a mio avviso, vengono anche dal settore manifatturiero oltre che dal debito e dal deficit statale. Sono di questi giorni le notizie relative alla profonda crisi in cui versano aziende come Sharp, Olympus, Sony e Panasonic, ossia aziende che per anni hanno costituito la punta di diamante della potenza industriale del Sol Levante.
In qualche caso, quello di Sharp in particolare, si mette addirittura in dubbio la possibilità che l’azienda possa sopravvivere alla situazione di dissesto in cui si trova. I principali quotidiani finanziari si occupano da tempo delle difficoltà di molte industrie giapponesi. Vi indico un paio di articoli su Sharp dal Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-09-27/sharp-alza-forbice-10mila-102423.shtml?uuid=AbYKoQkG&fromSearch e http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2012-11-02/lhitech-tokyo-apple-samsung-073007.shtml?uuid=AbtgOIzG&fromSearch.
Gli altri potete tranquillamente cercarli voi, se volete.
Torniamo al pezzo di Zingales e teniamo bene a mente il monito conclusivo, perché la questione ci riguarda (anche se l’Italia non viene mai citata). Ci riguarda molto e molto ha a che fare con i nostri impegni in materia di finanza pubblica. Non lo dico a me stesso e ai miei tre lettori, mi piacerebbe che sentissero quelli che aspirano a governare il Paese…
E veniamo alla musica. Dopo quella dedicata al capolavoro dei Procol Harum, oggi vi offro un’altra selezione di esecuzioni differenti del medesimo pezzo.
Il brano che ho scelto per oggi è, forse, persino più importante di A Whiter Shade of Pale (ammesso che simili confronti abbiano senso, e non credo ne abbiano) e, comunque, è un altro immenso capolavoro: In a sentimental mood, scritto da Duke Ellington nel 1935 e interpretato da tanti maestri.
Cominciamo da una versione del compositore, però più recente, scelta perché Ellington non si esibisce con la propria orchestra, come di consueto, ma in veste di strumentista insieme a John Coltrane, uno dei massimi sassofonisti della storia del jazz. Ho detto anche troppo, lascio spazio a questi grandissimi musicisti. Il disco da cui è tratta l’esecuzione risale al 1962.


Passiamo a un altro eccezionale talento, il chitarrista francese Django Reinhart, considerato da molti il vero “inventore” della chitarra nel jazz. La sua versione risale al 1937.


Diamo nuovamente spazio al Duca, perché ascoltiamo la versione cantata da Ella Fitzgerald e tratta da un album doppio inciso insieme a Ellington e alla sua orchestra nel 1957.


La quarta versione è quella di un grande trombettista tormentato, Chet Baker, tratta dall’album Chet on Poetry del 1989, realizzato in Italia con musicisti italiani.


Finiamo con un altro immenso maestro, un uomo cui il destino ha riservato una vita difficile e troppo breve, ma che ha saputo raggiungere vette di bellezza straordianaria: Michel Petrucciani. Qui in un’esecuzione dal vivo con Gary Peacock al basso e Roy Haynes alla batteria. La registrazione è stata effettuata a Karlsruhe 1988. E' la versione più lunga che vi propongo, ma ascoltatela fino in fondo, non ve ne pentirete.