Ah, gli amori che finiscono male… Ho spesso ironizzato su
Sandro Bondi e sulla sua devozione esagerata per il tizio decrepito. Ora, però,
non posso non provare un breve, molto breve, moto di umana solidarietà per lui,
alla luce del trattamento che gli viene riservato per aver deciso di pensare (un
pochino) con la propria testa e di non asservirsi ai lacchè che hanno preso il
suo posto nel cuore di Berlusconi negli ultimi tempi, gente accanto alla quale
Bondi assume la statura di un politico di rango (il che, con tutta evidenza,
non è e non può essere). Ho detto breve, perché poi vado a leggere un articolo
di Maurizio Belpietro su Libero nel quale si analizza bene il comportamento di
Bondi e si riportano i dati del suo assenteismo da Palazzo Madama, già evidenziati
da altri quotidiani nei mesi scorsi: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11775230/Belpietro---Bondi-molla-Forza.html.
Stampa così così. Perché Belpietro fa lavorare la memoria in
maniera incompleta, rinunciando a ripercorrere un po’ più estesamente la storia
dei tanti parlamentari che hanno cambiato casacca, forse per non andare a
ripescare i casi di De Gregorio, Razzi, Scilipoti, ecc.
E anche perché Belpietro si guarda bene dal citare le parole di alcuni politici, ad esempio il tizio decrepito e il Felpo 1, i quali sono pronti a inveire contro chi lascia il loro partito pretendendo che liberi la poltrona, salvo accogliere a braccia aperte qualsiasi transfuga.
Per finire su Bondi, potrà sembrare un politico di rango a
confronto di Giovanni Toti (detto il Geografo: http://www.corriere.it/politica/15_aprile_02/toti-prima-gaffe-candidato-novi-ligure-liguria-a552f3e6-d91d-11e4-938a-fa7ea509cbb1.shtml)
o di Maria Rosaria Rossi, ma resta un mediocre, uno di cui non sentiremo la
mancanza, anche perché, oltre alle odi a Berlusconi, non ha prodotto quasi nulla.
Occupiamoci, ora, di cose serie, ossia dell’andamento
dell’economia italiana, in particolare dell’occupazione e del modo in cui il
Governo si pone tra realtà e comunicazione. Ieri, sul Corriere della Sera, si è
occupato del tema Dario Di Vico: http://www.corriere.it/opinioni/15_aprile_03/prudenza-che-manca-numeri-96c91756-d9c2-11e4-9d46-768ce82f7c45.shtml#.
Buona stampa. Davvero non se ne può più di questo modo di
fare di Renzi e di gran parte dei membri del suo Governo, a cominciare da
Poletti, le cui previsioni sull’andamento del mercato del lavoro hanno tante
probabilità di avverarsi quante io ne ho di fare 6 al Superenalotto.
Il fatto grave è che costoro parlano tanto, ma quando
dovrebbero alzare sul serio la voce se ne stanno ben zitti, poco importa che si
tratti di questioni di estrema gravità, che hanno pesanti riflessi sulla
sicurezza nazionale in un momento in cui essa è esposta a rischi elevatissimi.
Mi riferisco alla vicenda dell’impianto di sorveglianza che gli
Stati Uniti stanno realizzando a Niscemi, detto MUOS, il cui completamento è
oggi molto incerto. Ne parla Angelo Panebianco nell’editoriale odierno del
Corriere: http://www.corriere.it/editoriali/15_aprile_04/paese-mani-tar-37a2c05c-da89-11e4-8d86-255e683820d9.shtml#.
Buona stampa. Chissà perché, su questo argomento non si
segnalano cinguettii da parte di nessuno, non di Renzi e neppure di Salvini,
quello che, poche settimane fa, proponeva l’impiego dei nostri soldati contro
il Califfato. Adesso si tace, come il Presidente del Consiglio, la Signora
Ministro della Difesa, il tizio decrepito e tutta la compagnia. Saranno in
vacanza, non c’è ragione che si preoccupino di simili sciocchezze.
Prima di sparare qualche proiettile contro i nemici della
cultura, vi propongo un’altra foto sul tema di cui ho parlato ieri sera, quella di una bambina superstite della bomba a Hiroshima. Ero
intenzionato a pubblicarla insieme alle altre, ma non l’avevo ancora trovata in
rete. Ora ci sono riuscito. Anche questa è famosissima e altrettanto
significativa, ve la propongo insieme a un’altra foto, che non ricordavo, ma che
è perfettamente in tema. Tutte e due sono opera di Yosuke Yamahata e realizzate
a Hiroshima nei giorni immediatamente seguenti il bombardamento con l’atomica.
Le potete vedere qui http://photos1.blogger.com/x/blogger/7114/258/1600/892042/foto1.jpg.
E adesso riprendo la mia personale battaglia. Iniziamo con
un altro brano dall’album che vi ho fatto ascoltare ieri sera. Dunque, nuovamente da Rites di Jan Garbarek, ecco The Moon Over Mtatsminda.
Il secondo ascolto è un pezzo di Steve Winwood del 1980, While You See a Chance (http://en.wikipedia.org/wiki/While_You_See_a_Chance). Niente di troppo impegnativo: un successo che qualcuno di voi tre ricorda senz'altro.
E restiamo nella musica americana della seconda metà del secolo scorso con un formidabile chitarrista: Leo Kottke. Lo ascoltiamo nel brano Watermelon, dall'album 6- and 12-String Guitar.
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