Se ho fatto i conti correttamente, mancano 23 giorni al voto. Alla mia età si è poco inclini a illudersi, quindi sono portato a escludere che, nelle tre settimane che ci separano dalle elezioni, il tono della campagna elettorale si sollevi dal livello infimo al quale si è sviluppata finora.
Quello che succede in Italia e nel mondo, come ne parla la stampa e quel che ne penso io. Con attenzione per politica, economia e finanza.
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giovedì 8 febbraio 2018
lunedì 17 ottobre 2016
Le tasse non sono bellissime, ma...
Gli editoriali di Angelo Panebianco, in generale, mi sembrano piuttosto convincenti. Quello di oggi (http://www.corriere.it/opinioni/16_ottobre_17/illusione-salvare-confini-03798f2c-93ce-11e6-b6f7-636834b27d39.shtml#), però, mi convince poco. Non esprimo un giudizio, perché in sé l’articolo è ben scritto e sostiene tesi condivisibili, cui, tuttavia, pare mancare la componente del realismo (che, per onestà, anche Panebianco ammette in parte). Pensare di ridisegnare i confini di un bel pezzo di Medio Oriente e di Nord Africa in base ad accordi tra grandi potenze e potenze regionali, francamente, mi sembra azzardato.
sabato 4 aprile 2015
Chi di traditore ferisce...
Ah, gli amori che finiscono male… Ho spesso ironizzato su
Sandro Bondi e sulla sua devozione esagerata per il tizio decrepito. Ora, però,
non posso non provare un breve, molto breve, moto di umana solidarietà per lui,
alla luce del trattamento che gli viene riservato per aver deciso di pensare (un
pochino) con la propria testa e di non asservirsi ai lacchè che hanno preso il
suo posto nel cuore di Berlusconi negli ultimi tempi, gente accanto alla quale
Bondi assume la statura di un politico di rango (il che, con tutta evidenza,
non è e non può essere). Ho detto breve, perché poi vado a leggere un articolo
di Maurizio Belpietro su Libero nel quale si analizza bene il comportamento di
Bondi e si riportano i dati del suo assenteismo da Palazzo Madama, già evidenziati
da altri quotidiani nei mesi scorsi: http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/11775230/Belpietro---Bondi-molla-Forza.html.
Stampa così così. Perché Belpietro fa lavorare la memoria in
maniera incompleta, rinunciando a ripercorrere un po’ più estesamente la storia
dei tanti parlamentari che hanno cambiato casacca, forse per non andare a
ripescare i casi di De Gregorio, Razzi, Scilipoti, ecc.
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Yosuke Yamahata
domenica 29 marzo 2015
La profondità di un dolore
Nel post di ieri, alla fine del primo paragrafo,
nell’augurarmi che la stampa lasciasse in pace i vivi pensavo, soprattutto, ai
genitori di Andreas Lubitz. Non riuscivo e non riesco neppure adesso a intuire
la profondità del dolore che può portare la perdita di un figlio nel modo in
cui loro hanno perduto il proprio.
Il tema, com’è naturale, non interessa soltanto il
sottoscritto. Ne ha scritto, molto meglio di me, Marcello Veneziani in una lettera pubblicata
dal Corriere della Sera questa mattina. Non è disponibile on line, quindi
l’acquisisco con lo scanner. Lo ammetto prima che lo diciate voi: non ho fatto
un lavoro eccellente, ma era il meglio che potevo. Dovrete passare dal primo
documento al secondo e tornare al primo. L’importante è che leggiate.
Buona stampa. Acume, misura, garbo, sensibilità. Difficile trovarli
di questi tempi.
domenica 15 febbraio 2015
Se l'orizzonte è ieri...
Voi tre già lo sapete che, quando inizio o concludo il post
con Gramellini, gli argomenti sono spiacevoli. E oggi, ancora una volta,
proprio di argomenti spiacevoli vi parlo. E tenete presente che sto contando da
qualche giorno, avrò contato fino a dieci qualche miliardo di volte…
Gramellini, dunque. Ecco il Buongiorno del 12 febbraio: http://www.lastampa.it/2015/02/12/cultura/opinioni/buongiorno/alfano-e-rovina-Xrxfpx2LBv2HYhyl0g27cJ/pagina.html.
Buona stampa. Il tizio decrepito è… è… come dire? Stantio?
Sì, è quantomeno stantio. Vorrei che se ne rendessero conto soprattutto quelli
che lo hanno votato e che si decidessero a trovare qualcuno di migliore per
guidare il centrodestra.
Proseguiamo, senza rispettare l’ordine cronologico. E
l’argomento è lo spettacolo offerto dal Parlamento italiano nella notte tra
venerdì e sabato. Se dovessi scrivere quello che penso, faticherei troppo a non
usare espressioni pesanti, perciò mi affido a un commento che, quasi con
distacco, dice fino a che punto la classe politica italiana sia arrivata per
affermarsi come la più mediocre e inetta del mondo civile (a proposito, un
Paese che può vantare una simile schifezza può ancora considerarsi civile?). Il
commento che vi propongo è quello di Paolo Pombeni su Il Sole 24 Ore di ieri: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-02-14/la-parodia-aventino-e-sindrome-napoleone-094845.shtml?uuid=AB20CnuC&fromSearch.
Buona stampa.
E veniamo agli argomenti più pesanti: Ucraina e Libia. Sto
contando da quando ho saputo dell’accordo per la tregua nel conflitto ucraino.
E’ normale che trascorra qualche ora prima che un simile accordo produca i suoi
effetti. Che trascorrano quasi tre giorni lascia a dir poco perplessi e
suggerisce molte domande. Della questione libica mi ero occupato indirettamente
parlando di Bernard-Henry Lévy, adesso è esplosa sulle prime pagine dei
giornali perché se n’è accorto anche il nostro Ministro degli Esteri. Di
Ucraina e Libia, oltre che di Grecia, si occupa Angelo Panebianco nell’editoriale
di oggi del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/editoriali/15_febbraio_15/ucraina-grecia-libia-mai-stati-cosi-insicuri-9b0dc464-b4e3-11e4-b826-6676214d98fd.shtml#.
Buona stampa. Non sono certo in grado di attenuare il senso
di oppressione con cui si giunge alla fine dell’articolo di Panebianco. Al
contrario, nel leggerlo ho pensato che l’Europa di oggi, quell’Europa
apparentemente pacificata dal disegno comunitario, rischia di tornare a essere
all’origine d’instabilità e anche di conflitti. Il disegno comunitario,
infatti, si è arenato da tempo e alla genialità e alla determinazione di
Adenauer, De Gasperi, Monnet e Schuman si è sostituita l’ottusità dei burocrati
e l’insipienza dei politici, quest’ultimi preoccupati solo delle prossime
elezioni nazionali e in larga maggioranza nemmeno pallide imitazioni dei
giganti che immaginarono l’Europa unita.
Non mi resta che proporvi un brano di Joni Mitchell, che già
sapete essere una delle mie cantanti preferite. Il titolo è Amelia: il pezzo, infatti, è dedicato ad
Amelia Earhart (http://en.wikipedia.org/wiki/Amelia_Earhart),
leggendaria pioniera dell’aviazione, scomparsa durante il tentativo di
circumnavigare il globo. Una donna che amava gli orizzonti ampi...
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