Appunto: un eminente
(dal suo punto vista) parlamentare, il vice capogruppo del Pd a Montecitorio
(il nome non lo faccio) non ha trovato niente di meglio da fare che difendere
l’assenza dei suoi squallidi colleghi.
Buona stampa. Anche se Monica Guerzoni poteva essere anche
più pressante, ma capisco che gestire certi personaggi sia difficile: un
giornalista non è necessariamente tenuto a condividere le conoscenze di un
erpetologo o di un entomologo.
Detto questo a parziale difesa di una firma importante del Corriere della Sera, veniamo agli errori di due colleghi altrettanto rilevanti nel quotidiano milanese: Fiorenza Sarzanini e Danilo Taino.
Anche per data di pubblicazione sul cartaceo, oltre che per
galanteria, diamo la precedenza alla Signora Sarzanini, che è una delle mie
firme predilette. Proprio la stima e la simpatia rendono più deludente il grave
errore commesso nel suo pezzo relativo alle misure prese due giorni fa dalla Ue
per affrontare la situazione dei migranti che potete leggere qui: http://archiviostorico.corriere.it/2015/aprile/25/piano_per_affondare_gommoni_Motovedette_co_0_20150425_1c5e8054-eb11-11e4-a47a-979278629066.shtml
Stampa così e così. Indicare Norvegia e Svezia come paesi
membri disposti a inviare mezzi in supporto alla missione Triton, è davvero
piuttosto grossolano. La Norvegia, infatti, non fa parte della Ue. E
probabilmente non entrerà mai. Riporto il passo: “Dai Paesi del nord come Norvegia e Svezia potrebbero arrivare anche
aerei dotati di sistemi di sorveglianza satellitare”.
Non ci sono altre imprecisioni, ma questo non si può certo
considerarlo un refuso. E’ un grave errore. Di cui spero Fiorenza Sarzanini
farà ammenda con i lettori.
E veniamo a Taino, il cui pezzo è apparso on line ieri e sul
cartaceo oggi. Ecco il link: http://www.corriere.it/economia/15_aprile_25/volkswagen-si-dimette-piech-finisce-guerra-con-winterkorn-6a9d2b3c-eb69-11e4-aaae-29597682dafd.shtml#.
Stampa così e così. Qui l’errore è, forse, meno grave, ma
non troppo, perché dimostra, se non altro, assai modesta attenzione. Scrivere:
“Un periodo di instabilità non è quello
in cui la Volkswagen probabilmente sperava, impegnata in una riduzione dei
costi e alle prese con risultati non brillanti in America e in alcuni marchi
europei”. Il Gruppo Volkswagen ha soltanto marchi europei, quindi la
considerazione è fuorviante. Certo, produce e vende in gran parte dei paesi del
mondo, ma i marchi sono nati e, per così dire, residenti nel vecchio
Continente. Bastava che Taino andasse sul sito del gruppo tedesco e trovava
questa pagina: http://www.volkswagenag.com/content/vwcorp/content/en/brands_and_products.html.
Questi due casi sono particolarmente significativi, a mio
giudizio, perché riguardano due giornalisti importanti del quotidiano, attivi
da molti anni e con posizioni rilevanti, dai quali ci si aspetterebbe una
qualità superiore.
In realtà, giorno dopo giorno, un lettore attento del
Corriere ne può trovare altri, e non pochi…
Chissà che l’ormai imminente nomina del sostituto di
Ferruccio de Bortoli riporti un clima adeguato alla tradizione e alle ambizioni
del nostro maggiore quotidiano (e alle aspettative dei suoi lettori).
Torniamo al problema dell’immigrazione. Vi suggerisco due
letture. La prima è l’editoriale di Galli della Loggia sul Corriere di oggi: http://www.corriere.it/editoriali/15_aprile_26/balbettio-egoisti-europa-migranti-strage-editoriale-9e13b9c0-ebd9-11e4-b9d3-aa4aa3ffc489.shtml.
Buona stampa. Concentrata soprattutto sull’analisi
dell’ignavia dei governanti europei.
Il secondo, a mio giudizio più significativo, è di Alexander
Betts, docente dell’Università di Oxford (http://www.alexanderbetts.com/) e
collaboratore di The Guardian: http://www.theguardian.com/commentisfree/2015/apr/25/war-on-trafficking-wrong-way-to-tackle-crisis-of-migrant-deaths.
Buona stampa. Un'analisi profonda e informata, preziosa. E non ho altro da aggiungere.
Al fronte oggi andiamo con un grande cantante americano, James
Taylor, che ieri ha concluso una breve serie di concerti in Italia.
Vi ho già proposto alcune sue canzoni in passato, ma non è
difficile scegliere brani anche molto famosi perché James Taylor ha inanellato
successi nel corso degli ultimi cinquant’anni. Cominciamo con Carolina in my Mind, senz'altro uno dei suoi pezzi più popolari. Un'esecuzione dal vivo che risale al 1972.
Come secondo ascolto ho scelto una canzone in cui è affiancato da Carol King, che l'ha scritta proprio per Taylor, You've Got a Friend. Dal vivo, a Boston nel 2013.
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