martedì 28 aprile 2015

Trasparenza? Mai abbastanza


A proposito della candidatura di Hillary Clinton alla Casa Bianca, cui ho accennato parlando di Toni Morrison, ecco un articolo di The Washington Post che spiega come, dopo aver un po’ tergiversato, la Bill, Hillary and Chelsea Clinton Foundation abbia deciso di dissolvere parte della nebbia che grava sulle proprie fonti di finanziamento: http://www.washingtonpost.com/politics/clinton-foundation-acknowledges-mistakes-emphasizes-transparency/2015/04/26/8832621a-ec32-11e4-8abc-d6aa3bad79dd_story.html?hpid=z1.
Buona stampa. Quanto mi piacerebbe che qualcosa del genere accadesse anche dalle nostre parti, ma si tratta di un’illusione. Gli articoli nei quali si chiedeva chiarezza sulle risorse delle loro fondazioni hanno lasciato del tutto indifferenti i politici italiani, la cui propensione alla trasparenza è notoriamente poco sviluppata. Sul Corriere di ieri, senz'altro in tema, le considerazioni di Massimo Teodori in un articolo che ho acquisito con lo scanner.


Buona stampa.
Sempre sul Corriere di ieri, Beppe Severgnini ha parlato di come sia cambiata la normativa sull’omicidio stradale in corso di approvazione e ha ricordato alcuni casi sconcertanti, che avrebbero dovuto far riflettere meglio, molto meglio, i nostri legislatori (si fa per dire) prima di introdurre un così sconcertante ammorbidimento delle sanzioni. Ecco il link: http://www.corriere.it/cronache/15_aprile_27/retromarcia-sull-omicidio-stradale-a535ac40-eca1-11e4-8e05-565b17b54795.shtml.
Buona stampa.
La produzione delle leggi e delle norme applicative è uno degli aspetti più gravi del malfunzionamento della politica e dell’amministrazione pubblica, reso tanto più preoccupante dalla mancanza di trasparenza sul processo legislativo e sull’azione dei gruppi di pressione (in inglese lobbying). Basti pensare alle disposizioni sulla cosiddetta voluntary disclosure (http://unionefiduciaria.it/voluntary-disclosure), cioè le disposizioni che dovrebbero far emergere i capitali detenuti da cittadini italiani nei paesi esteri, come la Svizzera, usciti dalle liste nere e grigie dell’OCSE. Ci sono voluti mesi e mesi per arrivare all’approvazione della legge, ma ancora non sono stati prodotti i chiarimenti necessari e, con ogni probabilità, avremo uno slittamento dei termini. E i proventi dell’operazione, che sarebbero sicuramente preziosi per il bilancio dello Stato, non si sa quando si vedranno. Anche qui sarebbe bello capire come mai si vada tanto per le lunghe. Ovvio sospettare che, da qualche parte, ci sia qualcuno a cui fa comodo questa situazione (Andreotti, a riguardo del pensar male, aveva ragione). Io un paio di idee le avrei, ma meglio che me le tenga per me.
Potrei continuare con altri casi di leggi che sono promulgate incomplete, con errori, senza i regolamenti attuativi, ecc. ecc. Vi faccio grazia. E auspicherei che i politici ci facessero grazia dei loro sproloqui in materia, dando per acquisito ciò che non lo è. In particolare il Presidente del Consiglio, ma non solo lui.
E veniamo all’Italicum, che ieri è arrivato in aula alla Camera per la definitiva approvazione, che come saprete è stata preceduta da aspre polemiche, specie all’interno del PD, e che sembra destinata a produrne altre. Nel frattempo, però, non sembra che i deputati siano tanto presi dall’argomento, visto che hanno messo in scena la stessa vergognosa prova di assenteismo offerta venerdì (http://www.corriere.it/foto-gallery/politica/15_aprile_27/italicum-camera-aula-semivuota-carte-boschi-appunti-penna-3d65f79c-ecff-11e4-8e05-565b17b54795.shtml).
A questo spettacolo, posso definirlo vergognoso, vero?, ha fatto da contorno una sceneggiata squallida da parte di un personaggio che davvero sconcerta: Corrado Passera. Eccolo mostrarsi con bavaglio sulla bocca in Piazza Montecitorio per manifestare contro il Governo e l’Italicum.
Sia chiaro, ognuno è libero di avere le proprie opinioni, ma non si può mistificare le cose per opportunismo come fa Passera e come fanno, in maniera assai più grave e pericolosa (Passera, checché lui ne pensi, conta come il due di spade quando briscola è bastoni), alcuni membri della minoranza PD.
Anch’io non trovo l’Italicum il migliore sistema elettorale, tuttavia è meglio di quello determinato dalla sentenza della Corte Costituzionale e di quello di origine suina. E non lo dico perché me lo sono sognato stanotte, ma perché ho cercato di informarmi. Leggendo molti articoli, tra i quali questo di Roberto D’Alimonte su Il Sole 24 Ore di domenica: http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-04-26/gli-elettori-sceglieranno-chi-governa-ma-sistema-non-sara-presidenziale-142917.shtml?uuid=AB2taBWD&fromSearch.
Buona stampa. Se vorrete, potrete trovare molti altri articoli di D’Alimonte sull’argomento, cui ha dedicato molto spazio cercando di spiegare più volte le caratteristiche del nuovo modello elettorale. Spiegazioni che, come appare evidente, non sono state lette o comprese da coloro che offrono una visione distorta dell’Italicum per qualche (non tanto) oscuro gioco di potere. Gente affidabile come D’Alema, Bersani, Fassina, Civati da una parte, tizio decrepito, Premio Nobel mancato, nani e ballerine (soprattutto ballerine) da un’altra e gli scalmanati barbuti da altre ancora.
E passiamo a un argomento diverso. Nonostante tutti gli impegni presi e anche qualche provvedimento assunto dai competenti organismi internazionali, nel mondo bancario permangono situazioni di fragilità e di scarsa, se non scarsissima, trasparenza nei bilanci. Negli ultimi giorni ne hanno parlato diversi quotidiani, io vi propongo un articolo tratto da The Financial Times di ieri: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/2812eb70-e28c-11e4-ba33-00144feab7de.html?siteedition=intl#axzz3YUzQTQiM.
Buona stampa. Una situazione che dimostra quanta strada ci sia ancora da fare per liberare il mondo della finanza dai tanti meccanismi pericolosi costruiti da chi è in grado di dettare le regole, e non sto parlando delle autorità di controllo del mercato…
Una ragione in più per consigliare, ancora una volta, di acquisire le conoscenze e le informazioni necessarie per assumere decisioni fondate e coerenti nella gestione dei propri risparmi. O per valutare in maniera adeguata l’operato di un eventuale gestore o consulente.
E questo mi suggerisce di proporvi la lettura dell’ultimo pezzo di Roberto Plaja nel suo blog. Come sempre acuto, sorprendente nello stile e nell’approccio e profondo e chiaro nello spiegare l’argomento. Riprendo le sue parole conclusive, che sottolineano la solitudine di chi deve prendere decisioni di investimento o di disinvestimento. Le trovo particolarmente significative: “Investing is a job for the daring and informed loners who can carefully pick among the many opportunities to go against the grain”.
E andiamo al fronte ancora una volta. E ci torniamo con Arvo Pärt, la cui musica, come avrete capito anche troppo bene, mi piace tantissimo. Il brano è dedicato a un grande della musica del XX° Secolo: Cantus in Memoriam of Benjamin Britten.



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