Avevo detto che del caso della Regione Lazio non avrei più
parlato, ma dal Corriere on line apprendo una notizia che, purtroppo, non si
può trascurare: http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/12_settembre_26/fiorito-vitalizio-2111984253178.shtml.
Buona stampa. Anche se si tratta di cronaca e persino un po’
spiccia. Commento: credo sia arrivato il tempo di proporre leggi
d’iniziativa popolare che facciano piazza pulita di quelle norme e di quei
regolamenti degli enti locali o del Parlamento con i quali a gente come
Fiorito, dopo che ha sperperato denaro dei cittadini quando avrebbe dovuto
servirli, viene consentito di continuare a vivere alle nostre spalle. E queste leggi non dovranno fare la fine delle altre manifestazioni di volontà
popolare che questa ignobile classe politica ha tranquillamente ignorato se
non, addirittura, stravolto.
Passiamo oltre, almeno in parte.
Aggiornamento sull’intervista alla Santanchè di cui vi avevo
parlato lunedì. Non è ancora disponibile on line e, a questo punto, ho seri
dubbi che lo sarà in futuro. Mi lascia perplesso questo fatto, molto
perplesso. Non capisco perché certi articoli non trovino mai la strada
dell’archivio del Corriere su internet. A una persona sospettosa potrebbe anche
venire il dubbio che non siano pubblicati deliberatamente, così da evitare che
possano essere letti da chi non ha comperato il quotidiano e che ne resti traccia più durevole di quella su carta. E io, non è una novità, sono una persona sospettosa e lo sono tanto più quando la mancata pubblicazione si riferisce ad articoli di cui, forse, al Corriere un po’ si vergognano.
A tale riguardo, avevo mandato una mail a Fabrizio Roncone,
direi abbastanza garbata, ma non ho avuto risposta.
Ecco il testo (non mi pare di essere stato scortese, magari
pungente sì, ma non polemico né offensivo):
Buonasera Dottor Roncone, la leggo
regolarmente e in generale apprezzo la buona marcatura dell'intervistato e
l'ironia. Oggi, però, come già lo scorso 11 Maggio in occasione di una sua
precedente intervista a Daniela Santanchè, sono rimasto sconcertato dal suo
atteggiamento, assai diverso dal consueto. Capisco che contraddire Santanchè
sia piuttosto pericoloso, ma da lei, caro Roncone, ci si aspetta un po' di
virile coraggio...
Cordiali saluti
Roberto Frigo
La mancata pubblicazione on line, per esempio, si verifica con un
articolo di Francesco Verderami pubblicato oggi, sempre sul Corriere, di cui vi
volevo parlare. Non potendo farvelo leggere, mi sembra scorretto non soltanto
darne un giudizio, ma anche fare qualche riflessione sul contenuto. Questo
fatto m’irrita parecchio, perché avevo ragionato sul pezzo di Verderami e su
altri che parlavano del medesimo argomento e m’intrigava metterli a confronto.
Pazienza. Spero di poterci tornare sopra nei prossimi
giorni, il tema è di quelli che non perdono attualità.
Finiamo con un po’ di musica.
Vi ho già proposto molti mesi fa un brano di Keith Jarrett,
ma il pianista americano, che è uno dei miei musicisti preferiti, merita che vi
suggerisca molti ascolti e, in realtà, è anche difficile scegliere un pezzo,
tant’è voluminosa la sua produzione. Stavo quasi per farmi aiutare da una
moneta…
Ho pensato a un suo album piuttosto recente, registrato con
un altro leggendario strumentista jazz, il bassista Charlie Haden, che ha alle
sue spalle collaborazioni con quasi tutti i maggiori jazzisti degli ultimi
decenni (ha partecipato, per esempio, alla registrazione di Free Jazz, il difficile, ma fondamentale
album di Ornette Coleman, vera pietra miliare nella storia di questa musica
incredibilmente varia e ricca). Bene, nel 2007 Jarrett e Haden
hanno registrato un album intitolato Jasmine. Ecco il brano che apre il CD, For all we know, di una bellezza struggente, lungo quasi dieci minuti, ma vi conviene trovare il tempo per ascoltarlo tutto. Le dita di Keith Jarrett... quanta emozione e quanta meraviglia sanno regalarci ogni volta.
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