Le dimissioni di Renata Polverini, ancorché tardive,
costituiscono un segno di correttezza istituzionale. Già adesso, nelle edizioni
on line dei quotidiani si sprecano le ricostruzioni, più o meno convincenti, dei
retroscena di questa decisione. Istintivamente sono portato a considerarle
quantomeno inutili, razionalmente le giudico un’offesa alla capacità degli
italiani di comprendere quel che è accaduto.
E’ evidente che lo scandalo dei fondi destinati ai (e sperperati dai) gruppi del
Consiglio della Regione Lazio coinvolge tutti e che le chiacchiere con cui i
politici cercano ora di togliersi la sporcizia di dosso e di apparire
presentabili sono appunto soltanto chiacchiere, risibili tentativi di buttare
fumo negli occhi dell’opinione pubblica.
Se non ne siete già convinti, ma sono sicuro che lo siete,
basti la lettura di questo articolo di Fiorenza Sarzanini pubblicato dal
Corriere questa mattina: http://www.corriere.it/politica/12_settembre_24/cosi-partiti-decidevano-come-dividersi-soldi-fiorenza-sarzanini_c6c57eee-0608-11e2-a9b9-923643284af5.shtml.
Buona stampa.
Sprecherò ancora qualche minuto del vostro e del mio tempo
riflettendo su quante siano le persone, alla guida di Regioni, Province e
Comuni, che dovrebbero attentamente considerare la decisione di Renata
Polverini come un esempio da seguire subito.
Non faccio nomi, li conoscete già e sapete anche perché
dovrebbero andarsene. Si può soltanto sperare che capiscano e che, se ancora
possiedono un bagliore di dignità e di rispetto per i cittadini italiani,
abbandonino non solo le attuali cariche, ma anche la vita politica. Non sono
inutili al Paese, sono nocivi. Sono stati e sono esempi di come non si
amministra la cosa pubblica, di come lo spirito di servizio sia stato sepolto sotto una montagna d’interessi, personali o di partito poco importa, che nulla
hanno a che vedere con l’interesse collettivo. Non ci sono macchine del fango né tritacarne mediatici al lavoro, c'è soltanto una classe politica il cui agire non ha paragoni in nessuno dei paesi con i quali ameremmo confrontarci.
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