Non c’è dubbio che ieri a Francoforte si sia registrato un
importante passo avanti nel contrastare la crisi del debito. E’ altrettanto
indiscutibile il successo di Mario Draghi, che ha saputo con pazienza affermare
la sua visione del ruolo della Banca Centrale Europea. Ora, però, si tratta di
capire se la tela che è riuscito a tessere basterà e se la determinazione di
Draghi e dei suoi colleghi dell’esecutivo di BCE troverà finalmente una
risposta coerente da parte dei politici dei paesi membri dell’Eurozona e
dell’Unione Europea. Io sicuramente non ho la risposta a queste domande. Vedremo. Nel
frattempo, s’impone più che mai da parte della classe politica italiana un
salto di qualità che, purtroppo, non sembra probabile.
A riguardo, vi suggerisco la lettura di un pezzo di Stefano
Lepri da La Stampa (http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/467717/)
e de Il Punto di Stefano Folli dal Sole 24 Ore (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-07/cosi-monti-torna-centro-064630.shtml?uuid=AbFQChZG).
Buona stampa. C’è scritto tutto e non val certo la pena che
io provi ad aggiungere altro.
Se vi capita per le mani il Corriere di oggi, potete leggere
anche l’articolo di Michele Ainis che non è ancora on line.
Buona stampa.
Un altro sforzo, più complicato perché l’articolo è in
inglese, vi permetterà di scoprire come le elezioni americane si combattano,
già prima del voto, anche nelle aule dei tribunali. Difficile non ripensare
al voto del 2000, quello in cui Al Gore fu sconfitto da George W. Bush dopo la
lunga controversia sul conteggio delle schede in Florida. Il pezzo è di
Blomberg e questo è il link: http://www.bloomberg.com/news/2012-09-07/republicans-losing-election-law-war-as-campaign-ramps-up.html.
Buona stampa. Che poi, a leggere di queste diatribe legali,
si avverta un indicibile senso di sgomento, non rende meno interessante il
pezzo. La conflittualità esasperata e abbastanza assurda che si accompagna alle
competizioni elettorali nei principali paesi occidentali mi sembra una seria
minaccia alla democrazia. Sono assai poche le nazioni nelle quali le elezioni
non vengono vissute come una battaglia campale, nella quale sopraffare l’avversario
a ogni costo, senza preoccuparsi degli effetti collaterali, sempre più pesanti.
Vien quasi voglia di emigrare a Cuba o in Russia. Lì, almeno, non ci sono
finzioni…
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