Cominciamo con Sallusti; visto che avevo promesso di non
trascurarlo, cerco di tener fede all’impegno. E’ un pezzo ormai vecchiotto,
perché risale a lunedì 10, ma è l’ultimo editoriale che ha scritto.
Probabilmente è troppo impegnato nella crociera di propaganda politica che Il
Giornale ha organizzato e che, forse, si concluderà con un intervento di
Berlusconi. Dovunque si trovi in questo momento, credo che Indro Montanelli
sia assai poco contento di vedere il “suo” quotidiano dedicarsi alla versione navigante
dei Festival dell’Unità.
Crociera a parte, l’articolo di Sallusti merita di essere
letto: http://www.ilgiornale.it/news/interni/monti-scarica-casini-836254.html.
Buona stampa. Lo so, è sempre Sallusti, però stavolta dice alcune cose condivisibili e si è persino procurato un po’ di senso
dell’umorismo da qualche parte.
Passiamo a un argomento ben più serio, in parte collegato
alle conclusioni del post di ieri: gli eventi di Bengasi e delle altre città nordafricane e mediorientali.
Su La Repubblica la riflessione viene affidata principalmente
a un articolo di Adriano Sofri, il quale ha ritenuto di concentrare la propria
attenzione sul film che è all’origine dell'ondata di violenza
antiamericana. Che si tratti di una pellicola indecorosa e insensata
(letteralmente e metaforicamente) è un dato acclarato. Mi sembra, però, forzato guardare prevalentemente a questo aspetto e farlo in maniera che pare, se non
legittimare, almeno giustificare gli assalti alle ambasciate e ai cittadini statunitensi, sfiorando appena un
altro elemento certo, ossia che dietro alla rabbia per un pessimo film si intuisce qualcosa
di molto preoccupante: il diffondersi delle frange più pericolose del
terrorismo di matrice qaedista un po’ ovunque in Medio Oriente e Nord Africa.
Questo è il link al pezzo di Sofri: http://www.repubblica.it/esteri/2012/09/13/news/quella_irresponsabile_parodia_del_profeta-42443670/?ref=HRER3-1.
Stampa così e così. Tra l’altro, citare la vicenda della
bambina pakistana incarcerata per aver, forse, bruciato alcune pagine del Corano
senza ricordare i dettagli emersi dalle indagini mi sembra poco corretto.
Sul Corriere della Sera ci sono diverse analisi. Quella di
Angelo Panebianco mi pare buona, anche perché si pone in una prospettiva meno
angusta di quella di Sofri e, per quanto possa piacerci poco, ci ricorda quanti
e quali siano gli interessi occidentali e italiani coinvolti (http://www.corriere.it/editoriali/12_settembre_13/giorno-dopo-undici-settembre-panebianco_2fcef20a-fd60-11e1-ae02-425b67d1a375.shtml).
Buona stampa.
Ho l’impressione che osservare le vicende mediorientali con
le lenti, un po’ opache, del politicamente corretto, come fa Sofri, non aiuti
affatto a comprenderle adeguatamente. E neanche a impedire che esse producano
conseguenze nefaste per tutti. Un po’ di sano realismo e di accorto
opportunismo non credo possa nuocere di fronte a eventi di questa portata.
Lo conferma anche l’articolo di Maurizio Molinari su La
Stampa, che, però, si concentra principalmente sulle implicazioni elettorali
americane: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10522.
Buona stampa.
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