Oggi c’è, ieri non c’era, domani che ne sarà del controllo
esterno sui bilanci dei partiti?
La cosa
folle è che uno (tra quei maestri del diritto che affollano, in realtà per poche ore la
settimana, le aule del Parlamento) ha osato dire che non dovrebbero
essere controllati da altri perché si tratta di organi costituzionali (ne taccio il nome
perché non voglio fargli pubblicità). Sarebbe il caso che il signore in
questione andasse a rileggersi la Costituzione e con lui, già che ci siamo, anche i capi dei
sindacati, visto che, per quel che li riguarda, partiti e organizzazioni dei
lavoratori hanno fatto di tutto per impedire che fosse applicata compiutamente (a riguardo, leggete fino in fondo questo articolo di Massimo Mucchetti dal Corriere della Sera del 16 settembre: http://www.corriere.it/economia/12_settembre_16/futuro-sostenibile-auto-fiat_6cb4b4a2-ffc7-11e1-8b0a-fcb4af5c52c7.shtml. Buona stampa).
Ad ogni
modo, il signore che definisce i partiti organi costituzionali, vada a
rileggersi l’articolo 54 della Carta Costituzionale prima di fiatare. Ecco il
testo:
Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica
e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere
di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti
dalla legge.
Sbaglio se scrivo che questo articolo è stato del tutto
ignorato anche da persone che sono salite alle massime cariche dello Stato? E
sbaglio se scrivo che i partiti, per il modo in cui hanno selezionato tante persone
cui affidare funzioni pubbliche nazionali, regionali, provinciali e comunali,
hanno dimostrato che, per loro, l’articolo 54 conta ben poco?
Mi querelino per diffamazione se sbaglio.
In tutta la storia repubblicana non c’è stato nessun partito
che abbia rispettato fino in fondo l’articolo 54. Neppure quello Radicale, che pure ha molti
meriti nell’aver combattuto la partitocrazia ancor prima che si parlasse della
“Casta”. Anche il Partito Radicale, sia pure, forse, con buone intenzioni, ha
portato in Parlamento almeno un paio di persone che certo non rispettavano né lo spirito né la
lettera dell’articolo 54.
E veniamo alle notizie di giornata: a quanto pare il
discorso fatto lunedì da Renata Polverini, come ben sottolineato da Sergio
Rizzo, sarebbe una dimostrazione tardiva (troppo tardiva) di attenzione per il
problema dello sperpero di denaro pubblico alla Regione Lazio. E forse anche un po' distratta...
Ecco un articolo dal Corriere della Sera che, a riguardo, ci dice qualcosa di interessante: http://roma.corriere.it/roma/notizie/politica/12_settembre_19/polverini-lazio-tutte-le-spese-2111878722320.shtml.
Buona stampa.
La signora aveva minacciato le dimissioni se non si fossero
approvate norme per porre fine alla dissipazione. A me questa cosa, chissà
perché?, mi fa ridere.
E, chissà perché?, mi viene voglia di chiudere questo post
con il link a un lemma del vocabolario di italiano della Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/vergogna/.
Credo che sarebbe utile inviarlo a tanti dei nostri
amministratori pubblici, insieme all’articolo 54 della Costituzione.
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