venerdì 15 maggio 2015

Un vuoto pericoloso


Cominciamo con un garbato sberleffo di Mattia Feltri su La Stampa di ieri, nella rubrica Paesi e Buoi: http://www.lastampa.it/2015/05/14/cultura/opinioni/paesi-e-buoi/il-declino-di-forza-italia-s2Scx26RGjZGwIzfsP1PmK/pagina.html.
Buona stampa. Il disfacimento di Forza Italia non mi procura particolari emozioni in sé. Mi spaventa, però, il vuoto che lascia nello schieramento politico italiano: si sa che il vuoto non può durare e mi preoccupa chi e come lo riempirà.
E, anche con la massima buona volontà, si fa molta fatica a pensare che il tizio decrepito sia in grado di invertire il percorso che il suo partito sta compiendo. Se c’è un responsabile del dissolvimento del centrodestra italiano quello è proprio Berlusconi. E viene da ridere a leggere che i suoi figli più vecchi hanno deciso di finanziare Forza Italia, come racconta questo pezzo de Il Giornale: http://www.ilgiornale.it/news/politica/forza-italia-donazioni-marina-e-pier-silvio-1127200.html.
Cronaca. Ho l’impressione che 200.000 euro non siano abbastanza. Per aggiustare il giocattolo, anche ribattezzato con un nuovo nome (l’ennesimo), ci vuole ben altro che un po’ di soldi. Prima dei soldi e dei nomi, servono idee, progetti e persone in grado di sviluppare le prime e portare avanti i secondi. E mi pare che attorno al tizio decrepito non ce ne siano.
Un’ottima sintesi della situazione la offriva ieri, su Il Sole 24 Ore, Roberto D’Alimonte nel commentare un sondaggio effettuato dal quotidiano (è un articolo a pagamento, non riesco a darvi il link perché io l’ho comperato, dovete cercare voi). Riprendo un paio di passaggi di D’Alimonte.
Sul tizio decrepito e un suo eventuale successore: “Berlusconi è persona di straordinarie risorse, sia materiali che simboliche, ma è difficile che possa tornare ad essere il grande federatore della destra italiana. Il suo tempo sembra finito. Ma non si vede ancora chi ne possa raccogliere l’eredità. Per i moderati del centro-destra Salvini è un po’ troppo di destra anche se oggi sembra il favorito”.
Un altro passaggio interessante è quello sul livello di fiducia riscosso dai principali uomini politici del Paese. Ancora copio e incollo: “Per Renzi la frammentazione e la poca credibilità della opposizione rappresentano il vantaggio più importante su cui può contare in questa fase. Governare di questi tempi è difficile. E nei dati di questo sondaggio si vede. Il giudizio sul governo non è positivo per la maggioranza degli italiani. Lo stesso vale per il giudizio sul premier. Su una scala da 1 a 10 solo il 41% degli intervistati gli dà la sufficienza. Ma resta pur sempre il leader meno sgradito visto che per i suoi rivali i giudizi negativi vanno dal 68% di Salvini al 70% e più di Grillo, Berlusconi e Landini per arrivare all’82% di Alfano e all’87% di Fitto”.
Escluso Renzi, tutti gli altri leader hanno un livello di apprezzamento bassissimo, anche tra coloro che potrebbero votarli. Questo la dice lunga sulla qualità percepita della classe politica e dovrebbe spingere tutti, compreso il Presidente del Consiglio, a lavorare duramente per ricostruire un rapporto almeno decente tra la classe politica stessa e i cittadini. Voi tre cosa dite? Sta accadendo?
Lasciamo che sia Gian Antonio Stella, nel suo editoriale di oggi sul Corriere, a dare alcune risposte alle mie domande: http://www.corriere.it/editoriali/15_maggio_15/questione-morale-periferia-530c97d4-fac1-11e4-92e0-2199ef8c8ae2.shtml.
Buona stampa.
Prima di passare alla musica, vorrei segnalarvi un articolo di National Geographic che parla dell’Everest e dell’assalto che l’umanità porta alla cima più alta del mondo: http://news.nationalgeographic.com/2015/05/150513-everest-climbing-nepal-earthquake-avalanche-sherpas/.
Buona stampa. Non mi pare una grande impresa raggiungere la vetta dell’Everest sulle spalle di uno sherpa. E’ questo che accade a molti degli uomini che raggiungono la cima himalayana. E non capisco come qualcuno possa pensare di vantarsene, considerando il prezzo che fa pagare alla natura e alla popolazione del luogo. Quanto squallore sa rivelare, a volte, l’indole umana.
Oggi, nella nostra guerra contro i nemici della musica e della cultura, non possiamo non impiegare la straordinaria forza di un vero mito della musica americana del secolo scorso: B.B. King, che purtroppo è morto poche ore fa. Ascoltiamo un paio di pezzi. Il primo, dal vivo a Montreux nel 1993: The Thrill is Gone.


Il secondo pezzo vede B.B. King affiancato da altri tre grandi: Eric Clapton, Jimmie Vaughan e Buddy Guy. Il brano, credo registrato dal vivo nel 2010, s'intitola Rock me Baby.


1 commento:

  1. Hai ragione Roberto, il vuoto verrà riempito e non sappiamo da chi. Mi sembra difficile che sia peggiore del tizio decrepito! Un saluto a te ed ai tuoi innumerevoli lettori, Marco

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