giovedì 28 maggio 2015

I nemici dei miei amici sono miei nemici?


Nella vicenda della FIFA, ovviamente, sono tutti innocenti fino a che non si avrà una sentenza definitiva di condanna. D’altro canto, la presunzione d’innocenza si applica anche gli investigatori responsabili delle indagini e degli arresti, sia perché non si vede quale possa essere il loro tornaconto sia, soprattutto, perché si è realizzata un’identità di vedute tra gli inquirenti americani e quelli svizzeri, la cui prudenza credo si possa considerare proverbiale. Alla luce di quanto precede, sembra di poter dire che, una volta di più, Vladimir Putin ha perso un’occasione per stare zitto.
Il suo intervento in difesa di Blatter e degli arrestati non appare affatto disinteressato, dal momento che le indagini riguardano anche possibili fatti di corruzione nell’assegnazione dei Campionati del Mondo alla Russia per il 2018. Ecco l’articolo dall’edizione on line de Il Sole 24 Ore di oggi che riferisce della presa di posizione del Presidente russo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-05-28/blatter-si-blatter-no-gotha-calcio-internazionale-si-divide-093321.shtml?uuid=ABz5u3nD.
Buona stampa. Riprendo un paragrafo: “Putin ha affermato che la Russia è inoltre a conoscenza delle pressioni ricevute da Blatter nella campagna alla rielezione alla presidenza. «Se non mi sbaglio», ha ricordato, «l'elezione del presidente Fifa è prevista per venerdì e Blatter ha tutte le possibilità di essere rieletto. E sappiamo delle pressioni che gli sono state fatte per revocare l'assegnazione dei Mondiali 2018 alla Russia».
E’ senz’altro vero che esistono posizioni, come quella di Boniek, Presidente della Federazione della Polonia (ne parla in un’intervista al Corriere della Sera di oggi non disponibile on line), favorevoli alla revoca dell’assegnazione alla Russia. Sono, Boniek lo ammette apertamente, posizioni da mettere in relazione con la situazione in Ucraina. Non è la prima volta (e non sarà l’ultima) che la politica sfrutta un evento sportivo. Anche voi tre ricordate senz’altro i boicottaggi degli ultimi decenni del secolo scorso: criticabili e di dubbia efficacia, talvolta, però, hanno avuto un pur modesto, ma apprezzabile, successo nell’incrinare la solidità di regimi dittatoriali.
Tutto questo, tuttavia, non giustifica le affermazioni piuttosto azzardate di Putin, che sembrano più un esempio di attacco preventivo, mirante a preservare la credibilità (assai modesta già da prima degli arresti di ieri) del sistema che ha concesso a Mosca di organizzare i prossimi mondiali di calcio.
E veniamo nuovamente alla vicenda greca, che si trascina tra alti e bassi in maniera sconcertante. Oggi se ne occupa da par suo Alessandro Fugnoli nella newsletter  di Kairos Il Rosso e il Nero. http://www.kairospartners.com/sites/default/files/rn-20150528.pdf.
Buona stampa. Fugnoli conosce bene la Storia (e se ne serve con grande eleganza) e ha una rara capacità di sintesi in materia finanziaria. Leggerlo è sempre piacevole e, soprattutto, utile.
E andiamo ad ascoltare un po’ di musica. Un brano eseguito dal Bill Evans Quintet. Bill Evans preferiva sicuramente la formazione in trio, ma questo gruppo, attivo nei primi anni 60, è formato da alcuni dei migliori strumentisti della storia del jazz e i risultati sono eccellenti. Il pezzo che ho scelto è Time Remembered.


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