Vi annoio ancora una volta con l’argomento della spesa
pubblica. Non è una mia fissazione (anche se, lo riconosco, è un argomento che
mi sta particolarmente a cuore), ma sono i mezzi di comunicazione a darmi
motivo di occuparmene ancora.
Partiamo da un articolo di Massimo Bordignon pubblicato il
22 Maggio dal sito LaVoce.info: http://www.lavoce.info/archives/34832/la-spesa-pubblica-ecco-dove-si-e-gia-tagliato/.
Buona stampa. A mio parere, più che concentrarsi sul
modesto, ma apprezzabile, contenimento della spesa pubblica, è interessante
osservare come le manovre intraprese dagli ultimi governi abbiano finito per
sacrificare la spesa per investimenti.
Il problema, ovviamente, non si riduce a questi aspetti e
neppure riguarda soltanto la rete autostradale. E certo un blog, soprattutto il
mio, non è il luogo in cui pretendere di affrontarlo in maniera adeguata. Resta,
tuttavia, il fatto che la spesa pubblica per investimenti è essenziale, come
sottolinea anche Bordignon, del quale riprendo queste parole: “Qui abbiamo dunque sicuramente tagliato,
anche se non è ovvio che ce ne dobbiamo rallegrare, visto che, scandali e
corruzione a parte, alla spesa in conto capitale è legato il mantenimento e
l’ammodernamento delle infrastrutture, senza le quali si fa fatica a ritornare
a crescere”.
E resta, purtroppo, che in Italia il costo per le
infrastrutture è sempre più alto, molto più alto, di quello di altri paesi come
la Francia o la Spagna. Ecco un paio di articoli che illustrano la situazione
per quel che riguarda l’Alta Velocità ferroviaria. Il primo risale al febbraio
2007, si tratta di un pezzo di Andrea Malan pubblicato su Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Speciali/2007/tav/speciale-tav-finanziamenti-malan.shtml.
Buona stampa. Sarebbe bello poter affermare che la
situazione è cambiata, ma purtroppo non è così, come dimostra questo articolo
di Lettera 43 del 5 Marzo 2012: http://www.lettera43.it/attualita/42306/l-alta-velocita-italiana-e-la-piu-cara-d-europa.htm.
Buona stampa. E’ interessante osservare come, oltre al
livello eccezionalmente alto dei costi per chilometro, l’Italia presenti anche
tempi di realizzazione assai più lunghi. Tutto questo, com’è ovvio, modifica la possibilità di
recuperare l’investimento e, quindi, finisce per rendere antieconomiche certe
infrastrutture o renderne più costoso l’utilizzo da parte del pubblico.
E accenniamo soltanto al vantaggio che trae il malaffare
(parliamo di corruzione e criminalità organizzata) da una situazione come
quella italiana, nella quale le procedure sono lunghe e complicate, quindi poco trasparenti.
Credo sia evidente quanto complesso sia ridurre la spesa
pubblica in maniera tale da non creare squilibri che, a lungo andare,
danneggiano anziché favorire l’economia nazionale. Credo, inoltre, che anche
voi tre siate d'accordo se dico che, per agire sulla spesa pubblica in maniera efficace e
coerente con la volontà di riavviare la crescita economica, è necessaria la
volontà politica di incidere sulle aree realmente improduttive o quelle in cui
si annidano posizioni non più compatibili con le condizioni delle finanze
pubbliche. E si tratta, ovviamente, di guardare al sistema pensionistico e al
mondo delle imprese e dei beni posseduti dallo Stato o dagli Enti Locali. Un
processo di cui si parla da anni, senza che si realizzi granché.
Non vorrei apparire pessimista, ma non mi sembra che Renzi e
Padoan siano impegnati su questo fronte con la necessaria aggressività. Vedremo
cosa accadrà a fine Giugno, quando i due (ennesimi) esperti incaricati di
studiare la riduzione della spesa (Gutgeld e Perotti) concluderanno la prima
parte del loro lavoro.
Ne riparleremo, perché la politica (la cattiva politica) non ha un costo soltanto per le somme che vengono distribuite ai vari livelli di rappresentanza, ma anche per gli errori commessi nelle scelte riguardo alle privatizzazioni e alle loro implicazioni per le infrastrutture.
Chiudo, prima di passare alla musica, con una citazione
dall’intervento del Presidente della BCE, Mario Draghi, nel corso del convegno
svoltosi a Sintra in Portogallo. La ricavo dal commento di Danilo Taino sul
Corriere di oggi (http://www.corriere.it/economia/15_maggio_23/mario-draghi-le-divergenze-strutturali-pericolo-l-euro-f52481f2-016b-11e5-87d4-e85f3d259d8e.shtml):
“Se si parla di politiche
di bilancio, non si può non notare che molti Paesi europei negli anni scorsi
hanno «alzato le tasse, aumentato la spesa pubblica, tagliato gli investimenti:
esattamente quello che non deve essere fatto». Se si parla di riforme, invece,
la Bce si limita a effettuare «un invito politico a intervenire», non entra
nello specifico delle misure da prendere: ma ci sono infiniti studi che
stabiliscono quali sono le più efficaci e come realizzarle”.
Più chiaro di così…
Un solo brano oggi, però di quelli che rappresentano momenti
importanti nella storia della musica. Si tratta di Riders on The Storm, di The Doors.
Nessun commento:
Posta un commento