Forse ho già ricordato che, nel 1979 (sì, nell’altro
secolo), ho trascorso qualche mese a New York per un periodo di formazione in
ambito bancario e finanziario.
Tra i tanti ricordi di quei giorni ormai lontani, c’è quello
della campagna pubblicitaria di una società d’intermediazione finanziaria, E.F.
Hutton, oggi passata attraverso una serie di fusioni e accorpamenti (http://en.wikipedia.org/wiki/E._F._Hutton_%26_Co.).
Su Youtube sono disponibili almeno tre video di quella
fortunata campagna televisiva. Non ho trovato quello che a me piaceva
maggiormente e che, se ricordo bene, aveva come ambientazione un matrimonio.
Non importa. Tra i tre che ho trovato, ho scelto quello che mi sembra di qualità
migliore.
Lo slogan, che credo sia stato uno tra i maggiori successi
della pubblicità americana, era: “When
E.F. Hutton talks, people listen”, ossia “Quando E.F. Hutton parla, la
gente ascolta”. Magico. Anche se, alla lunga distanza, non ha consentito alla
società di restare sul mercato come una realtà indipendente.
Lo slogan di E.F. Hutton ci porta all’argomento del giorno, ossia all’effetto che possono avere le opinioni di persone o d’istituzioni alle quali i mercati finanziari prestano particolare attenzione.
Un esempio lo si trova in questo articolo di Andrea
Franceschi da Il Sole 24 Ore di ieri: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-05-06/i-gestori-usa-chiamano-maxi-storno-bund-tassi-oltre-quota-05percento--093904.shtml?uuid=ABk74JbD.
Buona stampa. Bill Gross è considerato da alcuni il massimo
esperto mondiale dei mercati obbligazionari, per anni ha guidato la gestione di
quest’area per Pimco (di cui è cofondatore), una società americana di gestione
del risparmio appartenente al gruppo assicurativo tedesco Allianz S.E., in una
parola: un colosso. Oggi Gross ha lasciato Pimco, ma la sua fama e la sua
autorevolezza non sono scemate e quindi, nel momento in cui esprime
un’opinione, ovviamente riscuote attenzione.
Voi tre vi starete chiedendo qual è il punto. Il punto è che
resto un po’ sconcertato dal fatto che i mercati possano subire l’influsso
dell’opinione di una singola persona o di poche persone. Aggiungendo qualche
parola allo slogan di E.F. Hutton, direi: “Quando E.F. Hutton parla, la gente
ascolta e compera o vende”. E quanto più forte si sente la voce di E.F. Hutton,
tanto più forti sono gli effetti sui mercati di cui ha parlato.
Intendiamoci, non sto affatto sostenendo che quando qualche
esperto esprime un’opinione lo fa con un secondo fine, ovvero che pronunci
certe frasi per ottenere un determinato effetto di mercato dal quale trarre
vantaggio. Tutt’altro. Anche perché, grazie al cielo, le autorità di vigilanza
dei mercati sono molto attive e presenti e, soprattutto in alcune nazioni,
sanzionano con estrema severità i comportamenti scorretti. Quello su cui voglio
attirare la vostra attenzione è il potenziale che le parole possono avere sui NOSTRI
investimenti. Sui titoli nei quali NOI abbiamo investito i nostri risparmi.
Il punto, ancora una volta, è che ci si deve informare il
più possibile, così da tener conto di tutti gli eventi capaci di influire
sull’andamento dei mercati, comprese le opinioni espresse da persone
particolarmente autorevoli, che possono anche trasformarsi in utili
suggerimenti. Questo per quel che riguarda noi, investitori, semplici persone che
hanno dei risparmi da proteggere e, se possibile, da far crescere nel tempo.
Diverso, ovviamente, il caso degli speculatori: sono loro,
in realtà, ad amplificare gli effetti di mercato delle parole dell’E.F. Hutton
di turno. Loro cercano di trarne vantaggio. E, tuttavia, ci sta anche questo e
anche di questo si deve tener conto: i mercati offrono opportunità ogni giorno,
anche per effetto della speculazione.
Prima di passare alla musica, vediamo l’editoriale con cui Luciano Fontana inaugura
ufficialmente la sua direzione del Corriere della Sera: http://www.corriere.it/cultura/15_maggio_07/editoriale-fontana-direttore-corriere-valori-paese-e32e0cec-f479-11e4-83c3-0865d0e5485f.shtml#.
Buona stampa. Più d’incoraggiamento che per sincera e
profonda convinzione. Mi sembra quello che i professori chiamavano “bel
compitino”, perché non si poteva trovarci nulla di male, ma neppure nulla che
facesse provare entusiasmo. Tutto un po’ scontato, prevedibile. Non ci si
aspetta dal direttore del Corriere che si metta a strillare, ci mancherebbe. E
dopo Ferruccio de Bortoli, nessuno potrebbe partire con un tono di voce men che
sommesso, però… però quel che si rischia è l’abbiocco. Voglio, tuttavia, aprire
una linea di credito a Fontana. Spero vada sino in fondo rispetto a questo
impegno: “Chi leggerà un articolo del
Corriere sarà sempre certo che dietro c’è un lavoro professionale, affidabile e
verificato”. E spero anche che le parole conclusive dell’editoriale non
siano un semplice slogan per ottenere l’applauso: “Voi lettori siete il nostro bene più prezioso. Criticateci quando lo
ritenete giusto. Dateci il vostro sostegno se lo meritiamo”.
E passiamo alle note. Qualcosa di vivace, per svegliarci un
po’ fuori. Ho scelto un brano il cui ricordo, come la pubblicità citata all'inizio, risale al mio soggiorno a New York. Si tratta di un pezzo famosissimo: Street Life, eseguito da The Crusaders con Randy Crawford.
Nessun commento:
Posta un commento