La notizia del giorno è che il governo greco, forte anche
del sostegno popolare misurato dai sondaggi, ha deciso di non rimborsare quanto
deve nel prossimo mese al Fondo Monetario Internazionale: http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-05-24/grecia-lancia-l-allarme-non-pagheremo-rate-fmi-giugno-varoufakis-abbiamo-dato-141906.shtml?uuid=ABLQGrlD.
Cronaca. Non mi sbilancio certo a esprimere opinioni, salvo
osservare che questa storia è stata tirata troppo per le lunghe da entrambe le
parti, con atteggiamenti più adatti a un tavolo da poker o a un mercato che
alle istituzioni internazionali. Preferisco non pensare che ci stiamo
avvicinando al momento in cui la Grecia uscirà dall’euro, volontariamente o
meno. Il prezzo di un simile evento sarebbe altissimo per tutta l’Europa. Mi
fermo qui. Staremo a vedere.
Il primo, di Gianni Dragoni, sintetizza un’analisi svolta
dall’Ufficio Studi di Mediobanca su Alitalia, dalla quale emerge quanto sia
costata allo Stato, quindi alla collettività, la compagnia aerea. Il periodo analizzato
va dal 1974 al 2014. Quindi viene preso in considerazione anche quello
successivo alla vendita ai privati capitanati da Colaninno. Ecco l’articolo,
diviso in due parti.
Buona stampa. Purtroppo anche lo studio di Mediobanca non è
disponibile in rete, quindi non ho potuto approfondire e non posso offrirvi
ulteriori dettagli. Direi, comunque, che ce n’è abbastanza per capire che la
classe politica si è servita di Alitalia per i propri scopi, incurante delle
esigenze gestionali e delle prospettive dell’azienda, oltre che del costo che scaricava sulla collettività. E questo, come dicono i numeri, è tanto più vero
per la decisione, presa dal governo Berlusconi nel 2008, di non vendere a Air
France. Come Gianni Dragoni scriveva già il 6 Settembre 2008 su Il Sole 24 Ore:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/09/alitalia-vale-300-milioni.shtml.
Buona stampa.
Passiamo a un altro caso esemplare, quello di Telecom
Italia, del quale si è occupato Alessandro Plateroti nel secondo articolo cui
accennavo e che ho acquisito con lo scanner. Anche questo è in due parti.
Buona stampa. Alla quale non devo aggiungere nulla. C’è già
tutto quello che serve per capire come, anche nel caso di Telecom Italia, all’azienda
siano stati imposti obiettivi che poco avevano a che fare con la corretta
gestione e con la realizzazione di infrastrutture essenziali per il Paese.
Per la musica non ci allontaniamo troppo dagli anni della
proposta di questa mattina, ma il genere e anche il livello qualitativo
sono diversi. Ascoltiamo Dust in
the Wind, brano del gruppo americano Kansas (http://en.wikipedia.org/wiki/Kansas_%28band%29). Un brano molto popolare e piuttosto facile. Conoscete la regola: qui ci piace tutta la musica.
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