Il Corriere di oggi ospita un nuovo articolo di Alberto
Alesina e Francesco Giavazzi, che spiegano come, nonostante abbia seguito una
politica di austerità piuttosto severa, David Cameron abbia vinto le elezioni
politiche e sia tornato da Primo Ministro a Downing
Street.
Purtroppo, per uno di quei misteri nella gestione dell’edizione on line dei quotidiani, il pezzo non è disponibile. Non faccio lavorare lo scanner, ma riprendo alcune righe, quelle conclusive, soprattutto perché, come sapete, mi piace molto scoprire che persone assai più preparate di me condividono il mio punto di vista (o sarò io a condividere il loro?). Ecco le parole di Alesina e Giavazzi: “L’esperienza inglese insegna che il problema non è l’austerità, ma non lasciar crescere il debito e tagliare le spese, cominciando da quelle meno produttive”. Che sia anche questo un dire a nuora perché suocera intenda?
Purtroppo, per uno di quei misteri nella gestione dell’edizione on line dei quotidiani, il pezzo non è disponibile. Non faccio lavorare lo scanner, ma riprendo alcune righe, quelle conclusive, soprattutto perché, come sapete, mi piace molto scoprire che persone assai più preparate di me condividono il mio punto di vista (o sarò io a condividere il loro?). Ecco le parole di Alesina e Giavazzi: “L’esperienza inglese insegna che il problema non è l’austerità, ma non lasciar crescere il debito e tagliare le spese, cominciando da quelle meno produttive”. Che sia anche questo un dire a nuora perché suocera intenda?
A questo punto vorrei parlarvi dell’acquisto di
azioni proprie da parte delle società, in particolare di quelle quotate in
borsa (quello che in inglese viene chiamato buyback). Ho inutilmente, ma anche un po’ frettolosamente, cercato qualche
statistica che consentisse di darvi un’indicazione sul fenomeno nel nostro
Paese. Riproverò. L’impressione, comunque, è che in Italia sia qualitativamente
e quantitativamente meno significativo di quanto accade negli USA e anche
altrove. Ciò, tuttavia, non modifica il giudizio negativo su questa prassi
societaria. Lunedì ne ha scritto, in un ottimo articolo pubblicato dall’inserto
economico del Corriere della Sera, Salvatore Bragantini. Anche qui niente
edizione on line, ma lo scanner ha lavorato. Ecco il pezzo.
Buona stampa. Bragantini sa essere molto acuto e molto
chiaro e la sua analisi mi pare del tutto condivisibile. Aggiungerei solo
un’osservazione. L’acquisto di azioni proprie, oltre a generare i fenomeni
negativi descritti da Bragantini, consente anche, a chi possiede quote di
maggioranza relativa, di rafforzare il proprio controllo sulla società e quindi
altera i rapporti di forza tra azionisti.
E’ un argomento sul quale intendo tornare, soprattutto se,
come mi auguro, riuscirò a trovare o a ricostruire qualche statistica
sull’argomento. E’ un tema complesso, che ha molti risvolti e molte
sfaccettature e che va attentamente considerato nel momento in cui si decide di
acquistare un’azione. I mercati finanziari non perdonano gli errori e la
mancanza d’informazioni. E, nel contempo, offrono la possibilità di guadagnare
anche nei momenti, come l’attuale, di marcata volatilità. La volatilità, come osserva il
mio amico Roberto Plaja, può essere una controparte, un’entità dalla quale comperare o alla quale vendere per ottenere un profitto. Anche di questo, e di molto altro, parla
l’ultimo post che ha pubblicato sul suo blog: http://www.theboxisthereforareason.com/2015/05/12/if-we-are-always-taking-profits-how-come-investors-still-lose-money/.
Bello. E anche molto divertente, come al
solito.
Per la musica, contro i nemici della cultura, oggi torno a
Elgar, con una delle marce che ho già citato. Quella utilizzata anche nella
colonna sonora di Arancia Meccanica di Kubrick: Pomp and Circumstance N° 1.
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