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mercoledì 5 agosto 2015

No, proprio non è la Bbc

Stamattina mi sono alzato con le migliori intenzioni. Mentre, come accade tutti i giorni da quasi tredici anni, Doc e io festeggiavamo l’inizio della giornata con reciproche dimostrazioni di affetto, mi sono ripromesso di non criticare quel che accade in Italia, di non insistere nel giudicare negativamente l’operato di Renzi e degli altri politici, di vedere il bicchiere mezzo pieno, ecc. ecc.

venerdì 15 maggio 2015

Un vuoto pericoloso


Cominciamo con un garbato sberleffo di Mattia Feltri su La Stampa di ieri, nella rubrica Paesi e Buoi: http://www.lastampa.it/2015/05/14/cultura/opinioni/paesi-e-buoi/il-declino-di-forza-italia-s2Scx26RGjZGwIzfsP1PmK/pagina.html.
Buona stampa. Il disfacimento di Forza Italia non mi procura particolari emozioni in sé. Mi spaventa, però, il vuoto che lascia nello schieramento politico italiano: si sa che il vuoto non può durare e mi preoccupa chi e come lo riempirà.

sabato 18 aprile 2015

E già... li convincerà con le sue chiacchiere


La Stampa, da ieri, ha una nuova rubrica, intitolata Montecitorio-La Fiction, d’impronta chiaramente comica, affidata a Mattia Feltri. Il primo pezzo è dedicato al tizio decrepito e al suo nuovo presunto delfino, Paolo Del Debbio. Ecco il link al testo: http://www.lastampa.it/2015/04/17/italia/politica/montecitorio-la-fiction-vXSBS4HiODq0DQYHwkGqZK/pagina.html.
Buona stampa. Le premesse sono interessanti, perché Feltri ha sempre avuto una notevole vena ironica. Bisognerà valutarlo sul medio periodo: anche se i nostri politici sono maestri nel mettersi in ridicolo e nell’attirare il sarcasmo, non sarà facile trovare sempre nuovi temi con cui far sorridere il lettore. O forse mi sbaglio. Leggete questa rubrica de L’Espresso: http://espresso.repubblica.it/palazzo/2015/04/17/news/il-peggio-della-settimana-17-04-2015-1.208654?ref=HRBZ-1.
Buona stampa. Con gente così, Feltri avrà il problema del superlavoro, non certo quello di non sapere cosa scrivere.

domenica 8 giugno 2014

La gratitudine si deve per ben altro


Guarda un po’ le coincidenze. Mercoledì scoppia il bubbone Consorzio Venezia Nuova e ieri il Censis presenta i risultati dell’indagine sull’andamento degli investimenti esteri in Italia. Ne hanno parlato tutti i quotidiani, io scelgo di segnalarvi La Stampa: http://www.lastampa.it/2014/06/07/economia/capitali-esteri-in-fuga-dallitalia-investimenti-gi-del-dal-MvKwuBv2nH2rU16yXdOtXK/pagina.html.
Cronaca. Attribuire la colpa di questo alla premiata ditta Baita, Galan, Mazzacurati & Co. oppure alla Berneschi e Associati sarebbe una fuorviante forzatura. Tuttavia non posso evitare di chiedermi se le vicende veneziane e genovesi resteranno prive di conseguenze sotto questo profilo o peggioreranno la nostra già pessima capacità di competere con le altre nazioni europee per attirare investimenti stranieri.
Per valutare quanto la classe politica comprenda la situazione e abbia le idee chiare su come risolvere il problema della corruzione e del degrado morale della classe dirigente, vi rimando a un delizioso (si fa molto per dire) repertorio raccolto da Mattia Feltri su La Stampa (http://www.lastampa.it/2014/06/08/italia/politica/le-mille-e-contraddittorie-proposte-per-cancellare-la-corruzione-oLpKZHNVTaP2UvUeZxxOEL/pagina.html) e all’editoriale di Antonio Polito sul Corriere di oggi (http://www.corriere.it/editoriali/14_giugno_08/troppa-ipocrisia-inchieste-ebbf0a60-eed4-11e3-9927-6b692159cfdc.shtml#).
Buona stampa. Per entrambi.
E torniamo per un attimo a Giancarlo Galan (che è sempre quello che usava la tessera di Giustina Destro per beneficiare delle tariffe promozionali del coiffeur di Montecitorio). Dopo aver letto la (solo umanamente comprensibile) difesa d’ufficio del marito da parte di Sandra Persegato Galan, ho continuato a rimuginare su alcuni dati che ricordavo un po’ confusamente. Così ho fatto una piccola ricerca in rete e ho trovato un interessante documento assai recente dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale): http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/il-consumo-di-suolo-in-italia.
Si tratta di un’indagine piuttosto estesa e interessante, che vi suggerisco di leggere in queste calde giornate estive, pregustando la crescita di temperatura cui andiamo incontro anche grazie alla cementificazione del nostro paese.
Comunque, ciò che a me interessava era vedere l’andamento del consumo di suolo nel Veneto negli anni in cui Galan è stato presidente. E direi che ho trovato una figura e una tabella estremamente significative, che ho riprodotto a vostro vantaggio. La prima presenta il raffronto delle percentuali di consumo di suolo tra le macroregioni italiane.


La seconda mostra le stime della percentuale di consumo di suolo delle singole regioni per un arco di tempo piuttosto ampio (e significativo riguardo al mio rimuginare di cui dicevo).

Il mio rimuginare riguardava il cemento sparso durante il mandato di Galan alla presidenza del Veneto. Sia chiaro, l’amministrazione regionale non è la sola responsabile del consumo di suolo, ma gioca un ruolo di grande rilievo, sia dettando alcune regole edilizie sia, soprattutto, concedendo le autorizzazioni alla realizzazione di insediamenti di particolare rilievo, come ad esempio i centri commerciali che assorbono enormi aree. Cosa dite, guardando quelle tabelle chi deve essere grato a Giancarlo Galan, i cittadini veneti o le imprese edili? E per fortuna sua che non sono ancora riuscito a trovare dati sull’effettivo utilizzo degli immobili sia commerciali sia residenziali edificati negli ultimi quindi anni. Ma, se ricordo bene, ne ha parlato diffusamente Gian Antonio Stella e magari andrò a scovare i suoi articoli in archivio.
Buona notte e buona fortuna.

domenica 1 settembre 2013

Cronache italiane?


Oggi, ne sono veramente felice, posso raccontarvi una bella storia, qualcosa che, non penso di sbagliare, è motivo di conforto per tutti noi.
Voi tre non ci crederete, ma è successo che un amministratore locale, il responsabile del settore agricolo di un’importante regione, sia stato licenziato per aver fatto acquistare, a spese dei contribuenti, un’auto estremamente lussuosa che, per dimensioni, consumi, finiture esagerate, mal si conciliava, tra l’altro, con le convinzioni ecologiste dell’assessore in questione.
Era ora, non vi pare? Noi stringiamo la cinghia e questi spendono e spandono a carico nostro. Per fortuna si stanno mettendo in riga. Bene. Direi che dobbiamo essere grati al suo superiore diretto che l’ha costretto alle dimissioni. Chi sarà stato? Cota, Governatore del Piemonte? No, lui non governa con gli ecologisti, si preoccupa (e ne ha motivo) di un verde diverso. Che sia Nichi Vendola, alla guida della Regione Puglia, uno che delle convenzioni se ne frega, ma è ben attento al potere e a tutto quel che serve per raggiungerlo e mantenerlo? Acqua! Acqua profonda!
Cosa dite? Mi domandate se sono sicuro che sia accaduto qui, in Italia?
No, non è accaduto in Italia. In Italia queste cose non succedono. Guarda un po’, è accaduto in Germania: http://www.corriere.it/esteri/13_settembre_01/germaia-auto-lusso-verde-licenziato_b4a196d6-132b-11e3-b29f-7fb8749168ea.shtml.
Cronaca. Di quelle che fanno star male, perché, appunto, non sono cronache italiane.
Provo a farvi sorridere, con un breve testo di Mattia Feltri da La Stampa del 24 Agosto:
Buona stampa. Mattia Feltri, diversamente da Vittorio Feltri (suo padre), non nutre molta simpatia per il tizio decrepito (andate a leggere gli altri suoi pezzi e mi darete ragione), ma non è per questo (o non solo per questo, lo ammetto) che ve ne ho suggerito la lettura. L’ho fatto perché apprezzo molto lo spazio che La Stampa offre a Gramellini, Jena e Feltri (Mattia), le cui rubriche ci aiutano a sorridere o, quantomeno, a riportare verso l’alto le pieghe delle labbra. E ripenso con nostalgia a Controcorrente, lo spazio de Il Giornale (quello di Indro Montanelli). Era un piacere (quasi) quotidiano. Quasi perché non sempre risultava all'altezza delle aspettative. Ma si sa, sono le aspettative a essere esagerate.
Non quando si parla di musica. In particolare quando si parla di grandi voci e di grandi brani. Questa sera torniamo alla "tradizione" di questo blog, ossia alle versioni multiple di pezzi particolarmente importanti nella storia della musica. La canzone che vi propongo è Little Girl Blue, come molti standard tratta da un musical (http://en.wikipedia.org/wiki/Little_Girl_Blue_%28song%29).
E andiamo a razzo, senza commenti, o quasi. Cominciamo con Janis Joplin.


Passiamo a Chet Baker: guardate le immagini di questo straordinario video dedicato a un gigante della musica, così meravigliosamente fragile, e godetevi il piano di Enrico Pieranunzi.


E poi a Nina Simone, dal vivo a Montreux nel 1976.


Mi fermo qui, perché Nina Simone è semplicemente stupenda. Potete riascoltarla, o se preferite, continuare voi la ricerca su YouTube, troverete tante altre esecuzioni degne di ascolto.