Ugo Magri è notista politico de La Stampa: mi sembra che
sappia fondere insieme, con quel tocco di umorismo assente nei due colleghi,
il modo di lavorare di Verderami e Franco, le due firme politiche di maggior
peso del Corriere della Sera.
Oggi si occupa anche lui, sia pure in maniera ellittica, del
presunto ritorno in campo di Berlusconi e dei timori che agitano i partiti
italiani di fronte alla possibilità che l’Europa ci chieda impegni scritti a
non allontanarci dalla linea tracciata dal Governo Monti (http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/461959/).
Buona stampa.
Difficile dare torto a chi, in Europa, pretende che il
nostro paese si vincoli a perseguire (magari anche con più decisione) il
risanamento economico e le riforme intraprese dai “Tecnici”. Noi, del valore
della parola dei nostri politici, se sappiamo qualcosa, vero?
A proposito, la dieta per i partiti che fine avrà fatto?
Schifani e Fini e i loro solenni proclami sono rimasti la solita aria fritta, o
sbaglio? Io, di quella gente, non mi fido neppure se firmano. Fanno bene, negli
altri paesi europei, a guardarci con diffidenza, specie se tornano in campo
certi funamboli delle promesse destinate ad abbindolare gli elettori e a restare tali. O se
arriva quel nuovo che, purtroppo, non sembra affatto un miglioramento, al contrario.
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