Questa mattina, a Londra, Mario Draghi ha parlato e questo ha impresso una svolta all’andamento del differenziale
d’interesse dei titoli di stato di Spagna e Italia rispetto a quelli della
Germania. E sembra anche aver messo lo sprint alle borse.
Possiamo essere felici e metterci tranquilli? Non ne sono
affatto sicuro. Anche se l’impegno assunto da Mario Draghi è molto chiaro e
importante, resta da vedere se ha veramente tutte le armi necessarie per
salvare l’euro e se, a livello di direttivo della Bce, tutti la pensano come
lui. Mi auguro, ovviamente, che questi dubbi siano immotivati e vengano presto
spazzati via da fatti concreti. Le ragioni di scetticismo, tuttavia non sono
poche. Una buona analisi la trovate in questo pezzo del Financial Times: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/6ce6b2c2-d713-11e1-8e7d-00144feabdc0.html#axzz21joRADv4.
Buona stampa.
Il mondo anglosassone è da sempre, come dire?, poco entusiasta
dell’euro, ma il pezzo in questione è molto concreto e non mi pare viziato da
pregiudizi. Non dobbiamo neppure sopravvalutare le fiammate dei mercati finanziari: non
sarebbe la prima volta che gli indici s’impennano il giovedì per precipitare il
venerdì.
Vero che il mondo della finanza vive anche di aspettative,
di chiacchiere e di istinti, ma, appunto per questo, ciò che oggi appare
spingere in una direzione domani potrebbe far invertire la rotta.
Per questo preferisco essere prudente. Ricordate
Guicciardini? Meglio non dar nulla per scontato. E auguriamoci che San Mario
Salvatore abbia davvero tutte le armi che servono e che anche le scorte di munizioni siano adeguate.
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