lunedì 16 luglio 2012

Rinnovare! Rinnovare! Rinnovare!


Dalla vignetta di Disegni alle considerazioni di Irene Tinagli su La Stampa di oggi (http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10336).
Buona stampa. E sarebbe un voto più alto, se ci fosse.
Tinagli ha meno di quarant’anni e un curriculum accademico di tutto rispetto. Le sue osservazioni, nelle quali si percepiscono tristezza e delusione profonde, le condivido pienamente. Non rientro nella categoria, il problema, quindi, non mi coinvolge direttamente, ma, così com’è, l’Italia ha poco o nulla da offrire a chi abbia meno di quarant’anni. Ribadisco, quindi, il suggerimento che ho formulato già in passato ai più giovani: andate altrove, seguite l’esempio dell’editorialista de La Stampa. Irene Tinagli, infatti, insegna in Spagna e ha sviluppato gran parte della sua carriera all’estero. Aggiungo e sottolineo: saggiamente, oltre che con merito, come potete vedere dalla sua biografia su Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Irene_Tinagli).
E nessuno può accusarla di parlare di questi temi adesso. L’ha fatto, con decisione e trasparenza, in particolare già nel 2008, quando si dimise dal Coordinamento Nazionale del Partito Democratico. La lettera che inviò allora a Veltroni merita di essere letta:
Volendo, tuttavia, essere ottimista, e voglio esserlo, posso soltanto augurarmi, per i più giovani, che qualcuno tra loro sappia effettivamente accettare la sfida che Tinagli lancia in conclusione del suo articolo. Lì fuori, ne sono certo, ci sono tanti eccellenti ragazzi e ragazze italiani, dotati delle straordinarie capacità che serviranno per scalzare la pessima classe dirigente che hanno espresso le generazioni più vecchie, la mia compresa, ovviamente.
Cambiando argomento, ma forse no, vi segnalo un altro articolo de La Stampa (http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/462582/), dal quale apprendiamo che Angela Merkel si è sentita in dovere di far smentire le parole dette da Berlusconi in un’intervista a Bild.
Chissà mai perché?

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