Non temo di essere considerato un estimatore di Piero
Ostellino. Ho detto più volte che non mi piace il suo modo (attuale) di fare il
giornalista e di non condividere la gran parte di quel che afferma. Mi spingo a confessare pubblicamente di trovarlo, sul piano personale, assai poco simpatico. Con
lui ho avuto alcuni scambi di mail, anche piuttosto bruschi, nei quali ci siamo
mandati al diavolo reciprocamente, ma, credo, in maniera sostanzialmente civile
(permalosità e presunzione non gli mancano, come non mancano neppure a me).
Bene, questo preambolo serve per dire che, per quanto io sia
lontanissimo dal trovarmi in sintonia con Ostellino, preferirei non aver
scoperto che qualcuno è tanto privo di buon senso da scrivere frasi come quelle
riportate ne “Il dubbio” di ieri (http://archiviostorico.corriere.it/2012/luglio/07/Gli_elogi_fanno_male_buon_co_9_120707100.shtml).
Non do un giudizio. Non sintetico almeno, perché sarebbe
inevitabilmente inadeguato. E' un pezzo con troppi aspetti diversi.
Come sempre Ostellino si esprime nel suo modo non lineare,
con collegamenti che mi paiono piuttosto male articolati, tuttavia scoprire che
c’è chi lo critica in quel modo e arriva ad augurarsene la morte, inevitabilmente, mi spinge a prendere le parti
del giornalista, per quanto non ne condivida il pensiero. Anche quello che,
così brutalmente, gli contesta il lettore (il cui nome non ripeto, anche se scritto qui non conquisterebbe notorietà). Non c’è alcun dubbio che, per
riaffermare il valore dei principi liberali, Ostellino analizzi la realtà in
maniera parziale, anche incompleta. Ho scritto che, nel suo precedente pezzo (http://www.corriere.it/opinioni/12_luglio_03/ostellino-paesi-virtuosi-paesi-non-virtuosi_12c9d23c-c4e0-11e1-a141-5df29481da70.shtml),
Ostellino usava argomentazioni pretestuose. Lo ribadisco. Non si può parlare
della crisi del debito senza tenere conto di quant’è costato a molte nazioni il
salvataggio delle banche messe in ginocchio dalla crisi dei mutui subprime, conseguenza non già di
interventismo pubblico, ma di disinvolta avidità (se non addirittura di
consapevole disonestà) di molte banche d’affari, principalmente americane, e di molte banche commerciali, queste sparse in tutto il mondo. Non
si può parlare del mercato come di un toccasana per tutti i mali del tempo
presente, non si può farlo perché abbiamo di fronte agli occhi le prove di
come, in molti mercati, manchino trasparenza e vera concorrenza, quindi siano
del tutto diversi da quelli ipotizzati dalle teorie liberali.
Se vogliamo, Ostellino è un fanatico esattamente come il pessimo tizio che lo minaccia: difende un principio indipendentemente dalla sua reale
applicabilità ai giorni nostri e pretende di convincere servendosi di argomenti
tutt’altro che solidi.
Questo, ovviamente, non è un buon motivo per minacciarlo come fa quel lettore, come dire?, parecchio disturbato. Criticarlo sì, com’è ho fatto sopra e come, con ancora maggior veemenza, farò
adesso.
Trovo intollerabile che un ex direttore del Corriere della
Sera concluda la propria rubrica settimanale come segue:
“Un ministro in carica ha comprato un appartamento a prezzo
d'affezione nei pressi del Colosseo dopo che l'area era stata definita «zona
sismica». Poi ha fatto ricorso contro il pagamento dell'Imu, impugnando la
misura governativa che ne esenta i terremotati e ottenendo soddisfazione. Mi
chiedo come avrebbero reagito i media - che oggi hanno ignorato la notizia - se
si fosse trattato di un ministro del governo Berlusconi; del quale - lo dico a
chi confonde i principi con la difesa di una parte politica - non sono stato né
elettore, né estimatore.”
Questo ministro, si presume, ha un nome e un
cognome. Il fatto che Ostellino citi la vicenda senza indicarli è, magari
sbaglio, gravissimo. E vile. Ancora una volta si dimostra che Ostellino usa gli
argomenti con opportunismo, direi anche subdolamente. Non mi piace per niente. Anche perché della storia della casa al Colosseo comperata a sconto dallo Stato si parla da mesi. E Patroni Griffi (questo è il cognome del ministro) ci ha fatto una figura men che mediocre.
Su Il Fatto Quotidiano, il cartaceo di oggi, ho letto che la notizia del mancato pagamento dell’Imu è smentita, tanto che Ostellino
sarà querelato.
E dovrebbero farla loro un’Italia migliore? Ma per carità…
Patroni Griffi e Ostellino sono della medesima pasta, quella che rende la
nostra classe dirigente pateticamente inferiore a quella di innumerevoli altri
paesi, non soltanto quelli cosiddetti avanzati. E non diciamo nulla sul lettore dalla lingua, o meglio tastiera, troppo lunga...
Nessun commento:
Posta un commento