Mi tocca chiamare di nuovo in causa Monsignor Marcinkus.
Ovunque egli si trovi ora, immagino, starà festeggiando il siluramento di Gotti
Tedeschi, letteralmente cacciato in malo modo dalla Presidenza dello IOR, la
cosiddetta Banca Vaticana, che ha già fatto parlare di sé anche troppo (e parecchio
male) in passato.
Mi pare evidente che la lezione non sia servita a molto e
che in Vaticano preferiscano muoversi nella nebbia piuttosto che alla luce di un limpido sole.
Affinché non pensiate ch’io parli a vanvera, vi rifilo un
po’ di articoli, non sia mai che mi si accusi di fare affermazioni preconcette
o prive di fondamento.
Cominciamo dal Financial Times, in apparenza asettico come
sempre, ma non privo di una nota tagliente: http://www.ft.com/intl/cms/s/0/72267d4c-a5d3-11e1-b77a-00144feabdc0.html#axzz1vra0nR6i.
Passiamo al Sole 24 Ore, con ben due articoli dello stesso
autore, Carlo Marroni, il primo di cronaca, il secondo di analisi: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-24/scontro-gotti-tedeschi-223337.shtml
e http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-24/governance-curiale-soffre-profonda-223519.shtml?uuid=AbA4TthF.
E ancora, dal Corriere, il commento di Massimo Franco, che è
un buon conoscitore di cose vaticane: http://www.corriere.it/economia/12_maggio_25/esito-conflitto-franco_3f51bba4-a63a-11e1-adca-f1e67e46c97e.shtml.
Chiudo con La Stampa, forse più prudente degli altri
quotidiani nell’interpretare negativamente le dimissioni di Gotti Tedeschi: http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/455589/.
Buona stampa. Altri commenti potrete trovarli da soli, la
notizia ha ampio spazio nei giornali italiani e stranieri.
Continuando a parlare di denaro e banche, veniamo alla sempre interessante vicenda Ligresti-FondiariaSai-Unipol.
Il Sole 24 Ore ci informa che la famiglia che ha così
oculatamente amministrato uno dei maggiori gruppi assicurativi del paese,
trascinandolo sull’orlo del fallimento, potrebbe uscirne senza pagare il conto,
come accade spesso in questo paese dove solo i citrulli si fanno prendere con
le mani nel sacco.
In realtà, però, verrebbe quasi da dire che i Ligresti fanno
bene ad approfittare ancora una volta della situazione: le loro mani stringono
saldamente gli attributi (peraltro mediocri) dei migliori banchieri (si fa per
dire) italiani. E questi grandi banchieri (sempre per dire), per non ammettere
di essere degli inetti, proteggono le terga dei Ligresti insieme alle loro.
Ecco il pezzo del 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-05-25/quei-milioni-salvare-ligresti-064216.shtml?uuid=Ab32MvhF&fromSearch.
Buona stampa.
E veniamo all’andamento della disponibilità di credito
bancario per le imprese. Carlo Milani, sul sito LaVoce.info, ci offre
un’analisi molto interessante (e maledettamente preoccupante) di come il
sistema bancario italiano stia riducendo le risorse per le attività
imprenditoriali, specie quelle di piccole e medie dimensioni. Anche la
bibliografia dell’articolo merita un’attenta considerazione (http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003089.html).
Buona stampa.
Mi vengono spontanee un paio di domande: secondo voi, il nostro
sistema bancario potrebbe mettere a disposizione delle piccole e medie imprese
maggiori fondi se non ne avesse prestati tanti a Ligresti? E possiamo davvero
definire banchieri i signori che hanno concentrato enormi affidamenti in
quell’unico cliente trascurando migliaia di aziende realmente meritevoli di
credito?
Già che ci sono, mi voglio rovinare. Ecco un altro quesito. Non sono ancora sulla
strada per Siena, ma mi sto avvicinando: in quale paese sarebbe ancora alla
guida dell’associazione delle banche l’artefice del quasi tracollo di quella di cui è
stato presidente?
Mi dicono che in Spagna, soprattutto in questi tempi così
difficili, ci sia un signore, Emilio Botìn, uomo molto religioso, aderente all’Opus
Dei e Presidente del Santander, il quale ogni mattina, al risveglio, prega affinché il Padreterno gli
faccia trovare un altro come Mussari, il gigante della finanza che gli ha
consentito di guadagnare 3 (TRE) miliardi di euro nel volgere di poche
settimane. Tre miliardi di euro su un investimento di sei… Fede davvero
incrollabile, ma non credo che Botìn sarà accontentato. Temo che neppure Dio possa
compiere due volte un simile miracolo.
E chiudiamo con la Grecia. Sempre dal sito LaVoce.info, alcune
riflessioni di Panunzi sulla ormai assai probabile uscita della Grecia dall’Eurozona
(http://www.lavoce.info/articoli/pagina1003090.html).
Buona stampa.
Mi fermo, anche se avrei ancora un po’ di cose da dire, ma
per oggi ho scritto anche troppo.
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