Non è mia abitudine gioire per le vicende sfortunate di
qualcuno e non intendo venire meno a questa regola. Non posso, tuttavia,
evitare di condividere con voi una notizia che, pur senza rendermi felice, mi
appare positiva. Il Financial Times segnala che JPMorgan Chase, una della
maggiori banche del mondo, oltre che una delle più spocchiose (insieme a
Goldman Sachs), ha subito una perdita di 2 miliardi di dollari in operazioni
sui mercati dei derivati (http://www.ft.com/intl/cms/s/0/828376bc-9ae4-11e1-94d7-00144feabdc0.html#axzz1uPGENVKf).
Buona stampa.
Dico che è una notizia positiva perché, forse, riuscirà infondere
maggiore coraggio in chi, negli Stati Uniti come in Europa e altrove, è
chiamato a definire le norme cui le banche devono attenersi nell’operare sui
mercati finanziari (negli USA qualcosa, poco per la verità, si è mosso grazie
all’ex Presidente della Federal Reserve, Paul Volcker, consulente di Obama,
citato nell’articolo).
C’è molto da fare e mi auguro vivamente che questa perdita,
le cui dimensioni sono enormi anche per un colosso come JPMorgan, inducano i
politici a tirare la testa fuori dalla sabbia e a muoversi perché se persino una
delle maggiori banche del mondo, probabilmente dotata di sistemi di controllo
interno ben strutturati (anche se non efficaci come dimostra questa vicenda),
può subire una perdita di simili dimensioni, vengono i brividi a pensare quel
che può nascondersi nei bilanci di banche in mano a gente più disinvolta di
Dimon.
E, per carità di patria, ancora per qualche giorno mi terrò
lontano dalla strada per Siena.
Nessun commento:
Posta un commento