Oggi non sono del tutto d’accordo con Stefano Folli, le cui
analisi, di solito, mi convincono interamente, mentre quella odierna (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-22/svegliamoci-063621.shtml?uuid=AbG5aLgF)
si chiude con un'esortazione che non mi sembra di poter condividere: la società
civile italiana è piuttosto sveglia e lo dimostra anche con le scelte elettorali che
Folli stesso esamina con la consueta cura. In realtà il pezzo è scritto bene,
però quella chiusa e quel titolo mi fanno arricciare il naso.
Quello “Svegliamoci” mi sembra un richiamo immeritato alla
larga parte della popolazione italiana ben sveglia e ben stanca del
comportamento della classe politica, la cui ineffabile inettitudine si
certifica ogni giorno e viene gratificata dal successo elettorale del movimento
di Beppe Grillo.
Stampa così e così. Ma è quasi buona stampa.
A proposito di Grillo, oltre ai dubbi già espressi nei giorni
scorsi, da ieri ho un nuovo motivo di preoccupazione: nel corso della puntata
di ieri sera di 8 e mezzo, Lilli Gruber ha citato Maria Stella Gelmini, la
quale avrebbe detto che Grillo le ricorda in parte il Berlusconi dei primi
tempi. Francamente, ammesso e non concesso che ci siamo veramente liberati di
Berlusconi, non è che abbiamo bisogno di qualcuno che ci fa buttare via altri
diciotto anni con fanfaronate e pinzillacchere… Speriamo che, come in altre
occasioni, Gelmini non ci abbia azzeccato. Ribadisco: Grillo non è una
risorsa. Lo sono certamente molti uomini e molte donne del suo movimento, ma lui non lo è affatto.
Ospiti di 8 e mezzo erano Rosi Bindi e Paolo Mieli. Vale la
pena di ascoltare l’arroganza saccente con cui la Bindi commenta la vittoria di
Pizzarotti a Parma e anche il commento di Mieli a queste valutazioni, non
perderete più di una decina di minuti, ma ne vale la pena. Per recuperare la
puntata il link è questo: http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50266793.
Buona stampa.
La Bindi parla come se lei fosse una degna erede di De
Gasperi, invece, purtroppo per lei, ma soprattutto per noi, è una nana che ha
ancora l’ardire di farsi vedere in giro dopo essere stata parte del direttivo
della Margherita, ossia del direttivo del partito che aveva nominato Lusi
proprio tesoriere. La Bindi fa politica da decenni e ha contribuito, anche come
esponente di vari governi, a portarci dove siamo ora, perciò non ha nessun
titolo per fare le lezioni a nessuno. E come ho già avuto modo di dire, farebbe
meglio a togliersi di torno. Non abbiamo bisogno di lei come non ne abbiamo di
Beppe Grillo.
Cambiando argomento, stendiamo un velo pietoso sull’inchiesta di Brindisi e su
come la stampa e alcuni personaggi pubblici si sono comportati nei confronti
dei presunti colpevoli dell’attentato. Adesso sono tutti a dar la colpa a
internet e al fatto che spinga a dare in fretta le notizie e a esprimere le proprie opinioni in maniera immediata.
Niente di più sbagliato. Il punto è che, di fronte a certe vicende, la prudenza
dovrebbe essere la regola. Di mostri sbattuti in prima pagina la storia è piena
da ben prima che fossero inventati i computer, quindi la colpa non è degli strumenti,
ma delle persone che li usano e dal modo in cui vengono usati.
E per chiudere in bellezza in materia di informazione e
nuove tecnologie, un commento di Aldo Grasso sul TG1: http://www.corriere.it/spettacoli/12_maggio_22/grasso-fil-di-rete_de50864e-a3cf-11e1-80d8-8b8b2210c662.shtml.
Buona stampa. Per Aldo Grasso ovviamente, non certo per il
TG1, che mi pare fatichi a risollevarsi dopo qualche direzione non proprio di
altissima qualità.
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