Oggi, sul Sole 24 Ore, Morya Longo offre un’interessante
analisi dei bilanci delle banche, mettendo in rilievo come ci sia poco da stare
allegri sia in Italia sia negli altri principali paesi europei (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-15/banche-conti-aperti-mattone-232000.shtml?uuid=AbCWFEdF).
Buona stampa.
La situazione, probabilmente, è anche peggiore negli Stati
Uniti, in conseguenza dell’abrogazione del Glass-Steagal Act, la legge che
imponeva la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento. Come spiega
anche una breve intervista a Jody Vender pubblicata oggi dal Corriere della
Sera (non disponibile on line), nella quale si ribadisce la necessità che le
banche tornino a svolgere il proprio mestiere originale, ossia quello di trasferire
denaro da chi lo risparmia a chi ne ha bisogno per i propri investimenti (produttivi, non speculativi).
Buona stampa.
Che l’esortazione di Vender, che è anche la mia, trovi
ascolto, francamente mi pare difficile. Non accadrà certamente in assenza di un
intervento legislativo: da sole, le banche continueranno a fare quello che
hanno fatto negli ultimi dieci anni, ossia cercare, sia pure in misura diversa
nei vari paesi, di massimizzare i guadagni con operazioni ben differenti, e
assai più pericolose.
E veniamo alla vicenda del gruppo Murdoch nel Regno Unito.
Rebekah Brooks è stata rinviata a giudizio e il processo per le intercettazioni
e le connivenze politiche inizierà a giugno. Mi piace l’articolo di Fabio
Cavalera sul Corriere della Sera, ma anche questo non è ancora disponibile sul
sito del quotidiano.
Buona stampa.
La cosa interessante è che il responsabile della pubblica
accusa (Crown Prosecution Service) ha
illustrato i suoi argomenti in diretta televisiva. La Brooks si è lamentata del
trattamento, definendo ingiusto questo modo di procedere dell’accusa.
A me pare, invece, ridicolo che Rebekah Brooks si lamenti
dell’accaduto: lei fa parte di una generazione di giornalisti pronta a tutto
pur di realizzare un presunto scoop. Certo, anche lei è innocente sino a prova
contraria. Tuttavia è ormai piuttosto chiaro che nel gruppo Murdoch qualcosa
avveniva in modo non proprio limpido, tant’è che hanno rinunciato alla fusione
tra News Corp. e BSkyB e che James Murdoch ha lasciato quasi tutti gli
incarichi rilevanti.
Inoltre, e qui il discorso si allarga anche al nostro paese,
trovo ridicolo che ci sia chi, ben contento di essere oggetto dell’attenzione
dei media quando ne trae vantaggio, si lamenti quando quegli stessi mezzi di
comunicazione si occupano di vicende che, per così dire, ne mostrano il lato
meno positivo.
Detto in altri termini, quando sento parlare, soprattutto da
parte dei politici, di “processi mediatici”, mi prudono le mani: quelli
passerebbero anche sul cadavere della madre pur di andare a strillare da Vespa
o da Floris o in qualsiasi altra trasmissione televisiva, poi però, quando li
scoprono con le dita sporche di marmellata e la stampa parla dei loro misfatti,
si lamentano perché, a loro dire, vengono processati sui giornali. Chissà
perché mi tornano in mente zu Guttenberg, Wulff e Huhne?
Chiudo con un'altra domanda. Scommettiamo che, se nel corso del processo verranno confermati i comportamenti non proprio limpidi di parecchi politici inglesi, li vedremo abbandonare i loro incarichi con la massima rapidità?
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