Le indagini sul calcio proseguono e la novità del giorno
sembra essere la somma transitata in forma di assegni dai conti di Buffon a
quelli di una tabaccheria di Parma in cui è possibile effettuare scommesse
sportive (http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_31/buffon-scommesse-puntate-assegni_93031bec-ab32-11e1-a84e-d77c76b4f869.shtml).
Buona stampa.
Buffon è il calciatore non proprio di secondo piano che, non
molte ore fa, aveva pensato bene di dare una lavata di capo ai giornalisti (http://video.corriere.it/buffon-voi-giornalisti-fate-tutta-erba-fascio/a8d2c182-aa80-11e1-8196-b3ccb09a7f99).
Ora, io posso anche essere d’accordo sul fatto che i giornalisti italiani di
oggi non siano tutti all’altezza di gran parte dei loro colleghi di qualche
decennio fa. Di Montanelli o di Stille, di Corradi o di Brera in giro non ne
vedo. Su questo potrei anche trovarmi in sintonia con Buffon, il quale, però,
farebbe meglio a riflettere su quanto differente sia lui rispetto a signori
come Sarti, Cudicini, Zoff (per limitarmi al suo ruolo e a decenni vicini a noi).
Temo che Buffon dovrebbe fare un lungo, lunghissimo bagno di
modestia e considerare quanto sia immorale il comportamento dei suoi
colleghi che sono coinvolti in giri assai poco puliti e quanto sia giusto che i giornalisti si occupino con determinazione della vicenda.
Buffon è pagato per difendere la porta della nazionale italiana e del suo club non già le terga dei suoi colleghi e, a quanto pare, anche le sue.
Prima di parlare, Buffon e Abete farebbero molto meglio a
preoccuparsi di sgomberare la loro casa calcistica da tutto il lerciume che la
riempie e di considerare cosa ci sia da difendere in un mondo i cui risultati,
da un punto di vista economico, sono quelli descritti da un ottimo articolo del
Sole 24 Ore di qualche giorno fa (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-28/profondo-rosso-235350.shtml?uuid=AbN6mzjF&fromSearch).
Buona stampa.
Visto cosa dicono i numeri, forse sarebbe il caso che,
appunto, Buffon e Abete, oltre a impugnare la ramazza, ci pensassero su prima
di replicare risentiti a chi propone misure anche drastiche per rimettere
ordine in un mondo che, giova ricordarlo, ha avuto persino aiuti da
parte dello Stato, aiuti troppo generosi, soprattutto se commisurati a quelli riservati alle imprese
delle aree terremotate, che io considero assai più degne di attenzione e sostegno che le società di calcio. Oggi più che mai, per chi fa parte del mondo del calcio italiano, è opportuno ricordare un proverbio. Un bel tacer non fu mai scritto...
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